Nel XII secolo in Inghilterra gli arroganti normanni sono al potere, mentre i sassoni subiscono da loro molte angherie. Il giovane conte sassone Robert Hode, mentre si trova in una foresta nelle proprie terre, durante una festa di caccia dei normanni, cui partecipa anche Marian, la nipote del barone Daguerre, salva un bracconiere, che dovrebbe essere accecato, secondo la legge dei "padroni". Per questo ha una grave disputa col normanno sir Miles Folcanet, promesso sposo di Marian: il barone Daguerre deve fare da giudice nella vertenza fra i due nobili, ed essendo amico di Robert gli ordina soltanto di chiedere scusa all'altro, cosa che il sassone fa; Miles pretende invece che egli sia frustato in pubblico. Hode, furibondo, insulta allora Daguerre sia per il modo in cui i normanni esercitano il potere, sia ricordandogli che discende da un pirata: questi, offeso, ordina che gli siano confiscati titolo e terre, e venga imprigionato. Robert riesce a fuggire e diventa un fuorilegge col nome di Robin Hood. Rifugiatosi nella foresta di Sherwood con l'amico Will Reddin, che assume il nome di Scarlett, con Little John e in seguito anche con frate Tuck, uno strambo ex religioso, Robin viene accolto nelle grotte dove vivono miseramente tante vittime dei normanni. Egli dimostra subito di essere un arciere eccezionale, e diventa il loro capo nella lotta contro i nemici comuni, guidando la banda ad impossessarsi di un carico di argento e preziosi, destinato a Folcanet. Incontra così di nuovo Marian, della quale è ormai innamorato, ricambiato. Ora i normanni cercano, con torture e promesse di grosse taglie, di far rivelare ai più poveri fra i sassoni il rifugio del fuorilegge, ma Robin decide allora di distribuire ai meno abbienti il tesoro trafugato. Intanto si preparano le nozze di Folcanet con Marian, che lo detesta, e la ragazza fugge, raggiungendo Robin, travestita da uomo, ma poi si rivela all'amato. Giunge frattanto il Principe Giovanni, che si crede ormai Re perché è certo che Riccardo Cuor di Leone non tornerà, e, umiliato Daguerre come inetto, per sconfiggere Robin Hood lo sostituisce con Miles. Marian, tradita, viene riportata al castello per le nozze, che devono svolgersi il 1º aprile, giorno in cui il corteo dei matti, per tradizione, può entrare nel maniero. Inizia la cerimonia del matrimonio, e Marian rifiuta lo sposo detestato, mentre Robin, che era nascosto in Chiesa, si batte in duello con Folcanet. Sconfitto ed ucciso il rivale, Robin, dichiarando di voler pace fra sassoni e normanni, sposa Marian.
SCHEDA FILM
Regia: John Irvin
Attori: Patrick Bergin - Sir Robert Hode/Robin Hood, Owen Teale - Will Scarlett, Jürgen Prochnow - Sir Miles Folcanet, Uma Thurman - Donna Marian, Jeroen Krabbé - Barone Daguerre, David Morrissey - Little John, Jeff Nuttall - Frate Tuck, Edward Fox - Principe John, Cecily Hobbs - Mabel, Gabrielle Reidy - Lily, Kevin Pallister - Charlie Runnel, Stephen Pallister - Jack Runnel, Richard Moore (II) - Abbott, Anthony O'Donnell - Emlyn, Alex Norton - Harry, Conrad Asquith - Lodwick, Phelim McDermott - Jester, Gabrielle Lloyd - Gammer Tanzie, Josh Moran - Guardia del castello, Daniel Webb - Much, Caspar De La Mare - Sam Timmons, Barry Stanton - Miter, Stan Pinton - Mason con la barba, Carolyn Backhouse - Nicole, Jonathan Cullen - Gerald di Tewkesbury
Soggetto: Sam Resnick
Sceneggiatura: Sam Resnick, John McGrath
Fotografia: Jason Lehel
Musiche: Geoffrey Burgon
Montaggio: Peter Tanner
Scenografia: Austin Spriggs
Costumi: Emma Porteus
Effetti: Andrew Stevens
Altri titoli:
Robin Hood - Ein leben fur Richard Lowenherz
Durata: 103
Colore: C
Genere: AVVENTURA
Specifiche tecniche: 35 MM, PANORAMICA A COLORI
Produzione: SARAH REDCLYFFE PER 20TH CENTURY FOX TELEVISION, CANWEST GLOBAL, WESTDEUTSCHER RUNDFUNK (WDR), WORKING TITLE FILMS
Distribuzione: 20TH CENTURY FOX - 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT
CRITICA
"Irvin ha realizzato un film godibile, robusto, di impeccabile professionalità, con tutti gli attori al posto giusto e una fotografia elegante (forse fin troppo. Com'erano più efficaci i vecchi technicolor!)." (Alberto Castellano, 'Il Mattino')
"Irvin non ha messaggi da proporre se non gli stereotipi per un certo genere ancora in grado di appassionare i minori." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera')
"L'avventura ha una sua logica (specie con quella novità all'interno del carattere del protagonista), la regia di John Irvin è attenta non solo alle concitazioni e agli affanni ma anche ai climi e alle cornici, volutamente grigie e realistiche, con sapori inattesi di verità." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo')
"La trascrizione della leggenda è diligente, senza entusiasmi particolari. Gli attori non sono gran che. Buona risulta l'ambientazione, tenuta su tinte smorzate, livide, terrose." (Franco Colombo, 'L'Eco di Bergamo')
"Una delle accuse principali che vengono mosse al film è quella della seriosità." (Luca Rigoni, 'Il Mattino')