Un viaggio intimo alla scoperta delle grandi interpretazioni di Roberto Bolle. Con immagini esclusive dal palcoscenico e dal backstage di "Roberto Bolle and Friends" attraverso tre luoghi simbolo del patrimonio culturale italiano: l'Arena di Verona, il Teatro Grande di Pompei, le Terme di Caracalla a Roma. Dalla preparazione atletica alle prove dello spettacolo, dall'organizzazione del tour alla scelta degli artisti e dei brani degli spettacoli, il documentario offre un'occasione eccezionale per muoversi dentro le emozioni, la fatica e la gioia, il confronto continuo con se stessi, che la danza mette in moto con la sua energia costitutiva. Ad arricchire il film interviste, riprese delle varie fasi di lavoro, spettacoli, riflessioni personali dell'artista, nel tentativo di approfondire il tema del rapporto totalizzante tra un uomo e la sua arte.
SCHEDA FILM
Regia: Francesca Pedroni
Attori: Roberto Bolle - Se stesso, Melissa Hamilton - Se stessa, Nicoletta Manni - Se stessa, Otto Bubenícek - Se stesso, Jirí Bubenícek - Se stesso, Alexandre Riabko - Se stessa, Matthew Golding - Se stesso, Joan Boada - Se stessa, Anna Tsygankova - Se stessa, Maria Kochetkova - Se stessa, Eric Underwood - Se stesso
Sceneggiatura: Francesca Pedroni
Fotografia: Krishna Agazzi
Montaggio: Aline Hervé
Altri titoli:
Roberto Bolle - Dancing in Art
Durata: 105
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Specifiche tecniche: DCP
Produzione: PIERO MARANGHI, EMANUELA BOLLE PER CLASSICA, ARTEDANZA SRL
Distribuzione: NEXO DIGITAL
Data uscita: 2016-11-21
TRAILER
NOTE
- PROGETTO: ROBERTO BOLLE E PIERO MARANGHI.
- PRESENTATO AL 34. TORINO FILM FESTIVAL (2016) NELLA SEZIONE 'FESTA MOBILE'.
CRITICA
"(...) in 'Roberto Bolle - L'arte della danza' (...) la star si offre allo sguardo del pubblico mentre guarda se stessa. E in quello sguardo risiede l'essenza della sua arte: la vista dell'esecutore permette l'esercizio del controllo che rende possibile la perfezione, così come la vista permette allo spettatore di riconoscere la perfezione, indipendentemente dalla sua consapevolezza dell'esercizio che essa presuppone. Ispirandosi a modelli illustri come 'The Company' di Robert Altman, 'Pina' di Wim Wenders, 'Relève' di Thierry Demaizière e Alban Teurlai, 'Mr. Gaga' di Tomer Heymann, la camera della Pedroni penetra lo spazio scenico nel tentativo di scoprire l'essenza della danza, materiale e immateriale allo stesso tempo, soffermandosi sui dettagli, approssimando lo sguardo (eterno surrogato del tatto) ai corpi, ai muscoli, ai movimenti." (Fabio Vittorini, 'Il Manifesto', 23 novembre 2016)