Stevie, un giovane operaio di Glasgow uscito dal carcere per furto, trova lavoro in uno dei tanti cantieri proliferati nella Londra della restaurazione economica dell'ultimo governo Thatcher. Qui incontra un piccolo mondo disperato e ridanciano, volgare e capace al tempo stesso di gesti di solidarietà. I compagni di cantiere sono di varia provenienza, alcuni sono di colore, ma tra tutti si distingue Larry, sempre pronto a preoccuparsi per gli altri. Trovato un alloggio abusivo grazie ai nuovi amici, Stevie incontra fortuitamente Susan, aspirante cantante di scarse qualità: nasce così una relazione che procede con momenti di tenerezza ed accesi contrasti. Frattanto Larry paga col licenziamento il suo tentativo di far applicare le norme di sicurezza mancanti nel cantiere e muore la madre di Stevie che va in autostop a Glasgow per assistere al funerali. Al ritorno Stevie scopre che Susan è tossicomane: convinto da un'analoga esperienza familiare che non vi sia nulla da fare, la scaccia, resistendo ai tentativi di lei per riprendere il rapporto. Al cantiere, intanto, un operaio, che usa il telefono cellulare del capomastro per parlare con la madre e lo picchia perchè redarguito, viene arrestato: il nero Desmonde, scivolato a causa delle insufficienti misure di protezione, sfugge alle mani di Stevie che cercano di salvarlo e si sfracella al suolo. In un eccesso di frustrazione e di rabbia Stevie brucia, con l'aiuto di un compagno, lo squallido edificio, ex ospedale, destinato a divenire una lussuosa suite di appartamenti di lusso.
SCHEDA FILM
Regia: Ken Loach
Attori: Robert Carlyle - Stevie, Emer McCourt - Susan, Arichard Belgrave - Kojo, Jim R. Coleman (II) - Shem, David Finch - Kevin, Garrie J. Lammin - Mick, Dean Perry - Wilf, George Moss - Mo, Willie Ross - Gus Siddon, Ade Sapara - Fiaman, Ricky Tomlinson - Larry, Derek Young - Desmonde, Bill Moores - Smurph, Luke Kelly - Ken Jones, Peter Mullan - Jake
Soggetto: Bill Jesse
Sceneggiatura: Bill Jesse
Fotografia: Barry Ackroyd
Musiche: Stewart Copeland
Montaggio: Jonathan Morris
Scenografia: Martin Johnson
Costumi: Wendy Knowles
Durata: 94
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA, 35 MM
Produzione: SALLY HIBBIN PER PARALLAX PICTURE, CHANNEL FOUR FILMS
Distribuzione: COLUMBIA TRISTAR FILM ITALIA (1991) - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO (EFFETTO CINEMA)
NOTE
- PREMIO FIPRESCI AL 44. FESTIVAL DI CANNES (1991).
- MIGLIOR FILM ALL'EUROPEAN FILM AWARDS (FELIX) (1991).
- SPECIAL PRIX ITALIA (1993).
CRITICA
"Il film si apre e si chiude simbolicamente con l'immagine di topi che scorazzano. Il titolo, traducibile come robaccia, o gentaglia, allude con amara ironia sia alle condizioni disumane in cui vive la classe operaia inglese, sia all'ottica in cui governo e imprenditori ancora la considerano, nonostrante anni di lotte e conquiste sindacali. (...) 'Rif Raff' si segnala per i toni scarni e asciutti: alla cruda violenza di linguaggio fa da contrappunto una sobrietà di linguaggio di stampo neorealistico. Particolarmente felici i ritratti dei due protagonisti, Stevie e Susan (...) e, poi, del bonario Larry. (...) La netta distinzione tra valori positivi e negativi, la 'Pietas' del regista nel denunciare senza inutili manierismi un degrado spirituale e socio-ambientale, i pregi formali, come la recitazione sobria e incisiva di protagonisti e comprimari, l'ottima fotografia e l'efficace sceneggiatura, rendono questo film uno dei più incisivi di Ken Loach." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 112, 1991)