Venti anni fa Moshe viveva in Israele e cercava la via del successo come scrittore. Disilluso dalla poca attenzione a lui riservata dai suoi connazionali, Moshe si è trasferito in America con la speranza, vana, di trovare maggior fortuna e, senza alcun rimpianto, ha abbandonato in patria la sua compagna e il loro figlio appena nato. Tzach è soldato in un'unità speciale dell'esercito israeliano. Impavido e spericolato non si tira mai indietro di fronte al rischio come se avesse qualche tormento interiore da dominare. Alla morte di sua madre, Tzach scopre alcune carte in cui è indicato l'indirizzo di suo padre, che lui non ha mai conosciuto.
Quell'uomo è Moshe e Tzach decide di contattarlo. La rabbia che il ragazzo si è tenuta dentro per tutta la sua vita esplode inesorabilmente, mentre il vecchio padre diventa consapevole che gli errori fatti in passato sono ormai difficili da cancellare.
SCHEDA FILM
Regia: Amos Kollek
Attori: Karen Young - Yolanda, Phyllis Somerville - Sheila, Moshe Ivgy - Moshe, Ran Danker - Tzach, Michael Moshonov - Michael, Arnon Zadok - Mossayof, Ethan Gould - Spencer, Tzahi Grad - Shimon, Albert Iluz - Pini, Miri Mesika - Neta, Udi Rothchild - Baruch, Adrian Blaze - Brownski, Nadia Gilot - Jesse, Joseph Suede - Arik
Sceneggiatura: Amos Kollek
Fotografia: Virginie Saint-Martin
Montaggio: Isaac Sehayek
Scenografia: John Meighen
Costumi: Janet Campbell
Durata: 100
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: AMÉRIQUE FILM, HAMON HAFAKOT, LIAISON CINÉMATOGRAPHIQUE, PARADISE FILMS, PIE FILMS
NOTE
- IN CONCORSO AL 58MO FESTIVAL DI BERLINO (2008).
CRITICA
"Il film di Kollek è sporco, frenetico, appassionato e appassionante, come il suo antieroe vitalista e manesco. (...) E' un prodotto nuovo e molto personale per stringere in un unico intreccio i temi sola a prima vista lontani, rendendo bene la complessità storico-affettiva del rapporto che lega gli ebrei di Israele o della diaspora al loro passato individuale e collettivo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 15 febbraio 2008)
"Kollek allude alla politica, ai sentimenti, al noir in un mix inconsistente. La massima sgradevolezza del personaggio si nobilita, secondo il regista, nella sofferenza del padre che ha lasciato il luminoso cielo di Gerusalemme, ma al film l'operazione non riesce. E' tutto un guazzabuglio visivo di finto realismo, individualismo da propaganda, quadretti antropologici banali." (Mariuccia Ciotta, 'Il Manifesto', 15 febbraio 2008)
"Film in concorso del regista israeliano Amos Kollek, 'Restless' ha personaggi fatti di carne e sangue, gente ferita di cui non è difficile condividere le emozioni. (...) Un dramma familiare con sottotesto pacifista: forte e chiaro, senza bisogno di proclamarlo." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 15 febbraio 2008)