Alice, dotata di nuovi poteri in seguito ad una manipolazione genetica, si trova a dover fronteggiare nuovamente gli zombie famelici che infestano Raccoon City, per portare in salvo fuori dalla spettrale città un gruppo di ultimi sopravvissuti. La battaglia per la salvezza li porterà a scontrarsi con potenze malvagie e sanguinarie che minacciano di distruggere per sempre ogni traccia di umanità.
SCHEDA FILM
Regia: Alexander Witt
Attori: Milla Jovovich - Alice, Sienna Guillory - Jill Valentine, Eric Mabius - Matt Addison/Nemesis, Oded Fehr - Carlos Olivera, Thomas Kretschmann - Cain, Sophie Vavasseur - Angie Ashford, Razaaq Adoti - Peyton Wells, Jared Harris - Dottor Ashford, Mike Epps - L.J., Sandrine Holt - Terri Morales, Matthew G. Taylor - Nemesis, Zack Ward - Nicholai, Megan Fahlenbock - Marla Maples, Iain Glen - Dottor Isaacs, Dave Nichols - Capitano Henderson, Stefan Hayes - Yuri Loginova, Geoffrey Pounsett - Mackenzie
Soggetto: Paul W.S. Anderson
Sceneggiatura: Paul W.S. Anderson
Fotografia: Christian Sebaldt, Derek Rogers
Musiche: Jeff Danna
Montaggio: Eddie Hamilton
Scenografia: Paul D. Austerberry
Arredamento: Steven Essam
Costumi: Mary E. McLeod
Effetti: Mr. X Inc., C.O.R.E. Digital Pictures, Double Negative
Altri titoli:
Resident Evil 2
Resident Evil: Nemesis
Durata: 94
Colore: C
Genere: HORROR AZIONE FANTASCIENZA
Specifiche tecniche: TECHNICOLOR
Tratto da: ispirato ai personaggi del videogame "Resident Evil" della Capcom
Produzione: JEREMI BOLT, PAUL W.S.ANDERSON, DON CARMODY PER CONSTANTIN FILM PRODUKTION, DAVIS-FILMS, IMPACT PICTURES, SCREEN GEMS
Distribuzione: COLUMBIA TRISTAR FILMS ITALIA
Data uscita: 2004-11-05
CRITICA
"I filmaker americani dovranno guardarsi le spalle, perché la rivoluzione digitale ha partorito mostri assai più insidiosi di quelli visualizzati da film come questo. E qualcuno si ostina a scovare nel bailamme delle immagini significati e metafore che dovrebbero farci meditare sul futuro dell'uomo. Se ciò è vero, film come questi sono davvero il risultato di una mutazione genetica generazionale ormai in atto. Aiuto!" (Adriano De Carlo, 'Il Giornale', 5 novembre 2004)
"La prima puntata era una farsa per minorenni con danni da videogame; questo è un onesto horror di serie B, gonfiato con steroidi di effetti speciali, dove Milla Jovovich si aggira mezza nuda per le strade di una città spettrale prendendo a calci e fucilate tutto quello che si muove, proteggendo americani e russi, battendosi a mani nude contro un colosso geneticamente modificato, che una volta era suo amico. Rispetto al prototipo, c'è più abbondanza di azione e di 'gore' (cagnacci scorticati, diavoli scatenati in una chiesa): con l'aggiunta di qualche idea registica da parte dell'esordiente Alexander Witt: il che è già qualcosa. Quanto basta per godesi lo spettacolo." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 5 novembre 2004)
"Rutilante e rimbombante, il film rappresenta il sequel di 'Resident Evil' di Paul Anderson, ma è un tale nonsenso che si può vedere anche ignorando il numero uno. Stavolta a trasferire in pellicola le frenesie dei videogames giapponesi è Alexander Nitt, maestro degli effetti speciali. Sfondi allucinanti e situazioni da incubo esaltano la georgiana Milla, Walkiria grintosa e seducente." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 6 novembre 2004)
"Ancora zombi. Il mostro reinventato da George Romero sta rivivendo un momento d'oro dopo gli incassi di '28 giorni dopo' e 'L'alba dei morti viventi'. Cominciò tutto dal successo di 'Resident Evil' horror del 2002 tratto da un videogame. Adesso tocca a 'Resident Evil: Apocalypse', sequel che cambia regista, Alexander Witt al posto di Paul W. S. Anderson, ma conserva l'androgina Milla Jovovich come protagonista. (...) Sarà solo intrattenimento horror da videogame, ma 'Resident Evil: Apocalypse' è parente stretto di 'Lei mi odia', 'The Corporation', 'The Village' e dell'imminente 'The Manchurian Candidate'. Le multinazionali fanno tendenza e fanno paura. Altro che zombi." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 5 novembre 2004)
"Inizia più o meno come finisce 'Resident Evil: Apocalypse', non c'è un prologo, non c'è un crescendo, non c'è un finale risolutore nel senso che alla fine s'interrompe semplicemente l'azione perché tutto è già detto e spiegato dalle prime immagini. Il secondo capitolo della saga ispirata al famoso videogioco horror, affidato all'esordiente Alexander Witt e prodotto e sceneggiato da Paul W. S. Anderson che aveva diretto il primo film, è una sarabanda audiovisiva, tutto un susseguirsi frastornante e monotono di spari con mitragliette, incendi, effetti speciali plateali, scontri fisici, acrobazie marziali. È vero che il videogame trasforma spesso creativamente la prevedibilità e la meccanicità in una superfetazione narrativa, ma questo è uno di quei film che vivacchiano senza idee e con una trama che è puro pretesto su un collaudato repertorio fantahorror applicato stavolta alle trasfigurazioni di un mondo popolato di zombie, mutanti, feroci dobermann e mostri di vario tipo." (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 12 novembre 2004)