Xiao Ji e Bin Bin, amici per la pelle e disoccupati, hanno molto tempo a disposizione: tempo di vagabondare per la città in sella alle motociclette, tempo da trascorrere al centro ricreativo. Xiao Ji ha una cotta per Qiao Qiao, una star locale che è arrivata in città per promuovere il liquore Mongolian King e il fatto che ella abbia un fidanzato temibile non turba Xiao Ji più di tanto: lui ha deciso che la vuole a tutti i costi e confronta la vita reale alle soap opera americane. Aggredito una sera dal fidanzato di Qiao Qiao, esce indenne dal confronto e la sua ostinazione colpisce la ragazza che accetta di passare la notte con lui, di nascosto. La madre di Bin Bin pensa che arruolarsi sia il futuro di suo figlio mentre la sua fidanzata partirà per l'universita a Pechino, per un futuro nel commercio internazionale. A Bin Bin piace tenerla per mano, ascoltare le canzoni preferite del karaoke e guardare la serie animata Monkey King. Lui non crede che esista il futuro: viene riformato a causa di un'epatite e non rivela il fatto a nessuno. La loro cittadina, Datong, è più vicina alla Mongolia che a Pechino, ma nuove autostrade stanno per abbreviare la distanza con la capitale e la televisione li aggiorna sul ruolo in continua evoluzione della loro nazione nella politica e nell'economia mondiale. Per una generazione che vede il futuro dominato dai guadagni di borsa è difficile resistere alla tentazione dei soldi facili... siamo nel 2001 e loro hanno solo 19 anni.
SCHEDA FILM
Regia: Jia Zhang-Ke
Attori: Zhao Tao - Qiao Qiao, Wei Wei Zhao - Bin Bin, Qiong Wu - Xiao Ji, Qing Feng Zhou - Yuan Yuan, Hong Wei Wang - Xiao Wu, Ru Bai - Madre Di Bin Bin, Xi An Liu - Padre Di Xiao Ji
Soggetto: Jia Zhang-Ke
Sceneggiatura: Jia Zhang-Ke
Fotografia: Nelson Yu Lik-wai
Montaggio: Keung Chow
Scenografia: Jiang Dong Liang
Altri titoli:
UNKNOWN PLEASURES
Durata: 113
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: OFFICE KITANO - LUMEN FILMS
NOTE
IN CONCORSO AL FESTIVAL DI CANNES 2002.
CRITICA
"Ha deluso le aspettative, per altro ben giustificate da un film come 'Platform', il cinese Jia Zhang-Ke. Piaceri sconosciuti vorrebbe essere il disegno del quotidiano vivacchiare di ventenni perdigiorno della provincia cinese. Ragazzi che senza il collare del partito finiscono per annegare tra karaoke, videogame e sogni di improvvisi guadagni. Un soggetto che ripetuto senza ispirazione fa pensare al desiderio di rinnovare un successo occidentale forse decretato troppo in fretta." (Andrea Martini, 'Il Giorno', 24 maggio 2002)
"Serviva una costruzione più serrata in 'Piaceri sconosciuti', terzo film del cinese Jia Zhangke che ci incantò a Venezia con 'Platform'. Gran talento visivo, Jia ci porta in un paese desolato nel Nord, vicino alla Mongolia. Sono appassionanti l'ambientazione, l'uso dei tempi, lo sguardo decentrato sulla Cina di oggi. Ma le vicende di questi vitelloni postcomunisti che si innamorano della ragazza sbagliata, sognano denaro rapido e facile come nei film Usa, sono un po' troppo prevedibili per coinvolgere. E il pubblico spazientito di fine festival lo ha un po' frettolosamente bocciato." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 24 maggio 2002)
"Malgrado il soggetto realistico c'è parecchio manierismo in 'Ren Xiao Yao' di Jia Zhang-Ke, poco più che trentenne fondatore della prima struttura di produzione indipendente del cinema cinese." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 24 maggio 2002)
"La fine viene dopo due ore che sembrano quattro. Pazienza. Nessuno ha potuto vedere 'Platform' e, facilmente, anche i 'Piaceri sconosciuti' resteranno tali in Italia." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 24 maggio 2002)
"Jia Zhang-Ke gira con scioltezza, concedendosi apprezzabili bizzarrie e costernanti indugi, vedi un buon numero di minuti dedicati a una motoretta che non arte. I cinefili vanno in estasi, ma per gli spettatori comuni i ritmi del film risultano troppo asiatici," (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 24 maggio 2002)