"Rules of Engagement - Regole per i combattimenti" sono le direttive emanate dalle autorità competenti in merito alle circostanze per iniziare e condurre un combattimento contro forze militari nemiche. Il colonnello Terry Chilxers è un veterano dei Marines che ha combattuto con onore in Vietnam, a Beirut e nell'operazione Desert Storm. Ora è sotto processo per il fallimento della missione di soccorso dell'ambasciata americana nello Yemen in cui sono morti tre suoi uomini e circa ottanta civili disarmati. Sceglie come avvocato il colonnello Hays Hodges, che non è il migliore ma è un commilitone cui ha salvato la vita in Vietnam e che sa cosa vuol dire combattere. Hays ha accettato un po' riluttante perché non si ritiene un grande avvocato e, forse, comincia a dubitare dell'uomo cui deve la vita. Davanti alla Corte Marziale, Childers dichiara che sono stati i i civili ad aprire il fuoco ma forse il governo vuole usarlo come capro espiatorio per uscire fuori da una delicata situazione diplomatica. Le regole di combattimento che i burocrati stabiliscono a tavolino, non sempre si adattano a situazioni di emergenza in cui le decisioni vanno prese all'istante. Anche se tutti sono in buona fede e vogliono il bene del proprio Paese, gli Stati Uniti, i comportamenti possono divergere.
SCHEDA FILM
Regia: William Friedkin
Attori: Tommy Lee Jones - Colonnello Hays 'Hodge' Hodges, Ben Kingsley - Ambasciatore Mourain, Samuel L. Jackson - Colonnello Terry L. Childers, Anne Archer - Signora Mourain, Philip Baker Hall - Generale H. Lawrence Hodges, Blair Underwood - Capitano Lee, Mark Feuerstein - Capitano Tom Chandler, Guy Pearce - Maggiore Mark Biggs, Bruce Greenwood - William Sokal, Dale Dye - Generale Perry, Amidou - Dottor Ahmar, Richard McGonagle - Giudice Colonnello E. Warner, Baoan Coleman - Colonnello Binh Le Cao, Nicky Katt - Hayes Hodges Iii, Ryan Hurst - Capitano Hustings
Soggetto: James Webb
Sceneggiatura: Stephen Gaghan
Fotografia: William A. Fraker, Nicola Pecorini
Musiche: Mark Isham
Montaggio: Augie Hess
Scenografia: Robert W. Laing
Costumi: Gloria Gresham
Effetti: Paul J. Lombardi, Richard S. Wood, Digital Domain, Cinema Research Corporation
Altri titoli:
Reglas de compromiso
Rules - Sekunden der Entscheidung
Les règles d'engagement
L'enfer du devoir
Durata: 128
Colore: C
Genere: THRILLER
Specifiche tecniche: PANAVISION, 35 MM (1:2.35) - DE LUXE
Tratto da: UNA STORIA DI JAMES WEBB
Produzione: SEVEN ARTS PRODUCTIONS - PARAMOUNT PICTURES - MFP MUNICH FILM PARTNERS GMBH & COMPANY I. PRODUKTIONS KG - ROE PRODUCTIONS KG
Distribuzione: EAGLE PICTURES (2000)
NOTE
- PRESENTATO AL 21° TORINO FILM FESTIVAL (2003) IN OCCASIONE DELLA RETROSPETTIVA DEDICATA AL REGISTA.
CRITICA
"Ispirandosi a un episodio non immaginario, William Friedkin, uno che conosce bene il braccio violento della legge, non dimentica la tensione patriottica (ombre e gloria sulla bandiera a stelle e strisce), ma punta specie su un meccanismo da thriller. Però il film ha fatto infuriare lo Yemen e altri Paesi arabi, che ne hanno proibito la diffusione, accusandolo di xenofobia e razzismo. In compenso agli spettatori americani è molto piaciuto, forse per le frasi pronunciate con fierezza dai due protagonisti: 'Onore, Patria e Dovere' o, a scelta, 'Coraggio, valore e sacrificio'. Le regole dell'io, appunto". ('Carnet', settembre 2000)
"Il cinema classico è un cinema 'di destra'? Grande prova di regia per William Friedkin in un film d'altri tempi, molto provocatorio e (fintamente) patriottico". (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 17 novembre 2000)
"La morale è quella che è, ma lo spettacolo è costruito con tali impeti che l'impone. Vi concorrono gli interpreti. Tommy Lee Jones è, con maschera forte e segnata, il difensore. Samuel Jackson e l'accusato. C'è anche Ben Kingsley. Come ambasciatore prima codardo poi pronto a mentire non poteva essere più laido". (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 10 novembre 2000)
"Fa tristezza trovare il nome di William Friedkin associato a un film come 'Regole d'onore'. Non perché sia diretto male. Il motivo della tristezza è nel modo in cui Friedkin difende l'indifendibile, agitando la bandiera a stelle e strisce come in un film di propaganda dei tempi di John Wayne. Il garante della libertà è l'esercito americano; gli islamici sono infidi e assassini; l'istituzione militare va difesa ad ogni costo. 'Regole d'onore' è un inno alla paranoia di una nazione che continua a prendersi per il gendarme del mondo". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 12 novembre 2000)
"Film furbo, del tutto scorretto politicamente, efficace alla maniera di William Friedkin, recitato molto bene: classico conflitto giudiziario, classica amicizia virile". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 10 novembre 2000)