Per la giovane Marie Laure, impiegata in un laboratorio fotografico, la giornata non poteva cominciare peggio: un test di gravidanza positivo, il furto del motorino, il licenziamento... Anche per Luis, conducente di autobus, le cose non vanno bene: è stato appena lasciato dalla moglie. Intanto Hortense, madre di due figli, cerca di spingere il marito a partire, per poter così avere campo libero con il suo amante. Dimenticata a scuola dai genitori per un equivoco, Lucie, si convince poco a poco di essere stata abbandonata.
SCHEDA FILM
Regia: Marion Vernoux
Attori: Hélène Fillières - Marie Larue, Karin Viard - Hortense Lasalle, Sergi López - Luis Del Sol, Jane Birkin - Jane, Clémentine Célarié - Michele, Victor Lanoux - Maurice Degombert, Gilbert Melki - Shermann, Melvil Poupaud - Ben, Jonathan Zaccaï - Pierre, Valérie Benguigui - Stephanie, Atmen Kelif - Jean-Mi, Marie-Sophie L. - Patricia Shermann, Evelyne Buyle - Evelyne, Philippe Harel - Antoine Lassalle
Soggetto: Nathalie Kristy, Marion Vernoux
Sceneggiatura: Marion Vernoux, Nathalie Kristy
Fotografia: Dominique Colin
Musiche: Alexandre Desplat, Catherine Ringer
Montaggio: Lise Beaulieu
Scenografia: Emmanuelle Duplay
Costumi: Virginia Vogwill
Altri titoli:
A HELL OF A DAY
MEME PAS MAL
Durata: 96
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM. (1:1,85)
Produzione: ADR PRODUCTIONS, LE STUDIO CANAL+, CENTRE NATIONAL DE LA CINEMATOGRAPHIE, COFIMAGE, GIMAGES 4, FRANCE 3 CINEMA - STUDIO CANAL
Distribuzione: NEXO (2003)
Data uscita: 2003-06-06
NOTE
IN CONCORSO ALLA 58MA MOSTRA DI VENEZIA NELLA SEZIONE "CINEMA DEL PRESENTE"
CRITICA
"Tranquilli, 'Regine per un giorno' non è un drammone ma il quarto film di Marion Vernoux ('Love' etc. ), che guarda con saggia ironia i suoi piccoli eroi, tra cui spiccano l'adorabile Karin Viard, petulante adultera maltrattata dagli amanti, e Sergi Lopez, conducente di autobus dalle enormi basette. Ma c'è attenzione anche per i comprimari. La Vernoux ha classe". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 6 giugno 2003).
"Fino dai titoli di testa, che scorrono sulle note di Georges Brassens, Marion Vernoux mette in immagini un saggio sull'incomunicabilità contemporanea; tasta la chiave dell'ironia (anche nel linguaggio un po' saccente, in stile 'cinema moderno') ma, alla fine, è sempre l'amarezza a prevalere". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 14 giugno 2003)