Rashomon

GIAPPONE 1950
Per sottrarsi alla pioggia, si rifugiano sotto il portale del tempio di Rasho-Montre persone: un prete buddista, un taglialegna e un servo. I primi due sono turbati per un fatto avvenuto pochi giorni avanti. Un samurai è stato ucciso nel bosco: i sospetti dell'autorità si concentrano sul brigante Tagiomaru che, arrestato, afferma d'aver violentato Mesago, la moglie del samurai, e di essersi poi battuto a duello col marito. Ma viene smentito da Mesago, la quale afferma che, dopo la violenza, essa stessa aveva ucciso il marito per non dover sopportare il suo disprezzo. Per appurare la verità, i giudici fanno evocare lo spirito del samurai. Questi afferma che Mesago, dopo essere stata posseduta, ha invitato il brigante ad assassinare suo marito. Tagiomaru si è rifiutato ma il samurai, non potendo sopportare l'obbrobrio si è ucciso. Tutti mentono, si domanda, desolato, il prete buddista. Si ode dal tempio il pianto d'un bimbo abbandonato: il taglialegna, che ha già sei figlioli, lo raccoglie per allevarlo coi suoi.
SCHEDA FILM

Regia: Akira Kurosawa

Attori: Toshirô Mifune - Tajomaru, il bandito, Machiko Kyô - Masago, Masayuki Mori - Takehiro, il samurai, Takashi Shimura - Il boscaiolo, Minoru Chiaki - Il bonzo, Kigigiro Vedo - La guardia, Fumiko Honma - La maga, Daisuke Katô - Il servo, Kichijiro Ueda - Il passante

Soggetto: Ryunosuke Akutagawa

Sceneggiatura: Shinobu Hashimoto, Akira Kurosawa

Fotografia: Kazuo Miyagawa

Musiche: Fumio Hayasaka

Montaggio: Akira Kurosawa

Scenografia: Takashi Matsuyama

Altri titoli: In the Woods, Rasho-Mon

Durata: 88

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO THRILLER

Tratto da: dai racconti "Rashomon" e "In a Grove" di Ryunosuke Akutagawa

Produzione: DAIEI MOTION PICTURE CO., DAIEI STUDIOS

Distribuzione: CEI INCOM DIADEI - VIVIVIDEO, SAN PAOLO AUDIOVISIVI

NOTE
- LEONE D'ORO PER IL MIGLIOR FILM ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 1950. - OSCAR 1951 PER MIGLIOR FILM STRANIERO. - NE ESISTE UN REMAKE: L'OLTRAGGIO ('THE OUTRAGE', 1964) DIRETTO DA MARTIN RITT, CON PAUL NEWMAN E CLAIRE BLOOM.
CRITICA
"Questo film rappresenta un'arte cinematografica molto diversa dall'occidentale: la sua notevole efficacia è da attribuirsi alla sincerità e profondità di ispirazione. (...) Lo spettacolo sconcertante dell'umana fragilità e inconsistenza genera nell'animo del filosofo un senso di sfiducia, che soltanto una spontanea manifestazione d'umana carità può fargli superare" ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 31, 1952)