Una troupe televisiva gira uno "special" nelle discoteche sul lago di Garda dove, oltre all'attore Jerry Calà, approdano gruppi di giovani di varia provenienza: Schizzo, di Bolzano, che approfitta di un'avventura sentimentale del padre, per coglierlo di sorpresa, e carpirgli la chiave della sua lussuosa automobile; Chicco, uno studente liceale, che si lascia irretire da una ragazza sfrontata; Patrizia e Annamaria, desiderose d'interrompere per una volta la loro monotona vita di lavoratrici di provincia; Jerry, attore di successo, vistosamente "premiato" da un gruppo di fan e ossessionato da Adrenalina, uno spregiudicato manager che vuole irretirlo con Samantha, una svampita minorenne; Beppe, addetto alle pubbliche relazioni, che dopo aver procurato all'amica russa Irina un posto di "cubista" le affida il fratello Dario giunto dalla città e che poi deve salvare dalle sollecitazioni del transessuale Giovanna; due giovani, Fabio e Sonia, che portano all'ospedale il loro amico Mirko per sottrarlo dalla spirale della droga; un giovane stravagante che lascia per una parte della notte la discoteca per correre ad assistere un'amica in coma.
SCHEDA FILM
Regia: Jerry Calà
Attori: Valerio Staffelli - Corrado, Walter Nudo - Tony, Alessia Merz - Lory, Jerry Calà - Jerry, Sergio Vastano - Adrenalina, Maria Monsè - Samantha, Francesca Rettondini - Sonia, Matteo Chioatto - Mirko, Ivan Lucarelli - Dario, Matteo Zorzin - Chicco, Ivan Venini - Schizzo, Stefania Gagliardi - Patrizia, Katiuscia Kopnina - Irina, Dario Cassini - Beppe, Andrea Schiassi - Fabio, Alessandra Di Sanso - Giovanna, Fabio Testi - Padre Di Schizzo
Soggetto: Jerry Calà, Gino Capone
Sceneggiatura: Jerry Calà, Gino Capone
Fotografia: Marco Sperduti
Musiche: Michelangelo La Bionda, Carmelo La Bionda
Montaggio: Brunetto Casalini
Scenografia: Enrico Scampini
Durata: 102
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Produzione: GARDA FILM
Distribuzione: MEDUSA FILM - MEDUSA VIDEO
NOTE
REVISIONE MINISTERO APRILE 1996.
CRITICA
Inutile dire che l'ambizione è spropositata: Calà non è Robert Altman, i suoi personaggi non hanno rilievo e gli interpreti che Dio li perdoni. Nella notte brava si succedono rozze seduzioni, amori al gabinetto, tirate di marijuana, spaccio di droga, crisi da ricovero, coma da incidente d'auto. " tutto un prendersi ed un lasciarsi, un rincorrersi da una discoteca all'altra, baci e botte che si protraggono fino all'alba quando si fa cin-cin col cappuccino. Sul tormentone di un'inchiesta televisiva (domande stupide e risposte in bianco e nero), qualcuno proclama che le sabatine sono il sintomo di un declino dell'occidente, qualcun altro fa la morale. Purtroppo lo spettacolo offre solo la deludente effervescenza dell'effimero. (La Stampa, Alessandra Levantesi, 27/11/95) Il guaio è che Ragazzi della notte non riesce a costruire un minimo di storia, sia pure "micro". Con l'aggravante di un gergo giovanilistico (il tipo sessualmente freddo è "Capitan Findus", una bella ragazza è "ravanabile") che sarà magari iperrealista, ma filtrato dal quarantenne Calà suona proprio artefatto. (La Repubblica, Roberto Nepoti, 1/12/95) Il pezzo migliore di Ragazzi della notte è quello autoironico di Calà nel ruolo di se stesso impegnato a liberarsi di una esuberante sedicenne che vuole fare l'attrice (quando finiscono al letto lui si addormenta). Per il resto si tratta di un film di rara monotonia, piattezza e sciatteria, dove lo spaccato generazionale è privo di qualsiasi incisività. In quanto all'osservazione comportamentale e la rappresentazione dei rituali giovanili, l'attore e il suo sceneggiatore devono andare a scuola dagli americani. (Il Mattino, Alberto Castellano, 2/12/95) Ognuno dice le ovvietà della sceneggiatura di Calà e Capone, da ritaglio di statistiche: ma non si forma mai un racconto, non c'è mai un'emozione, non ci si affeziona ad alcuno. Perché non fare un vero documentario? Con l'alba, spunta sulla dolce vita un po' di moralismo, le situazioni più o meno si accomodano e un garzone bravo ragazzo dimostra che non tutto è perduto. I paradisi sono di provincia, la musica, l'auto, la cocaina; il pericolo è lavorare; il problema dell'aborto viene risolto ripetendo tre volte la parolina con due zeta, la più diffusa in Italia. Imperano la musica e le luci psichedeliche. Il cast è tutto paratelevisivo, ma di seconda serata: carne e carini, ma di allevamento, con l'espressione stroboscopica. (Corriere della Sera, Maurizio Porro, 26/11/95)