Claudia e Silvia sono due studentesse ventenni che condividono un appartamento e un segreto: entrambe si vendono sul web per rendersi economicamente indipendenti. Dapprima sono legate dalla complicità, ma presto Silvia si pente e le due ragazze smettono di essere amiche. Rimasta sola, Claudia commette un grave errore: infrange la regola che si era imposta, ovvero confonde la vita virtuale con quella reale e decide di incontrare un suo ardente ammiratore con il quale sente di essere sentimentalmente coinvolta.
SCHEDA FILM
Regia: Marco Pontecorvo
Attori: Carolina Crescentini - Claudia, Francesca Inaudi - Silvia, Bruno Wolkovich - Gabriele, padre di Flaminia, Roberto Citran - Biondino, Daniele Monterosi - Studente "Il Rosso", Augusto Fornari - Renato, Emiliano Coltorti - Giorgio, Giulia Weber - Madre di Claudia, Imma Piro - Madre di Flaminia
Sceneggiatura: Andrea Purgatori
Fotografia: Vincenzo Carpineta, Vincenzo Carpineta
Montaggio: Massimo Quaglia
Scenografia: Massimiliano Nocente
Costumi: Catia Dottori
Suono: Fabio Melorio
Altri titoli:
Mai per amore: Ragazze in web
Colore: C
Genere: DRAMMATICO FILM TV
Produzione: TONINO NIEDDU, CLAUDIA MORI PER RAI FICTION, CIAO RAGAZZI!
NOTE
- LA COLLANA "MAI PER AMORE" (IN ONDA SU RAI UNO TRA APRILE E MARZO 2012) PRENDE IL TITOLO DAL BRANO OMONIMO, SCRITTO E CANTATO DA GIANNA NANNINI, CHE È ANCHE LA COLONNA SONORA AI QUATTRO FILM TV DELLA COLLANA. GLI ALTRI SONO: "TROPPO AMORE" (REGIA DI LILIANA CAVANI, CON ANTONIA LISKOVA E MASSIMO POGGIO); "LA FUGA DI TERESA" (REGIA DI MARGARETHE VON TROTTA, CON STEFANIA ROCCA E ALESSIO BONI); "HELENA E GLORY" (REGIA DI MARCO PONTECORVO, CON BARBORA BOBULOVA E THOMAS TRABACCHI).
CRITICA
Dalle note di regia: "Ho sposato il progetto perché, oltre ad essere in compagnia di due grandi registe mi sembrava che tutti volessero un prodotto di qualità e quindi mi sono sentito protetto (...) 'Ragazze in web' era quello che nascondeva più insidie e con Andrea Purgatori, lo sceneggiatore, ce ne siamo resi conto sin dal primo incontro. Che posizione prendere nei confronti delle due protagoniste (...). Non bisognava né giudicarle né compatirle e questo gioco di equilibrismo era fondamentale per la riuscita del film. Spero di esserci riuscito, pur mantenendo coerentemente la mia posizione sul problema che investe una grandissima fascia di ragazze tra i quattordici e i trent'anni e che credo debba preoccupare tutti noi, soprattutto chi si occupa di formazione nel nostro paese (...)."