1972. Andrea e Martina si incontrano durante una manifestazione studentesca. Lui è già iscritto all'università, lei invece frequenta ancora le scuole superiori. I due vivranno la loro prima, intensa, storia d'amore che avrà come colonna sonora le canzoni dell'LP 'Questo piccolo grande amore' di Claudio Baglioni.
SCHEDA FILM
Regia: Riccardo Donna
Attori: Emanuele Bosi - Andrea, Mary Petruolo - Giulia, Daniela Giordano - Anna, Mariella Valentini - Vittoria, Federico Galante - Leo, Claudio Cotugno - Vincio, Valentino Campitelli - Secco, Giulia Amato - Irene, Veronica Corsi - Cinzia, Matteo Urzia - Nico, Stefano Masciolini - Marco, Veronica Bruni - Prof.ssa di Greco, Giancarlo Previati - Sergio, Piero Cardano - Sasà, Andrea Gherpelli - Lubrano, Antonio Gerardi - Reggiani, Ivano Marescotti - Prete, Federico Costantini - Ragazzo finale
Soggetto: Claudio Baglioni, Ivan Cotroneo
Sceneggiatura: Ivan Cotroneo, Claudio Baglioni
Fotografia: Federico Schlatter
Musiche: Claudio Baglioni
Montaggio: Fabrizio Rossetti
Scenografia: Alessandra Panconi, Leonardo Conte
Arredamento: Alessandra Panconi, Leonardo Conte
Costumi: Mary Montalto
Effetti: Stefano Marinoni
Suono: Alessandro Rolla - presa diretta
Durata: 110
Colore: C
Genere: ROMANTICO COMMEDIA
Produzione: MATTEO LEVI E GIANNANDREA PECORELLI PER 11 MARZO FILM, AURORA FILM, MEDUSA FILM IN COLLABORAZIONE CON SKY E CON LA COLLABORAZIONE DELLA FILM COMMISSION TORINO PIEMONTE
Distribuzione: MEDUSA
Data uscita: 2009-02-11
CRITICA
"Avvertenza: non essendo un musical alla maniera di 'Across the universe', coi protagonisti che si mettono a cantare, i quindici brani dell'album, da 'Piazza del Popolo' a 'Con tutto l'amore che posso', scandiscono e commentano la parabola di quel primo amore. La manifestazione, il colpo di fulmine al bar, gli amici che sfottono, il primo amplesso, l'arrivo della cartolina rosa, lo sfibrarsi del legame causa distanza, l'equivoco a Porta Portese, la consapevolezza che quel sentimento è troppo grande per essere vissuto. Baglioni s'è detto 'molto soddisfatto' al punto da firmare il copione." (Michele Anselmi, 'Il Giornale', 10 febbraio 2009)
"Il film, nel suo insieme, non fatica a meritarsi simpatia: per la sua gentilezza, il suo garbo, la finezza delle notazioni amorose e, non certo da ultimo, per quella cornice romana anni Settanta che Baglioni, nelle sue canzoni, aveva rievocato con precisione e che la regia di Riccardo Donna rappresenta poi con sensibilità e con calore. Altro merito, proprio le canzoni. Si ascoltano nella colonna sonora ed è Baglioni che, cantando, commenta implicitamente non solo la storia ma l'animo, i pensieri, le reazioni dei personaggi che a suo tempo si era inventato. Senz'altro una novità. Che potrebbe fare scuola. I protagonisti, Mary Patruolo e Emanuele Bosi, come il regista vengono dalla televisione. Ma sono plausibili anche sul grande schermo." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 10 febbraio 2009)
"E' un susseguirsi di strazianti banalizzazioni, sguardi languidi e boccucce imbronciate. Dopo averlo visto in maniera corretta, fate la riprova in dvd partendo di tanto in tanto con lo scorrimento veloce: sguardi languidi, boccucce imbronciate, banalità; non perdete nulla. E proprio indecente." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 13 febbraio 2009)
"'Across the universe' di Claudio Baglioni: il regista Riccardo Donna entra nella canzone cult e altre girando un maxi film video in cui poi si ricicla alla grande il melò teen agers della notte prima degli esami. (...) Meglio il secondo tempo con caserma, almeno il coraggio del finale malinconico open, non lieto. Nei dolci inganni due ragazzi carini, patinati ma non viene fuori dagli occhi al collirio un'emozione vera: la Petruolo è bella, riccioloni a posto, si sente la lacca, una Barbie della Muti; Bosi è un torvo Scamarcio di riserva." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 13 febbraio 2009)
"Francamente ci si aspettava qualcosa di più o semplicemente qualcosa da quest'operazione a tavolino di nostalgia canterina. La regia dell'esperto di fiction Riccardo Donna è il massimo dell'anestesia visiva, la sceneggiatura di Ivan Cotroneo e il festival delle frasi fatte mentre né Emanuele Bosi né Mary Petruolo riescono a proporre corpi e recitazione che non ricordino qualcuno di già visto mille volte. Lui è il tipo alla Scamarcio e lei la Chiatti. Baglioni non smette mai di cantare in colonna sonora ma, purtroppo, non si tratta di un concerto." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 13 febbraio 2009)
"La coppia protagonista non è brava e nemmeno troppo simpatica. San Valentino non merita granché, ma così è troppo." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 13 febbraio 2009)