Si tratta di un documentario, le cui riprese effettuate in America, Asia ed Africa, inquadrano aspetti particolarmente suggestivi delle varie regioni. Il film s'inizia con le vedute del villaggio disneyano, ricostruzioni del selvaggio west e tipiche cittadine ottocentesche, alle quali seguono scene del Parco Nazionale della Valle della Morte, del deserto con la città di Las Vegas, della Vallata Monumentale, ed infine alcune visioni di costruzioni rievocanti le antiche civiltà precolombiane. L'obiettivo si sposta più a sud per riprendere l'irreale paesaggio del mar Caraibico con la fitta foresta dei tralicci d'acciaio dei pozzi petroliferi. Nell'America meridionale ecco la baia di Rio de Janeiro, dominata dalla, gigantesca croce. Da Rio al Cairo, alle piramidi, alla Valle dei Re, alle città morte, dove la vita dei contadini si svolge come ai tempi degli antichi egizi. Dal Cairo a Rodi, al Cashmir, a Ceylon, è tutto un susseguirsi di paesaggi vari, di costumanze diverse. L'India misteriosa è rappresentata dai templi maestosi, dai principeschi palazzi. Dall'India si ritorna in Africa e l'aspetto selvaggio della natura esercita sull'animo una forte suggestione, riempiendolo di stupore e di sgomento.
SCHEDA FILM
Regia: Angelo Negri, Ugo Lazzari, Eros Macchi
Soggetto: Ugo Lazzari, Angelo Negri, Eros Macchi
Sceneggiatura: Eros Macchi, Ugo Lazzari, Angelo Negri
Fotografia: Tonino Delli Colli, Massimo Dallamano, Alvaro Mancori, Gregorig, Gian Maria Rimoldi
Musiche: Mario Nascimbene
Montaggio: Eraldo Da Roma
Altri titoli:
QUESTO NOSTRO MONDO
Durata: 76
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Specifiche tecniche: TOTALSCOPE FERRANIACOLOR
Produzione: BMB, FERRY MEYER
Distribuzione: BMB - REGIONALE
CRITICA
"Più che di un documentario si tratta di una specie di assortimento di documentari che ha lo scopo di mostrare aspetti particolari di alcune zone più caratteristiche dell'Africa, dell'America, e dell'Asia. Certe sequenze sono belle e pittoresche, e nel complesso il film consegue il suo fine di divertire e di istruire, pur senza essere tra i migliori del genere". (U. Tani, "Intermezzo", 8/9, maggio 1957).