Omar Rezaghi, 28enne dottorando iraniano dell'Università del Kansas, ha finalmente ottenuto un incarico prestigioso: scrivere la biografia dello scrittore uruguayano Jules Gund, autore di un unico libro, ma di grande successo, e morto suicida con un colpo di arma da fuoco. Tuttavia, la vedova, il fratello e l'ultima amante di Gund, che vivono tutti insieme nella tenuta di Ochos Rìos, non hanno alcun desiderio di veder arrivare un intruso a ficcanasare nei loro fatti privati. Omar dovrà quindi trovare il modo di farsi accettare dalla bizzarra famiglia Gund, e allo stesso tempo, venendo a conoscenza dei fatti della vita del protagonista della biografia e del suo entourage, imparerà a capire molte cose anche di se stesso.
SCHEDA FILM
Regia: James Ivory
Attori: Anthony Hopkins - Adam Gund, Laura Linney - Caroline Gund, Charlotte Gainsbourg - Arden Langdon, Omar Metwally - Omar Razaghi, Hiroyuki Sanada - Pete, Alexandra Maria Lara - Deirdre, Norma Aleandro - Sig.ra Van Euwen, Kate Burton - Lucy, Norma Argentina - Alma, Ambar Mallman - Portia, Luciano Suardi - Dottor Pereira
Soggetto: Peter Cameron - romanzo
Sceneggiatura: Ruth Prawer Jhabvala
Fotografia: Javier Aguirresarobe
Musiche: Jorge Drexler, Richard Robbins
Montaggio: John David Allen
Scenografia: Andrew Sanders
Costumi: Carol Ramsey
Durata: 118
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)
Tratto da: romanzo "Quella sera dorata" di Peter Cameron (Adelphi, coll. Fabula)
Produzione: MERCHANT IVORY PRODUCTIONS
Distribuzione: TEODORA FILM (2010)
Data uscita: 2010-10-08
NOTE
- PRESENTATO IN ANTEPRIMA, FUORI CONCORSO, ALLA IV EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2009).
CRITICA
"Anche il film di Ivory, 'The City of Your Final Destination', parla di libertà, ma quella più psicologica che lega i protagonisti al loro passato e a persone che a volte assomigliano a vampiri. Lo scopre sulla propria pelle un giovane universitario americano (Omar Metwally) finito in un'isolata fazenda dell'Uruguay per avere dagli eredi di uno scrittore morto suicida la liberatoria sulla sua biografia. Si troverà a lottare con un nodo di vipere quasi inestricabile, compresa l'ingombrante presenta di una fidanzata decisionista: un quadro che Ivory racconta con ironia e sapienza (e attori superlativi: Anthony Hopkins, Laura Linney, Charlotte Gainsbourg, Alexandra Maria Lara) coinvolgendo lo spettatore nella lotta che tutti fanno per conquistare il diritto ad agire (e magari sbagliare) con le proprie forze." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 17 ottobre 2009)
"Non è in costume: ci sembra questa la prima notizia da dare, di fronte a un film di James Ivory. Che in Italia ha un'immagine legata a film 'da tè delle 5', da 'Camera con vista' in poi. 'Quella sera dorata' è invece, curiosamente, un film interessante da vedere in coincidenza con il premio Nobel a Vargas Llosa: perché si svolge in Sudamerica e vi si parla di scrittori famosi e controversi, ispirandosi a un romanzo di Peter Cameron. (...) II film diventa quindi la messinscena di un coacervo familiare, un 'vorrei essere Luchino Visconti' comunque assai più godibile di molti Ivory recenti. Con un Anthony Hopkins ormai cliché di se stesso, e una Laura Linney formidabile - la più grande attrice sconosciuta del mondo." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 8 ottobre 2010)
"L'eleganza rara, l'atmosfera dolce e nostalgica della memoria, esotismo umano singolare, bella sceneggiatura, interpreti magnifici: ci sono in 'Quella sera dorata' molte virtù dei film di Ivory. (...) Tratto dal romanzo di Peter Cameron (Adelphi), il film è pervaso d'una malinconia lieve e ironica, raffinata. L'assenza del defunto produttore fisso e amico del regista, Merchant, non è troppo avvertibile, o almeno non è avvertibile superficialmente. Gli attori scelti con intelligenza non potrebbero essere più bravi (Laura Linney, la vedova ufficiale, è ammirevole); il paesaggio esuberante fornisce uno sfondo bello alle passioni umane; il sentimento del protagonista la cui futura carriera e futuro successo dipende soprattutto dalla famiglia, è un sottile mix di ingenuità e arrivismo. Tutto molto ben fatto." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 8 ottobre 2010)
"Dopo aver perso il produttore e compagno di una vita Ismail Merchant, il venerabile James Ivory torna ormai 82 enne con un film che sembra un distillato (un poco sfiatato) del suo cinema: 'The City of Your Final Destination', in italiano 'Quella sera dorata', come il romanzo di Peter Cameron da cui è tratto (Adelphi). Personaggi eleganti, dunque, cast impeccabile benché un poco diseguale, ambientazione esotica quanto fastosa, dialoghi cesellati alla virgola. E un languore di fondo da 'cinema del nonno' ma con tutti gli ingredienti e i sentimenti al posto giusto. (...) Trattandosi di un film in costume, benché contemporaneo (o quasi: siamo nel 1995), le donne si chiamano Arden o Deirdre. E tutto - luci, abiti, arredi, dialoghi, sguardi, sottintesi - è impeccabile, squisito, un poco affettato. Secondo il gusto sempre un poco antiquariale di Ivory. A meno che non sia la spasmodica ricerca di un passato (di una identità) che oggi ormai sembra monopolio dei registi americani. Dopo molti incidenti e quiproquo; comunque, ognuno affronta e scioglie i suoi nodi interiori, la verità si impone (verità dei sentimenti, non dei fatti), l'amore trionfa, il buon gusto pure. Dopotutto, perché no?" (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero, 8 ottobre 2010 )
"L' americano inglesizzato James Ivory è un cineasta che piace o dispiace moltissimo, fedele com'è a un'elegante e talvolta estenuata scrittura letteraria. In 'Quella sera dorata' queste discusse qualità sono declinate al meglio, sulle tracce di un giovane studioso che deve scrivere la biografia di un defunto e alquanto schivo autore emigrato in Uruguay. Giunto in Sudamerica, il ragazzo si scontrerà con una strana comunità d'eredi, interpretati da ottimi attori (tra cui il grande Anthony Hopkins e la brutta sensuale Charlotte Gainsbourg) e definiti da dialoghi sfumati di humour e nostalgia: ne scaturisce un tipico film da salotto, onorato dal viavai psicologico raffinato e dalla delicatezza d'inquadrature e sequenze narcisistiche quanto basta. Più che le lezioni di vita desunte dall'indagine accademica, lo spettatore gradirà certi affondi recitativi eseguiti in grande economia di mezzi." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 8 ottobre 2010)
"Dal romanzo di Peter Cameron (Adelphi), il ritorno del cineasta stile&letteratura James Ivory, con personaggi intriganti e seduttivi affidati a interpreti di marchio doc; a partire da Hopkins, che si permette di recitare con sfuggente carisma e qualche compiacimento di classe. (...) Stravaganti un po' tutti, in questa scombinata combinazione di scetticismo, deriva e sensibilità artistiche che a volte interessa. Nel cuore del regista, c'è la vicenda ancora amara dell'ostilità della famiglia Picasso quando girò la biografia del maestro." (Silvio Danese, 'Nazione, Carlino, Giorno, 8 ottobre 2010)
"Curioso di vita, di affetti e di contraddizioni, a 82 anni James Ivory è partito per l'Argentina alla conquista delle nuove sensazioni prodotte dal bel romanzo di Peter Cameron 'Quella sera dorata'. (...) Facile ma anche inesatto dire che è un cinema da salotto per signore: Ivory ha una forza cinica, un gusto del dialogo, una voglia di stupire coi meccanismi narrativi, un viril coraggio di guardarci in faccia che lo rendono un sempre attuale rabdomante di sentimenti pur all'interno di una struttura di cinema in cui gli effetti speciali sono un tributo alla sofferenza appena annacquata col buon whisky. (...) Anche questa sulle pampas e gli alveari è una camera con vista su figure lacerate e piene di dubbi, le cui difficili relazioni sono il nucleo di un romanzo introspettivo che diventa, tradizionalmente recitato ed impaginato, un classico film di Ivory." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 8 ottobre 2010)
"Ivory realizza il sogno sudamericano e uno dei suoi film più bizzarri. Ispirato al best-seller di Peter Cameron e adattato con la talentuosa socia di una vita, Ruth Prawer Jhabvala, 'Quella sera dorata' sintetizza la follia post colonialista in una casa con ottima vista sulla campagna uruguayana. (...) L'indugio alla mollezza dei tramonti alcolici, le argute battute anti-British, l'internazionalità radical-chic: tutto a comporre l'universo Ivory, con qualche gradita accelerazione." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 7 ottobre 2010)