QUEL BANDITO SONO IO

ITALIA 1949
Leo, capo d'una banda di malfattori e falsi monetari napoletani, recatosi alla banca per tentare di spacciare una banconota falsa, scopre nel cassiere il proprio sosia. Di tale circostanza si valgono i seguaci di Leo per mandare al cassiere, Antonio Pellegrini, uomo tranquillo e mite, una lettera minatoria, che gl'impone di versare due milioni. La lettera appare firmata da un altro bandito, "Faccia d'Angelo", rivale e nemico di Leo, e attualmente in carcere. Antonio, spaventatissimo, accetta l'ospitalità dell'avv. Catoni, che lo nasconde insieme alla di lui moglie, Dorothy, un'inglese, ed al figliolo in una sua villa. Dorothy, che l'avvocato corteggia, passa per sua moglie, e Antonio per il servitore. Leo, fingendosi Antonio, va alla banca e riesce a compiere un ingente furto. Si svolgono vari episodi tragicomici, complicati dalla presenza di "Faccia d'Angelo", evaso dal carcere per vendicarsi di Leo, che gli ha rubato l'amante. Infine Leo e "Faccia d'Angelo", vengono arrestati e Antonio può ritornare a casa sua.
SCHEDA FILM

Regia: Mario Soldati

Attori: Mary Hinton, Joss Ambler, Peter Hilling, Christopher Kennard, Jimmy Ventola - Ciocio, Danny Green - Faccia D'Angelo, Jack McNaughton - El Greco, Jean Kent - Dorothy Pellegrini, Gordon Harker - Mr. Dotherington, Margaret Rutherford - Signora Dotherington, Rona Anderson - Stellina, Tamara Lees - Rossana, Robert Beatty - Antonio Pellegrini/Leo, Max Adrian - Avv. Catoni, Giulio Marchetti, Michael Balfour - Pete, Norman Shelley - Dobson, Walter Crisham - Caradotti

Soggetto: Peppino De Filippo

Sceneggiatura: Steno , Mario Monicelli, Mario Soldati

Fotografia: Mario Bava

Musiche: Nino Rota

Scenografia: Piero Gherardi

Effetti: Mario Bava

Altri titoli:

HER FAVOURITE HUSBAND

Durata: 84

Colore: B/N

Genere: COMMEDIA

Tratto da: DALLA COMMEDIA OMONIMA DI PEPPINO DE FILIPPO

Produzione: CARLO PONTI PER LUX FILM (ROMA)-COLIN LESLIE E JOHN SUTRO PER RENOWN (LONDRA)

Distribuzione: LUX /TITANUS - RCS FILMS&TV

NOTE
MUSICA DIRETTA DA FRANCO FERRARA.
CRITICA
"La trama è banale e priva di originalità; il lavoro manca di pregi artistici, ma è diretto con mano esperta". (Anonimo, "Segnalazioni Cinematografiche", Vol. XXVII, del 1950).