Le vicende di uno spietato cacciatore di teste, deciso a battersi contro un rivale per il controllo della società di inserimento all'impiego per cui lavora, fino a quando una tragedia familiare metterà in conflitto la sua vita personale con quella professionale. Per Dane Jensen, infatti, il successo richiede un po' di spietatezza; non si va da nessuna parte senza pestare qualche piede. Dopo anni di scalate al successo in azienda, Dane ha ora un obiettivo ancora più grande: il capo della società ha annunciato il suo ritiro ed è giunto il momento per lui di provare a prenderne il posto. Dane avrà quindi bisogno di tutte le sue energie, anche perché la sua concorrente è molto più giovane e altrettanto determinata. Il destino, però, ha in serbo per lui l'inimmaginabile: suo figlio di 10 anni si ammala gravemente. Dopo anni ad accumulare vittorie nel mondo degli affari, riuscirà Dane a trovare una soluzione per il dramma che si è abbattuto sulla sua famiglia?
SCHEDA FILM
Regia: Mark Williams (III)
Attori: Gerard Butler - Dane Jensen, Willem Dafoe - Ed, Alfred Molina - Lou, Gretchen Mol - Elyse Jensen, Alison Brie - Lynn Vogel, Dustin Milligan - Sumner, Kathleen Munroe - Toni, Max Jenkins - Ryan Jensen, Sierra Wooldridge - Ana, Julia Butters - Lauren Jensen, Dwain Murphy - Antoine, Brittany Anne Woodford - Melody, Jess Berry - Dottie, Anupam Kher
Sceneggiatura: Bill Dubuque
Fotografia: Shelly Johnson
Musiche: Mark Isham
Montaggio: Thom Noble
Scenografia: Charisse Cardenas
Arredamento: Rosalie Board
Costumi: Christopher Hargadon
Altri titoli:
A Family Man
Durata: 109
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: ARRI ALEXA, PANAVISION (1:2.35)
Produzione: NICOLAS CHARTIER, MARK WILLIAMS, CRAIG J. FLORES, ALAN SIEGEL, GERARD BUTLER, PATRICK NEWALL PER ZERO GRAVITY MANAGEMENT
Distribuzione: EAGLE PICTURES (2017)
Data uscita: 2017-06-08
TRAILER
NOTE
- TRA I PRODUTTORI ESECUTIVI FIGURA ANCHE BILL DUBUQUE.
CRITICA
"(...) raccontato in stile fluido e patinato, dolore vero neanche l'ombra nonostante un ragazzino rischi di morire ma sentiamo da lontano i passi della sceneggiatura e intrighi casalinghi da anni 50. La confezione è da serie, ma banalità a peso, Wall Street è sempre l'inferno ma un dottore indiano (quello di David Leavitt?) veglia su Gerard Butler, che si affanna invano." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 8 giugno 2017)
"Quando Butler è la star di un film bisogna purtroppo preoccuparsi. Aitante e fotogenico, l'attore s'inerpica quasi sempre su interpretazioni che richiedono un'intensità melodrammatica che non riesce a reggere, come dimostra anche «Quando un padre» (...). La confezione in salsa industrial-professionale del film è ottenuta, infatti, con una marcata convenzionalità di messa in scena e un vistoso dispendio di dialoghi grossolani, senza neppure sapere ricorrere all'estremismo spudorato dei classici del genere iettatorio." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 8 giugno 2017)
"Mark Williams è un produttore esordiente nella regia; Bill Dubuque uno sceneggiatore al secondo copione: risultato del loro impegno congiunto, 'Quando un padre' è una commedia drammatica che scorre con piatta prevedibilità dall'inizio alla fine. L'aspetto positivo è che lo scozzese Gerald Butler di '300' conferisce al personaggio di Dane Jensen una buona credibilità sia quando si presenta come un agguerrito cacciatore di teste (...); sia quando, sconvolto dalla leucemia del figlioletto, scopre la priorità assoluta dei valori affettivi rimettendo in gioco se stesso e la carriera. L'altro aspetto positivo sono le visite culturali ad alcuni fantastici edifici di Chicago a firma di grandi architetti (...). Mettiamo anche che l'interpretazione di Willem Dafoe (...) è al solito puntuale; aggiungiamo che il ragazzino Max Jenkins è delizioso. Sono valori, certo, ma non bastano a dare sugo al film." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 8 giugno 2017)
"Classica opera di formazione per adulti, meglio se professionisti egocentrici, l'esordio di Mark Williams offre ben pochi spunti di riflessione sulla forma cinematografica interamente piegata al contenuto edificante e moralistico da veicolare. Si salva il 'sex symbol' Butler, a tutto tondo in un dramma (finalmente) lontano dai consueti action, thriller e war movie." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 8 giugno 2017)
"L'esordio registico del produttore Williams è il classico racconto morale nordamericano contro il carrierismo (per noi italiani, oggi, è pura fantascienza ma in Usa è tema radicato). Film da non sottovalutare affatto. Butler è diventato noto con addominali, barba e urlo: «Questa è Sparta!», in '300' di Snyder. Qui è più dalle parti della prova dolcissima di un piccolo film con bimbo del 2004 intitolato 'Dear Frankie'." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 8 giugno 2017)
"Spiacerà a qualche spettatore attratto se non dalla trama dal ricco cast (Dafoe è comunque da vedere nel ruolo del capo super carogna). II guaio è appunto la trama. Sempre oltraggiosamente prevedibile, sempre manierata senza ritegno nel disegno dei personaggi." (Giorgio Carbone, 'Libero', 8 giugno 2017)
"Film da tema riciclato, perennemente a rischio esondazione, che riesce, però, a mantenere un equilibrio accettabile senza forzare lacrime che, comunque, scenderanno. Merito di un cast ben amalgamato nel quale riesce a far bella figura anche il monoespressivo Gerard Butler." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 22 giugno 2017)