Quando i bambini giocano in cielo

All'inizio del Novecento nella fredda Groenlandia Orientale un giovane cacciatore inuit saluta sua moglie e il suo bambino ancora in fasce, prima di partire per la pesca. Non farà più ritorno perché in alto mare, tra i fiordi, verrà assalito e ucciso per essere derubato del pescato. Al piccolo Quipigi non resta che un futuro di bambino senza padre in una società esposta alla crudeltà della natura e alla dura legge della sopravvivenza. Alla ricerca di un punto di riferimento e di una figura paterna, Quipigi si scontra con il crudele Klimé, nuovo marito di sua madre e deve assistere al fatto che persona che lui ha più cara al mondo venga relegata ai margini della casa, ultima e meno considerata delle mogli. Bisognoso di considerazione e di affetto, da adolescente, Quipigi si avvicina allo sciamanesimo antico e ai tarta, gli spiriti del ghiaccio, per avere da loro protezione ma poiché non riesce a dimenticare e a perdonare l'assassinio di suo padre, viene lasciato al suo destino dagli spiriti e abbandonato mentre vede naufragare ogni proposito di vendetta. Solo da anziano Quipigi potrà finalmente riconciliarsi con gli spiriti protettori ed attendere serenamente il momento della morte quando potrà riposare sul fondo del mare insieme ai suoi antenati. Questo avviene quando l'incontro con Matteo - un bambino italiano figlio di genitori separati, arrivato in Groenlandia per seguire un padre organizzatore di viaggi sempre assente e distratto - riuscirà a riconciliarlo con la sua intera esistenza.