Gerusalemme. Il sedicenne Asaf, timido e impacciato, ha una curiosa missione da compiere: ritrovare il proprietario di un cane abbandonato e recuperato dalle autorità comunali. Seguendo le piste indicate dal cane, Asaf viene a conoscenza delle bizzarre vicende in cui è coinvolta Tamar, la proprietaria dell'animale, scomparsa improvvisamente. In realtà, anche la ragazza è alle prese con una missione di recupero: è infatti alla ricerca di suo fratello, che si è messo nei guai con una banda criminale.
SCHEDA FILM
Regia: Oded Davidoff
Attori: Bar Belfer - Tamar, Yonatan Bar-Or - Asaf, Yuval Mendelson - Shai, Rinat Matatov - Shelly, Tzahi Grad - Pesach, Danny Steg - Tzahi, Neomi Polani - Theodora, Rami Davidoff - Yonatan, Smadar Jaaron - Lea
Soggetto: David Grossman - romanzo
Sceneggiatura: Noah Stollman
Fotografia: Yaron Scharf
Musiche: Ran Shem-Tov
Montaggio: Ron Omer
Scenografia: Shahar Bar-Adon
Altri titoli:
Someone to Run With
Durata: 118
Colore: C
Genere: AVVENTURA DRAMMATICO
Tratto da: romanzo omonimo di David Grossman (ed. Mondadori, 2001)
Produzione: B&K FILM PRODUCTIONS, JCS PRODUCTIONS
Distribuzione: MEDUSA (2008)
Data uscita: 2008-11-21
CRITICA
"La scelta di inquadrature instabili, macchina da presa a mano e immagini sgranate per fare 'verità' rappresenta convenzioni vetuste e un po' ovvie che, a tratti, sfiorano il dilettantismo. Però il vero peccato del film, in complesso gentile, è il doppiaggio, incongruamente fitto d'inflessioni romanesche."(Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 21 novembre 2008)
"Di Israele si parla per la sua guerra dei sessant'anni, ma la sua gioventù muore più per incidenti e droga: di questo si parla in 'Qualcuno con cui correre' di Odeod Davidoff, che fa le nozze coi fichi secchi, ma è meno noioso del collega Amos Gitai. (...) Mezz'ora di meno gioverebbe: e sarebbe meglio avere la versione originale sottotitolata che quella doppiata, ma 'Qualcuno con cui correre' è un film insolito, tra tanti fatti in serie."(Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 21 novembre 2008)
"Peccato che tutto sia avvolto da una luce biancastra da film per ragazzi e che a compensare tante brutture ci siano più sorrisi, canzoni, bellurie che in 24 ore di Videomusic. Va bene sfuggire ai cliché più triti su Israele e Gerusalemme, ma per favore non nominate il neorealismo invano..." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 21 novembre 2008)
"Un film strano, anche se imperfetto nei suoi eccessi surreali, un po' da spot per Mtv, con la scommessa comunque di un punto di vista adolescente per 'tradire' l'immaginario nazionale." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 21 novembre 2008)