Dopo un soggiorno a Pechino, Li torna nella natia Hegang per trovare un lavoro e sposare Li Zheng Min. Le buone intenzioni però non bastano e, dal momento che non riesce a trovare un impiego, le famiglie si oppongono al matrimonio dei due giovani. Nella provincia dello Heilongjiang, ai limiti della steppa siberiana, non arriva che l'eco che l'industrializzazione e del boom economico cinese. A Li e ai suoi amici non resta che sognare davanti ai poster di Bruce Lee e Andy Lau appesi nelle loro stanzr e ascoltare con invidia i racconti di quanti tornano a casa giusto il tempo necessario per sbrigare le pratiche del passaporto e ripartire. Sono giovani, ma sono inchiodati a una realtà troppo piccola, nell'attesa che succeda qualcosa...
SCHEDA FILM
Regia: Geng Jun
Attori: Liu Jin Cai - Li Zheng Min, Wang Guo Qing - Yuan Li Guo, Gao Tie Ying - Xu Gang, Liu Jin Bao - Shi Lei
Sceneggiatura: Geng Jun
Fotografia: Qiu Zhen, Yuan Deqiang
Musiche: Liang Long
Montaggio: Wang Yaozhi, Li Hongqi
Scenografia: Zhang Xianmin
Costumi: Zeng Bijia
Altri titoli:
Youth
Durata: 106
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: HDCAM
Produzione: ZHANG XIANMIN PER INDIE WORKSHOP
TRAILER
NOTE
- IN CONCORSO ALLA IV EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2009).
CRITICA
"Così i fidanzamenti si disfano e Jincan per disperazione si suicida: tanti suoi coetanei sognano di diventare gangster come nei film e intanto sfoggiano cellulari alla moda, importante è sembrare e non essere. Così nascono le intimidazioni, i litigi, i clan e le risse in una delle quali il fratello di Jincan viene colpito e rimane paralizzato. Una serie di sventure si riversa sui giovani presentati da 'Qingnian'. E noi che avevamo aperto con fiducia il catalogo di Geng Jun rimaniamo lì sbigottiti da quanto abbiamo visto." (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 21 ottobre 2009)
"'Youth' è il secondo film di Geng Jun, regista e sceneggiatore nato nella regione che racconta, già autore di 'Barbecue'. Il riferimento è come sempre tra le giovani generazioni del cinema cinese indipendente Jia Zhangke di cui però si è perduta la «lezione» (inconsapevole) adottando questo modello - paradossi e conflitti del capitalismo cinese - che piace molto ai festival occidentali. Qui c'è un innesto di tragicommedia, gag di goffaggini amarissime. Ma il film è meccanico, senza compassione per i suoi personaggi né la capacità critica di metterne a fuoco la realtà." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 21 ottobre 2009)
"Tutt'altro tono per il film cinese in concorso, 'Qingnian' (Gioventù) di Geng Jun, che racconta con lo stile dimesso di un neo-neorealismo la perdita di ogni valore nella Cina post-maoista, dove i giovani vogliono solo fare soldi e finiscono invece per trovare solitudine e dolore." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 21 ottobre 2009)