Il vecchio scrittore Clive Langham, malandato e alcoolizzato, tormentato dai ricordi e recalcitrante all'idea della morte che si avvicina, vive una notte di allucinazioni sospesa tra la realtà e il romanzo, in un grande castello sul quale pesa il potere corrosivo del tempo. Scola bottiglie di vino, tossisce, rantola, s'adira, piange. Ripensa alla moglie suicida e inventa un romanzo al cui centro mette, rifacendo, cancellando, ricamando, i familiari: il figlio Claude Langham, avvocato di successo; la nuora Sonia, moglie dello stesso; l'altro figlio, Kevin Woodford. Una tempesta dell'animo, un tumulto di pensieri in cui il vecchio - sostenuto dall'alcool e mosso dai propri rimorsi di coscienza - riversa sulle figure responsabilità e colpe del tutto personali, alla ricerca di una sorta di confessione purificatrice e di una catarsi. Al mattino, ben vestito e sbarbato, riceve i figli e la nuora che vengono a festeggiarlo per il suo 78mo compleanno. Le cordiali conversazioni e discussioni dimostrano nei convenuti una statura morale notevole e costituiscono un raggio di sole per Clive.
SCHEDA FILM
Regia: Alain Resnais
Attori: Dirk Bogarde - Claude Langham, Ellen Burstyn - Sonia Langham, John Gielgud - Clive Langham, David Warner - Kevin Langham/Kevin Woodford, Elaine Stritch - Helen Wiener, Cyril Luckham - Dott. Mark Eddington, Denis Lawson - Dave Woodford, Kathryn Leigh Scott - Sig.na Boon, Milo Sperber - Sig. Jenner, Anna Wing - Karen, Peter Arne - Nils, Tanya Lopert - Sig.na Lister, Samson Fainsilber - Anziano, Joseph Pittoors - Anziano
Soggetto: David Mercer
Sceneggiatura: David Mercer
Fotografia: Ricardo Aronovich
Musiche: Miklós Rózsa
Montaggio: Albert Jurgenson
Scenografia: Jacques Saulnier
Costumi: Catherine Leterrier
Durata: 110
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: ACTION FILMS, SOCIÉTÉ FRANÇAISE DE PRODUCTION (SFP), FR3 PARIS, CITEL FILMS GENÈVE
Distribuzione: ITAL NOLEGGIO CINEMATOGRAFICO
TRAILER
CRITICA
"Ancora una volta Resnais scava nel tempo e affonda lo sguardo - apparentemente vitreo ma profondamente partecipe - nei tormenti e negli enigmi della vita. Le immagini, di un'eleganza raffinatissima (tinte bluastre sono riservate alla lunga parte dell'immaginazione eccitata e si cangiano in festoso giallo-oro per l'incontro conclusivo in cui emerge per intero il tema principe della vita e degli affetti perduti), sono come un bisturi che affonda nei sentimenti, nei comportamenti, nel magma del passato e sollecita gli spettatori a tentare di capirsi nei meandri del subconscio, tra l'inquietudine e lo stupore, al di là di una commozione epidermica, ma non negandola (si veda, in proposito, l'uso stupendo e funzionale della musica 'aulica' di Miklòs Ròzsa che pennella lo sfondo con le note del melodramma). Minor originalità, dicevamo. Nella costruzione del film si avverte infatti, oltre al ritorno al tema di Muriel l'eredità di sceneggiatori portati all'impenetrabilità come Robbe-Grillet, inclini a mescolare la realtà con l'eccitata fantasia, ma anche l'influenza di Losey (forse per la presenza di un attore loseyano come Dirk Bogarde) e di Bergman (la sequenza di saluto sull'erba, tra il vecchio e la nuora, ha molto de 'Il posto delle fragole'). Ma Resnais ha sempre uno stile e una grossa sostanza. Anche se film come Providence possono apparire difficili a un primo approccio, bisognerà pure che il pubblico si decida a capire che il cinema, anche quando non fa perfettamente centro, è questo." (F. Colombo)