Nina Racewa, modesta attrice russa, nutre un amore quasi morboso per il figlio Romain, per il quale sogna un avvenire pieno di gloria. All'inizio della rivoluzione sovietica, la donna si trasferisce in Polonia, a Cracovia, dove, fingendosi rappresentante del celebre sarto parigino Paul Manet, apre una casa di moda che le procura in breve lauti guadagni. Scoperta la truffa, Nina, anche a causa delle persecuzioni razziali delle quali, come ebrea, rischia di cadere vittima, lascia la Polonia e si trasferisce a Nizza. Romain, nel frattempo è divenuto adulto, ma l'ambizione della madre di vederlo affermarsi come ballerino e come musicista è andata delusa. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Romain parte per l'Inghilterra e arruolatosi nell'aviazione alleata compie una serie di azioni spericolate che gli fruttano gloria e popolarità. Finita la guerra, Romain torna in Francia, ma la madre che avrebbe finalmente avuto motivo di essere orgogliosa di lui, è morta già da tre mesi.
SCHEDA FILM
Regia: Jules Dassin
Attori: Melina Mercouri - Nina Kacew, Assi Dayan - Romain a 25 anni, Didier Haudepin - Romain a 15 anni, François Raffoul - Romain a 9 anni, Despo Diamantidou - Aniela, Jean Martin - Igor Igorevitch, Fernand Gravey - Jean-Michel Serusier, Jacqueline Porel - Madame Mailer, Maria Machado - Nathalie Lissenko, Carol Cole - Louison, René Clermont - Piekielny, Audrey Berindey - Valentine Mailer, Marina Nestora - Mariette, Elspeth March - Donna grassa, Jules Dassin - Amico di Romain
Soggetto: Romain Gary, Samuel A. Taylor
Sceneggiatura: Jules Dassin, Andrew Sarris
Fotografia: Jean Badal
Musiche: Georges Delerue
Montaggio: Robert Lawrence
Scenografia: Alexandre Trauner
Costumi: Theoni V. Aldredge
Altri titoli:
La promesse de l'aube
Durata: 99
Colore: C
Genere: DRAMMATICO COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM, PANORAMICA, DE LUXE
Tratto da: Romanzo "Promise at Dawn" di Romain Gary e commedia "First Love" di Samuel A. Taylor
Produzione: NATHALIE PRODUCTIONS
Distribuzione: EURO - DOMOVIDEO, SAN PAOLO AUDIOVISIVI
NOTE
- COLLABORAZIONE NON ACCREDITATA ALLA SCENEGGIATURA: ANDREW SARRIS.
CRITICA
"La concentrazione del racconto sulla figura di un personaggio di madre piuttosto singolare, se arricchisce la vicenda di sottili notazioni umane, impedisce però all'opera di ampliarsi in significati universali e in approfondite diagnosi delle situazioni sociali adombrate. Oltre che per alcune sequenze assai felici, il film rimane comunque valido per la ricostruzione ambientale e per la sua scioltezza narrativa." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 71, 1971)