PROGRAMMATO PER UCCIDERE

MARKED FOR DEATH

USA 1990
L'agente della Squadra Narcotici John Hatcher, dopo una recente e pericolosa missione, nella quale è morto un suo amico, entra in crisi; teme di essere diventato simile a coloro che combatte, anche se agisce per difendere la legge perciò va a confessarsi e il sacerdote lo esorta a piantar tutto e a tornare dalla famiglia. Johnny ubbidisce, ritorna nella sua città, Chicago, e va ad abitare con la madre, la sorella e la diletta nipotina Tracy, ben deciso a vivere in pace, lontano dalla violenza e quindi rifiuta di dare il suo aiuto al nuovo capo della polizia locale, Rosselli. Ma presto, ritrovato il caro amico negro Coatch, apprende da lui notizie allarmanti sulla diffusione in città della "crak", una droga spacciata per le strade da squadre di violenti giamaicani trecciuti, comandati dal loro "maestro", il trafficante Screwface. Questo capo carismatico, dedito al riti dell'Aba Qua, una sorta di vudu caraibico, che dovrebbe dargli poteri magici, è uno spietato criminale che elimina in modo crudele sia i tutori della legge che i rivali in affari. I trafficanti temono Hatcher, la cui fama è ben nota, perciò attaccano la sua casa, ferendo Tracy, che viene portata in coma all'ospedale. Allora Johnny interviene nella lotta contro gli spacciatori, unendosi a coatch e ad un poliziotto giamaicano, Charls, coi quali affronta molte pericolose avventure, combattendo gli "squadroni" dei giamaicani, che uccide, o mette fuori combattimento, spezzando loro gambe o braccia con la tecnica delle arti marziali. Una notte Hatcher e i due amici penetrano di notte nella villa del "maestro"; Johnny si batte con Screwface e lo decapita con la sua stessa spada. Ma, quando più tardi entra in un sotterraneo, che è il covo dei giamaicani, e mostra loro la testa mozza del loro capo, perchè si arrendano, si vede improvvisamente Screwface vivo, che lo assale. E' il fratello gemello del morto, identico a lui, col quale Hatcher deve combattere l'ultimo duello mortale, riuscendo prima a ferirlo in fronte e poi a spezzargli la schiena. Ora i trafficanti atterriti contemplano il cadavere del loro capo, che credevano dotato di poteri soprannaturall, mentre Hatcher si allontana coi due amici, che sono rimasti feriti.
SCHEDA FILM

Regia: Dwight H. Little

Attori: Peter Jason - Pete Stone, David Keith - Max, Matt Levin - Ragazzo N. 1, Justin Murphy - Freddy, Joanna Pacula - Leslie, Michael Ralph - Monkey, Wayne Montanio - Buttafuori Messicano, Danielle Harris - Tracey, Jeffrey Anderson Gunter - Nago, Elizabeth Gracen - Melissa, Bette Ford - Kate Hatcher, Victor Romero Evans - Mesta, Tom Wright - Charles, Tom Dugan - Paco, Al Israel - Tito, Richard Delmonte - Chco, Leslie Danon - Ragazza N. 1, Nick Corello - Nicky, Carlos Cervantes - Little Richard, Tracey Burch - Ragazza Sexy N. 1, Earl Boen - Dottor Stein, Wallace Basil - Screwface, Kevin Dunn - Roselli, Joe Renteria - Raoul, Stanley White - Sceriffo O'Dwyer, Rita Verreos - Marta, Danny Trejo - Hector, Philip Tanzini - Ragazzo N. 2, Arlen Dean Sydner - Duvall, Dale Harimoto - Giornalista Tv, Elena Sahagun - Carmen, Terri Ivens - Ragazza N. 2, Tony DiBenedetto - Jimmy Gingers, Steven Seagal - Hatcher

Soggetto: Michael Grais, Mark Victor

Sceneggiatura: Michael Grais, Mark Victor

Fotografia: Ric Waite

Musiche: James Newton Howard

Montaggio: O. Nicholas Brown

Durata: 89

Colore: C

Genere: POLIZIESCO

Specifiche tecniche: CINEMASCOPE A COLORI

Produzione: MICHAEL GRAIS, MARK VICTOR, STEVEN SEGAL, PETER MACGREGOR-SCOTT

Distribuzione: TWENTIETH CENTURY FOX (1991) - 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT

CRITICA
Una macchina di violenza e basta. Portata avanti da un regista anonimo Dwight H. Little, con l'unica preoccupazione di infittire la vicenda di momenti affannosi e concitati. (Gian Luigi Rondi, Il Tempo) La monotona overdose di violenza schianta un film dietro il quale s'intuisce una mano ingegnosa e duttile, ma troppo esaltata. (Fabio Bo, Il Messaggero) Steven Seagal conferma di saper gestire con disinvoltura la propria silhouette e di essere consapevole di non poter fare altro che concentrare la recitazione sui movimenti corporei piuttosto che facciali. (Alberto Castellano, La Stampa) Il film è piuttosto confuso e ripetitivo e a poco vale il tentativo di tonificarlo con una ricca colonna sonora che presenta brani eseguiti da Peter Tosh, Kenyatta e altri. La regia senza personalità è di Dwight H. Little. (Giovanni Grassi, Il Corriere della Sera)