I registi che amano i disegni come Scola, Virzì e Bellocchio (che ha iniziato come pittore prima di passare al cinema), che uso ne fanno in rapporto ai loro film? Viaggio nello spazio sconosciuto in cui volti, segni e colori sulla carta collaborano segretamente alla creatività che darà vita a scene e inquadrature di film.
SCHEDA FILM
Regia: Mario Sesti, Marco Chiarini
Fotografia: Gianni Chiarini
Musiche: Teho Teardo
Montaggio: Tommaso Sesti
Collaborazione alla regia: Dimitri Bosi, Umberto Palestini
Durata: 40
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Specifiche tecniche: DCP
Produzione: CINEFORUM TERAMO, MAMA STUDIO, NACA ARTE
NOTE
- REALIZZATO CON IL PATROCINIO DI: REGIONE ABRUZZO, COMUNE DI TERAMO, FONDAZIONE TERCAS.
- ANIMAZIONI: MARCO CHIARINI, IN COLLABORAZIONE CON ERMANNO DI NICOLA.
- PRESENTATO ALLA IX EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2014), NELLA SEZIONE 'WIRED NEXT CINEMA', POWERED BY MAZDA.
CRITICA
"Come spiegare il personaggio col disegno, ancora prima delle parole; come rivelare, in un tratto, pensieri e sentimenti che abitano le creature di finzione che poi diventano ossa e carne sullo schermo. Scola parla di «ghirigori mentali», per Virzì sono «scarabocchi». Ma si capisce che giocano al ribasso. Bellocchio non userebbe mai quei termini: infatti lui nasce pittore. Tre maestri del cinema e un lato inedito della loro professione di regista. Scola, Bellocchio e Virzì si raccontano (...) nel documentario «Prima del film» di Mario Sesti e Marco Chiarini (...). Il disegno per mettere a fuoco l'obiettivo, illustrare i dettagli di una storia o di un personaggio; la mano che anticipa gli occhi. (...) Nessuno dei tre registi ha mai disegnato le inquadrature, la tradizione della storyboard è estranea in Italia, mentre sui set in USA contengono informazioni utili a realizzare le scene. Il disegno è il prolungamento del lavoro creativo, dopo la stesura del copione e l'allestimento del set. (...) Il disegno è qualcosa che gli occhi non possono darci quello che al semplice sguardo non appare. Il disegno è sintesi, deve prevalere un tratto, il gesto del pittore invece è radicale: il cineasta stende un discorso. Chi creava i suoi sogni attraverso la matita è stato Fellini. Chiariva il «mood» di una scena con un tratto di penna. I suoi disegni somigliano ai suoi film. Scola, che gli ha voluto bene, dice che nei suoi disegni giovanili, con i colori a spirito e le tinte carioca, c'era già il suo grande amore: il circo." (Valerio Cappelli, 'Corriere della Sera - Roma', 20 ottobre 2014)