Nel 1923, in Inghilterra, due uomini ricordano il "caso Dreyfus", che per anni fece tanto scalpore. Nel 1895, Alfred Dreyfus, ufficiale dei Servizi Segreti francesi, accusato di essere una spia pagata dai tedeschi, viene degradato, mentre proclama la sua innocenza, quindi mandato all'Isola del Diavolo, dove languirà per anni. A capo del controspionaggio francese, intanto, è nominato il colonnello George Picquart, mentre il maggiore Henry è deluso per non essere stato prescelto. Il generale Boisdeffre, che stima molto Picquart, gli ordina un'indagine sulla caso Dreyfus (perché ha dei dubbi) e il colonnello scopre presto che le prove contro il condannato, consistenti in due foglietti, minuta di un messaggio che egli avrebbe inviato ai tedeschi, accusano invece un altro ufficiale dei Servizi Segreti: Esterhazy, la cui calligrafia è chiaramente riconoscibile. Picquard si persuade che Dreyfus è stato condannato solo perché ebreo. Anche Picquart è antisemita, ma vuole fare giustizia, mentre il generale Boisdeffre e i suoi colleghi rifiutano di accusare Esterhazy sia per antisemitismo, sia soprattutto, per difendere il prestigio dell'esercito, nel quale i francesi non debbono mai perdere fiducia. Picquart viene perciò esonerato dal suo incarico, e inviato in inutili missioni in paesini lontani, allontanandosi così dall'amata Héloise (che però è moglie di un altro uomo). Superata una grave malattia e tornato a Parigi, Picquart viene supplicato invano dalla signora Dreyfus, che vorrebbe vedere le prove in favore di suo marito, ma George, legato dal suo giuramento all'esercito, rifiuta. Subito dopo viene messo in congedo illimitato e sostituito da Henry. I generali proteggono Esterhazy per una questione di principio; gli viene fatto un processo, promettendogli che sarà assolto, ed egli racconta fandonie. Intanto, nel 1898 Emile Zola pubblica il suo famoso articolo "J'accuse!", che difende Dreyfus ed ha una risonanza mondiale. Picquart depone la verità, perché i generali hanno giurato il falso, Henry lo accusa di aver falsificato le prove, e i due si battono a duello: Zola è condannato per diffamazione e Picquart è imprigionato ed espulso dall'esercito. Intanto il ministro della guerra ordina al capitano Didier un'inchiesta sul caso Esterhazy Dreyfus, e il giovane ufficiale dichiara che almeno un documento è visibilmente contraffatto, e va a rovistare nell'ufficio di Henry, il quale viene allora costretto a suicidarsi. Picquart, convinto cattolico, afferma che non si suiciderà mai. Poi Dreyfus viene rimpatriato e Picquart liberato, ma rifiuta di fuggire con Héloise perché è un soldato e vuol testimoniare: nel 1899 c'è un breve processo contro Dreyfus, che viene ancora condannato. Il poveretto, per non tornare all'Isola del Diavolo, sarebbe disposto ad approfittare di un'amnistia generale, ma l'inflessibile Picquart gli fa riflettere che così ammetterebbe la propria colpevolezza, e non gli stringe la mano. Dopo 6 anni Dreyfus è reintegrato nell'esercito, e Picquart è nominato ministro della guerra, ma muore prima dell'inizio della I guerra mondiale. Il racconto di Esterhazy, uno dei due uomini, che parlano in Inghilterra nel 1923, termina con parole di ammirazione per Picquart, e con la notizia che l'accusa di spionaggio fu solo una commedia: non fu rivelato, infatti, alcun segreto militare, perché i tedeschi sapevano già tutto. Quindi egli appone il suo autografo ad un libro che ha scritto sul "Caso Dreyfus".
SCHEDA FILM
Regia: Ken Russell
Attori: Richard Dreyfuss - Col. George Picquart, Oliver Reed - Gen. Boisdeffre, Peter Firth - Maggiore Henry, Jeremy Kemp - Gen. De Pellieux, Brian Blessed - Gen. Gonse, Peter Vaughan - Gen. Mercier, Kenneth Colley - Cap. Alfred Dreyfus, Catherine Neilson - Eloise, Lindsay Anderson - Ministro Della Guerra, Michael Haughey - Giudice Esternazy
Soggetto: Ron Hutchinson
Sceneggiatura: Ron Hutchinson
Fotografia: Mike Southon
Musiche: Barry Kirsch
Montaggio: Brian Tagg, Mia Goldman
Scenografia: Ian Whittaker
Costumi: Michael Jeffery
Durata: 99
Colore: C
Genere: DRAMMATICO STORICO
Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI
Produzione: IRON MAZE PROD. E JUDITH RUTHERFORD JAMES, RICHARD DREYFUSS
Distribuzione: C.D.I. (1993) - CDI HOME VIDEO, MFD HOME VIDEO, CLEMI VIDEO
CRITICA
"Altrove, specialmente nell'evocazione del clima di caccia alle streghe, 'Prigionieri dell'onore' perde consistenza: l'anglicizzazione delle testate giornalistiche (la gente legge 'The Figaro') fa un po' sorridere e l'episodio centrale del 'J'accuse' di Zola sull'Aurore viene tirato via, rivelando un'antipatia esagerata, tutta britannica, per il celebre scrittore di Germinal. Costruito come un lungo flashback raccontato dallo spione Esternazy, nel frattempo riparato in Inghilterra, il film di Russell sfodera un tocco cinefilo nella scelta degli attori: a parte il consueto Oliver Reed, sorprende vedere il vecchio regista del free cinema Lindsay Anderson nei panni del ministro della Guerra Cavaignac che copre le menzogne ripetute dei suoi generali in nome della ragion di Stato." (Michele Anselmi, 'L'Unità', 8 Aprile 1993)
"L'affare Dreyfus, un caso che divise la Francia di fine Ottocento e inizio Novecento, e che torna periodicamente sul grande schermo, stavolta in un film diretto da un ex ragazzo terribile del cinema inglese Ken Russell che, pian piano, invecchiando rinuncia alla trasgressione ad ogni costo che lo rese famoso, ma che diede una spinta vigorosa al cinema alla fine degli anni Sessanta, ancorato ad una tradizione bigotta e moralistica. (...) E pregiudizio e razzismo esasperato tornano oggi di grande attualità, dando al film un interesse maggiore. Anche perché la storia, avvincente e impegnata, viene esposta in maniera asciutta ed efficace, bene interpretata e con un'ottima ambientazione. Un Russell diverso dal solito, più tradizionale, anzi di misurato accademismo (stavolta non spregiativo) aiutato da un Dreyfuss attore in grande forma." (Josè De Arcangelo, 'Paese Sera', 8 Aprile 1993)