La pesciolina Ponyo, scappata dalla sua casa sul fondo del mare, durante la fuga resta incastrata in un vasetto di vetro. Sosuke, un bambino di cinque anni che vive con la mamma su una collina vicina a un villaggio sul mare, la trova e la aiuta a liberarsi. Da quel momento i due diventano grandi amici e con il tempo l'amicizia si trasforma in un sentimento più grande e forte. Ponyo è decisa a rimanere nel mondo degli umani, ma suo padre, che un tempo era un uomo, decide di riportarla a casa. Ponyo riuscirà a fuggire di nuovo e a trasformarsi in una bambina, ma la sua scelta scatenerà uno tsunami che metterà a rischio la vita degli abitanti del villaggio e dei marinai a bordo delle navi a largo, tra cui l'imbarcazione guidata dal padre di Sosuke. L'ira del mare si placherà solo grazie alla bontà dei sentimenti di Sosuke verso la sua cara amica.
SCHEDA FILM
Regia: Hayao Miyazaki
Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Musiche: Joe Hisaishi
Montaggio: Hayao Miyazaki
Scenografia: Noboru Yoshida
Altri titoli:
Ponyo on the Cliff by the Sea
Durata: 101
Colore: C
Genere: ANIMAZIONE
Specifiche tecniche: DIGITALE, 35 MM (1:1.85)
Produzione: GNDHDDT, STUDIO GHIBLI
Distribuzione: LUCKY RED (2009) - DVD: LUCKY RED (2009)
Data uscita: 2009-03-20
TRAILER
NOTE
- IN CONCORSO ALLA 65. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2008).
CRITICA
"Una pesciolina rossa guizza tra i flutti della laguna e la vita, per un ritaglio di Mostra qui a Venezia, diventa una magia a colori in punta di matita. Ponyo, la paffuta, dolcissima, simpatica, coraggiosa ultima creazione del maestro giapponese Hayao Miyazaki incanta il Festival, strappa applausi e ovazioni, regala sogni e speranza in un Festival dominato da dolore, depressione, violenza e devastazione interiore. (...) Miyazaki, Leone alla carriera a Venezia nel 2005, l'autore de 'La città incantata' e del 'Castello errante di Howl', crea una favola figlia di Andersen che ancora mantiene i tratti puri e incontaminati della grafite capace di gonfiare le onde del mare che si trasformano in giganteschi pesci argentati, a illuminare fondali di coralli e rocce come esplosioni di infiniti arcobaleni, a intenerire il cuore intrecciando il destino della pesciolina Ponyo con quello del piccolo umano Sosuke, un bambino di cinque anni scaladato dall'affetto della mamma Lisa con la quale vive in cima ad una scogliera davanti all'Oceano infinito. Sosuke vede un pesce rosso che galleggia sull'acqua incastrato in un barattolo di vetro, gli salva la vita e promette che d'ora in poi lo proteggerà sempre. Tra i due è amore a prima vista". (Leonardo Jattarelli, 'Il Messaggero', 1 settembre 2008)
"La matita di Miyazaki ha una freschezza impareggiabile e i suoi personaggi non diventano mai melensi, così come gli elementi che gli si contrappongono non scimmiottano la natura bensì la reinterpretano. Divertente e rasserenante è la canzoncina-leitmotiv che intona 'Ponyo, Ponyo, Ponyo tenera pesciolina/E' una pesciolina dal profondo mare blu". (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 1 settembre 2008)
"Una specie di nuova Sirenetta, adattata all'oggi, che la fantasia di Miyazaki trasforma in un magico viaggio tra i fondi marini e il mondo umano, tra l'acqua e la terra, tra l'amicizia e l'odio (del signore del mare, e padre di Ponyo, verso l'inquinamento umano). Una favola bellissima e coinvolgente, che riconferma - se mai ce ne fosse bisogno - il genio di Miyazaki". (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 1 settembre 2008)
"'Ponyo on the Cliff by the Sea' del maestro Hayao Miyazaki è finora l'unico film che ha messo d'accordo pubblico e stampa, non ha suscitato gli scambi di pensose perplessità dei guru della critica né le scomposte reazioni dei drappelli giovanilistici votati al 'contro' comunque. Piace per la tenera semplicità apparente della storia. (...) Ci sono voluti 170mila disegni per realizzare il film e senza l'aiuto della computer graphic". (Maria Pia Fusco, 'la Repubblica', 1 settembre 2008)
"Ritornano i temi molto cari a Miyazaki: il rapporto con la natura sempre più violentata dagli esseri umani e perciò pronta a ribellarsi con inaudita ferocia, il viaggio d'iniziazione dei bambini che, per diventare adulti, devono staccarsi dalla famiglia". (Debora Danesi, 'Il Tempo', 1 settembre 2008)
"La bellezza di questa deliziosa favola d'amore infantile nasce dal profondo legame di Miyazaki con l'ancestrale cultura nipponica nonché dalla sua capacità di rielaborare in una cornice contemporanea motivi tradizionali. (...) Molto giapponesi sono anche i temi narrativi che si intrecciano nella fiaba: il motivo della responsabilità (Sosuke, mettendo in salvo la pesciolina nel suo secchiello di plastica verde, le promette che si prenderà per sempre cura di lei), di una maternità 'vasta' come l'abbraccio del mare (e infatti le due mamme del film, l'umana e la divina, sono figure protettive e risolutive), l'importanza data agli elementi naturali che diventano veri e propri personaggi. Il tutto raccontato, al contrario di altre volte (per esempio 'Il castello errante di Howl') in cui la storia era troppo lambiccata, con l'essenzialità e la grazia di un haiku". (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 1 settembre 2008)
"Di geniale, in questo 'Ponyo on the Clif by the Sea' c'è la ricostruzione antropomorfica dello Tsunami provocato dalla pesciolina Ponyo, immense onde con gli occhi scatenate dal padre che non accetta la mutazione in bambina della figlia, che desidera tanto riunirsi all'amichetto di cinque anni Sosuke. Non è soltanto spettacolare, dipinta magistralmente, percorsa da fremiti di movimento, emozionante. Corrisponde alla grande turbolenza del tema: se riusciamo ad accettare un passaggio così definitivo tra categorie del mondo, sarà molto più difficile respingere i mondi diversi, separati dal nostro". (Silvio Danese, 'Quotidiano Nazionale', 1 settembre 2008)
"Il grande regista d'animazione giapponese Hayao Miyazaki ci ha regalato un altro dei suoi gioielli con 'Ponyo on the Cliff by the Sea'. Un film per bambini leggiadro e profondo, a tratti commovente. (...) Miyazaki crea un'onda fluida e spumeggiante, piena di invenzioni, di poesia e di intelligenza". (Dario Zonta, 'L'Unità', 1 settembre 2008)