Un racconto fantastico tratto dal capitolo finale dell'autobiografia di Alejandro Jodorowsky, "La danza della realtà". E' il ritratto di uno Jodorowsky giovane adulto, che vive nell'animata capitale cilena Santiago, durante gli anni 40 e 50. E' in questo periodo che il ventenne "Alejandrito" decide di diventare un poeta ed è introdotto nel ambiente artistico e intellettuale bohémien dell'epoca. Qui incontra Enrique Lihn, Stella Díaz Varín, Nicanor Parra e tanti altri promettenti, e ancora anonimi, giovani poeti che in seguito sarebbero diventati i titani della moderna letteratura dell'America Latina. Attraverso un narrativa poetica sperimentale si racconta la storia di un giovane unico, che ha vissuto come pochi prima di lui avevano osato fare: sensualmente, autenticamente, follemente.
SCHEDA FILM
Regia: Alejandro Jodorowsky
Attori: Adan Jodorowsky - Alejandro, Pamela Flores - Sara e Stella Diaz Varín, Jeremias Herskovits - Alejandrito, Brontis Jodorowsky - Jaime, Leandro Taub - Enrique Lihn, Jeremias Herskovits - Alejandro giovane, Alejandro Jodorowsky - Alejandro, Julia Avedano - Pequenita, Bastián Bodenhöfer - Ibanez, Carolyn Carlson - Maria Lefevre, Adonis - Andres Racz
Sceneggiatura: Alejandro Jodorowsky
Fotografia: Christopher Doyle
Musiche: Adan Jodorowsky
Montaggio: Maryline Monthieux
Scenografia: Alejandro Jodorowsky
Costumi: Pascale Montandon-Jodorowsky
Altri titoli:
Endless Poetry
Durata: 128
Colore: C
Genere: BIOGRAFICO DRAMMATICO
Specifiche tecniche: (1:1.85)
Produzione: ALEJANDRO JODOROWSKY, MOISES COSIO, ABBAS NAKHASTEH PER TAKASHI ASAISATORI FILMS, LE SOLEIL FILMS, LE PACTE, IN ASSOCIAZIONE CON DETALLE FILMS, OPENVIZOR, UPLINK CO
Distribuzione: MESCALITO FILM (2018)
Data uscita: 2019-01-18
TRAILER
NOTE
- SELEZIONATO ALLA 48. QUINZAINE DES RÉALISATEURS (CANNES 2016).
CRITICA
"(...) con l'ausilio del direttore della fotografia di Wong Kar-wai, il mercuriale Chris Doyle, Jodorowsky crea un rutilante universo visivo, letterario e cinematografico che, pur non presentando sostanziali elementi di novità, si offre con lo spudorato candore esibizionista di un'antianalisi in progress nella quale il cinema è solo una piccola parte del tutto." (Giona A. Nazzaro, 'Il Manifesto', 26 maggio 2016)