Parigi, fine anni Trenta. Laura e Kate Barlow, due sorelle sensitive incontrano André Korben, un potente produttore cinematografico che decide di ingaggiarle per dirigere il primo vero film sui fantasmi. Non passa molto tempo prima che Laura scopra che Korben ha ben altre ragioni e intenti segreti nei quali coinvolgere lei e Kate...
SCHEDA FILM
Regia: Rebecca Zlotowski
Attori: Natalie Portman - Laura Barlow, Lily-Rose Depp - Kate Barlow, Emmanuel Salinger - André Korben, Louis Garrel - Fernand Prouvé, Amira Casar - Eva Saïd, Pierre Salvadori - André Servier, David Bennent - Juncker, Damien Chapelle - Louis, Jerzy Rogulski - Professeur Ulé
Sceneggiatura: Rebecca Zlotowski, Robin Campillo
Fotografia: George Lechaptois
Musiche: ROB
Montaggio: Julien Lacheray
Scenografia: Katia Wyszkop
Costumi: Anaïs Romand, Karine Charpentier
Durata: 104
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: FRÉDÉRIC JOUVE PER LES FILMS VELVET, IN CO-PRODUZIONE CON JEAN-PIERRE E LUC DARDENNE PER LES FILMS DU FLEUVE, FRANCE 3 CINÉMA, RTBF (TÉLÉVISION BELGE), PROXIMUS, KINOLOGY
Distribuzione: OFFICINE UBU (2017)
Data uscita: 2017-04-13
TRAILER
NOTE
- FUORI CONCORSO ALLA 73. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2016).
CRITICA
"L'intenzione, ambiziosa, pare quella di mettere assieme spiritismo e cinema, grande 'mostratore d'ombre' imparentato col sogno. (...) Korben è l'alter ego di un vero produttore della Pathé, il romeno Bernard Natan, vittima dell'antisemitismo e che finì ad Auschwitz. Una figura dal grande potenziale; come lo sarebbero le due medium interpretate da Natalie Portman e Lily-Rose Depp. Il guaio è che la sceneggiatrice-regista Rebecca Zlotowski non riesce a padroneggiare il suo soggetto. Cuce in modo incoerente una quantità di temi e sottotemi (la natura del cinema, le relazioni familiari e sentimentali, la Storia con la maiuscola), finendo col perdere il filo." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 13 aprile 2017)
"Ambiguo e posticcio discorso di storia e metacinema, finisce per richiamare involontariamente l'ironia culturale di Woody Allen (da 'Ombre e nebbia' a 'Scoop') lasciando qualche volta un retrogusto di mistero inappagabile da conservare in scatola. Abiti d'epoca, fascino retrò, un biglietto per un viaggio nel tempo. Forse è l'altra faccia della medaglia di 'Personal Shopper'." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 13 aprile 2017)
"Ambientato negli anni che precedono l'occupazione, 'Planetarium' è un film attuale. Arriva nelle sale in un momento in cui ogni ricostruzione del passato documenta il nostro presente: la crisi economica, il nazionalismo, la paura del nemico interno. C'è un tanfo di Vichy nell'aria. Ora, il cinema è il luogo dove ne prendiamo coscienza ? O dove la perdiamo?" (Eugenio Renzi, 'Il Manifesto', 13 aprile 2017)
"Spiacerà a chi s'infilerà al cinema attirato dalla firma come produttori dei fratelli Dardenne. I quali però, i soldi onestamente guadagnati nell'ultimo decennio li hanno maldestramente impiegati in questa superproduzione che ammassa confusamente le idee per tre, quattro film diversi. E non bastano a riordinare le idee il carisma e il glamour della Portman." (Giorgio Carbone, 'Libero', 13 aprile 2017)
"Mamma, che pizza gigantesca. (...) Non si capisce dove vada a parare questo pretenzioso guazzabuglio diretto, con mano anonima, dalla francese Zlotowski. Almeno, a differenza di papà Johnny, la giovane Lily-Rose Depp recita senza smorfiette." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale, 13 aprile 2017)