TRAMA BREVE
In un futuro prossimo, la pilota di navi spaziali Fry è costretta a tentare un atterraggio di fortuna su un remoto pianeta. Nella collisione con il suolo l'equipaggio dell'astronave resta ucciso e solo lei, insieme ad alcuni passeggeri, riesce ad evitare la morte. Fra i sopravvissuti anche il cacciatore di taglie Johns con il suo prigioniero, il pericoloso omicida Riddick. I superstiti sono costretti a rimanere tutti uniti per tentare di sopravvivere ad un pianeta lugubre, arido e senza vita che, al calare del sole, si popola di altri abitanti.
TRAMA LUNGA
In un futuro non molto lontano, la giovane Fry, pilota di navi spaziali, è costretta ad un atterraggio di fortuna su un pianeta lontano. Nel corso della collisione l'equipaggio dell'astronave pilotata da Fry resta ucciso e, oltre a lei, solo alcuni passeggeri riescono ad evitare la morte: il cacciatore di taglie Johns e il suo prigioniero, il pericoloso omicida Riddick. I superstiti avanzano nel pianeta, arido e senza vita. Incontrano geologi che si spostano da un pianeta all'altro, e, mentre alcuni restano per cercare di riparare la nave spaziale, gli altri proseguono il cammino. Appena il sole tramonta, e il pianeta cala nell'oscurità, emergono altri, imprevisti abitanti: sono uccelli che si materializzano e colpiscono mortalmente. Dopo che altri hanno perso la vita, c'è la necessità di trasportare le batterie alla nave per poter ripartire. Uno solo può andare. Riddick e Johns lottano e Riddick ha la meglio. Torna indietro di corsa e, alla fine, fa luce forte sugli uccelli che, colpiti, muoiono. A chi parte, Riddick dice di riferire che lui è morto su quel pianeta.
SCHEDA FILM
Regia: David Twohy
Attori: Radha Mitchell - Fry, Cole Hauser - Johns, Vin Diesel - Riddick, Keith David - Imam, Lewis Fitz-Gerald - Paris, Claudia Black - Shazza, Rhiana Griffith - Jack/Jackie, John Moore (IV) - Zeke, Simon Burke - Owens, Les Chantery - Suleiman, Sam Sari - Hassan, Ric Anderson - Total Stranger, Firass Dirani - Ali, Vic Wilson - Capitano, Angela Makin
Soggetto: Ken Wheat, Jim Wheat
Sceneggiatura: Ken Wheat, David Twohy, Jim Wheat
Fotografia: David Eggby
Musiche: Graeme Revell
Montaggio: Rick Shaine
Scenografia: Graham 'Grace' Walker
Costumi: Anna Borghesi
Effetti: Peter Chiang
Durata: 107
Colore: C
Genere: THRILLER FANTASCIENZA
Produzione: GRAMERCY PICTURES, INTERSCOPE COMMUNICATIONS, INTREPID PICTURES
Distribuzione: UIP
CRITICA
"Piccolo film, dal cast senza stelle (ma Vin Diesel potrebbe diventarlo presto), viene già considerato da diversi critici americani un culto. Per sentire come si possa soffrire la pressione della claustrofobia anche nello spazio infinito ". ('Carnet', Settembre 2000).
"Dopo la serie 'Alien', i connubi tra la fantascienza e l'horror hanno quasi sempre generato mostriciattoli cinematografici. Al contrario 'Pitch Black' di David Twohy (anche sceneggiatore) è un film d'azione brutale e senza concessioni che rovescia le convenzioni, spiazza le attese dello spettatore più smaliziato, mette in scena un gruppo di personaggi dalle reazioni non sempre prevedibili. (?) Twohy non dà solo bel ritmo al film: gli regala anche ottime qualità visive: incluso l'utilizzo di un colore denaturato che rende le immagini particolarmente suggestive". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 25 novembre 2000)
"Più delle avventure prevedibili che appartengono al repertorio abbastanza stereotipato delle imprese fantascientifiche, sono interessanti il paesaggio da sogno (è un deserto dell'Australia), la fotografia decolorata, i mostri suggestivi ideati con fantasia e insieme con una sorta di realismo". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 24 novembre 2000)
" 'Pitch Black' segna l'esordio alla regia di David Twhoy. Un film di fantascienza controcorrente più da un punto di vista visivo che narrativo. (...) Immerso in paesaggi desolati e oscuri (è stato girato in Australia), interpretato da attori sconosciuti ma interessante per le sue immagini sgranate, per gli effetti speciali non invadenti, per il clima claustrofobico alla 'Alien', per i suoi richiami al cinema classico di serie B". (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 24 novembre 2000)