Piccoli ladri

Sag-haye velgard

La dinastia dei Makhmalbaf oltre il neorealismo. Con il diario dall'Afghanistan firmato Meshkini

Leggi la recensione

FRANCIA 2004
Gol-Ghotai e Zahed, due bambini di Kabul fratello e sorella, di giorno vagano per la città e di sera rientrano nel carcere dove è rinchiusa la loro mamma. In realtà loro non potrebbero stare lì, ma visto che fuori dalla prigione nessuno se ne può prendere cura, le guardie hanno fatto un'eccezione e gli permettono di stare con la madre. Ma quando un sovrintendente scopre il fatto, vieta loro di entrare poiché, spiega, il carcere non è un orfanotrofio ma un luogo dove vengono rinchiusi i criminali. I due bambini tentano così di commettere un crimine per poter tornare a stare con la mamma...
SCHEDA FILM

Regia: Marziyeh Meshkini

Attori: Gol-Ghotai - Gol-Ghotai, Zahed - Zahed, Agheleh Rezaei - Madre, Sohrab Akbari - Guardia Atef, Jamil Ghanizadeh - Guardia arrabbiata, Agheleh Shamsollah - Guardia, Maydeh Gol - Nonna, Akhtar Abdolaziz - Carrettiere, Razeddin Sayyar - Vecchio pazzo, Ghomri Valad Amir - Donna col burqa, Shah Mahmood Golbahari - Venditore, Emameddin Vakil - Bigliettaio

Soggetto: Marziyeh Meshkini

Sceneggiatura: Marziyeh Meshkini

Fotografia: Ebrahim Ghafouri, Maysam Makhmalbaf

Musiche: Mohammad Reza Darvishi

Montaggio: Mastaneh Mohajer

Scenografia: Akbar Meshkini

Aiuto regia: Hana Makhmalbaf - assistente, Kaveh Moeinfar - assistente

Altri titoli:

Chiens égarés

Stray Dogs

Streunende Hunde

Durata: 93

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1,85)

Produzione: MAYSAM MAKHMALBAF PER MAKHMALBAF FILM HOUSE, WILD BUNCH

Distribuzione: BIM

Data uscita: 2004-09-10

NOTE
- PREMIO OPEN ALLA 61. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2004).

- TRA GLI INTERPRETI: IL CANE TWIGGY.
CRITICA
"Il cuore del film è un documentario sui combattimenti cruenti di cani giganti, che in piena capitale liberata attirano folle di ragazzotti baffuti che trovano solo nel divertimento feroce e nel sadismo sugli animali un analogon ludico adeguato alle loro nostalgie talebane e al frustrante presente 'all american'. Lo stile è neorealista, ovvero il realismo viene preso per la gola, quasi soffocato e 'dal massimo del trucco' si dovrebbe tirar fuori un rantolo di vita vera. In realtà i ragazzi cinefili e cinofili sono adorabili e fotogenici come nelle pubblicità, ma quando fanno a sassate con il secondino che tratta la mamma da sgualdrina sono davvero mitici. E poi a differenza dei ragazzini saputelli e conformisti più dei padri dei classici del nostro dopoguerra, qui i ragazzi sono davvero senza bussola, ma azzeccano ogni mossa. Il padre di qua, la madre di là, non va bene, dicono ora quasi tutti i film occidentali, il divorzio assassina i figli. Ma il miracolo di questo film iraniano è che ogni azione dei due ragazzi è anticonformista, giusta eticamente e verrà regolarmente colpita da chiunque, qualunque potere eserciti. Coetanei in massa, secondini bigotti, amici di papà quanto più religiosi tanto più disumani, pregiudicati che non hanno imparato nulla all'università della strada." (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 9 settembre 2004)

"Se pensavate che il cinema iraniano fosse tutto metafore, 'Piccoli ladri' di Marziyeh Meshkini vi farà cambiare idea. Un pizzico di finezza in più però ci vorrebbe, e la regista del notevole 'Il giorno in cui diventai una donna' (mai uscito in Italia) parte bene ma poi trova nelle strade di Kabul una tale quantità di miserie e pericoli, reali o simbolici, da rischiare la retorica. E i due piccoli costretti a imitare 'Ladri di biciclette' per farsi arrestare e ritrovare la madre, anziché bambini presi dalla strada, quali sono, finiscono paradossalmente per sembrare consumati interpreti di repertorio." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 11 settembre 2004)

"Sulle orme del marito Mohsen, anche la signora Makhmalbaf, in arte Marziyeh Meshkini (classe 1969), si è fatta regista. Se con l'opera prima 'Il giorno che sono diventata donna' (2000) aveva già compiuto il giro d'onore dei festival, con questo 'Piccoli ladri' è passata in concorso a Venezia. Nel segno di Zavattini e De Sica, santi patroni del cinema iraniano, qui sono di scena due bambini di Kabul, fratello e sorellina, che hanno i genitori in galera. All'inizio, come 'prigionieri di notte', possono dormire nella cella con la mamma, ma poi le regole cambiano e i due piccoli vagano nella città devastata dalla guerra. Nell'illusione di ricongiungersi alla madre, decidono di farsi arrestare rubando, come hanno visto fare nel film 'Ladri di biciclette', ma l'espediente non risolverà il problema. Ispirato a situazioni reali e girato dal vero con interpreti presi dalla vita, 'Piccoli ladri' è un buon film che sta fra il manierismo e la commozione." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 11 settembre 2004)

"A Venezia, dove era in concorso, alcuni dei festivalieri più esigenti storcevano il naso: ancora un film proveniente dalla factory Makhmalbaf; ben fotografato e ben diretto; con bambini (troppo?) belli, poetico e struggente, che noia! E' un po' come dire che, a mangiar caviale tutti i giorni, ti viene voglia di pane e salame: ma non sembra proprio la più solida delle argomentazioni per rifiutare un bel film come 'Piccoli ladri'." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 24 settembre 2004)