Piccoli affari sporchi

Dirty Pretty Things

GRAN BRETAGNA 2002
In un lussuoso albergo di Londra tre impiegati extracomunitari - un portiere di notte nigeriano, una cameriera turca e una prostituta cinese - cercano di risolvere un misterioso, intricato e bizzarro caso di omicidio.
SCHEDA FILM

Regia: Stephen Frears

Attori: Audrey Tautou - Senay, Chiwetel Ejiofor - Okwe, Sergi López - Sneaky, Sophie Okonedo - Juliette, Benedict Wong - Guo Yi, Sotigui Kouyaté - Shinti, Jean-Philippe Écoffey - Jean Luc, Abi Gouhad - Figlio di Shinti, Zlatko Buric - Ivan

Soggetto: Steve Knight

Sceneggiatura: Steve Knight

Fotografia: Chris Menges

Musiche: Christian Henson, Nathan Larson

Montaggio: Mick Audsley

Scenografia: Hugo Luczyc-Wyhowski

Costumi: Odile Dicks-Mireaux

Effetti: Dan Frye, Framestore CFC, Graham Longhurst

Durata: 107

Colore: C

Genere: DRAMMATICO AZIONE

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1,66)

Produzione: CELADOR PRODUCTIONS, BBC, JONESCOMPANY PRODUCTIONS

Distribuzione: BUENA VISTA INTERNATIONAL ITALIA

Data uscita: 2003-09-12

NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 59MA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2002).
CRITICA
"Il bene alla fine trionfa, ma Frears, che non ha mai ceduto alla retorica, vi arriva con rigore, facendolo precedere da una descrizione incisiva e spesso lacerante di quegli ambienti in cui, invece, il male sembra sempre vincere: per interessi biechi, per omertà torve, per una serie continua di ricatti turpi (...) Tre figure in contrasto al centro (...) Segnano il film e concorrono al suo successo. Per merito anche delle immagini di Chris Menges da cui emerge una Londra mai così nera". (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 13 giugno 2003)

"Il beffardo mix di registri può sconcertare, ma è l'asso nella manica di questo film scritto da un divo della tv inglese (autore anche di show non proprio impegnati come 'Who Wants to Be a Millionaire?'). E capace di scivolare in leggerezza verso un finale alla 'Casablanca', con gli eroi in fuga da quella città straniera dove una guerra non dichiarata ha per terreno i loro stessi corpi. Dice Frears: 'Il mio lavoro è mettere le cose in chiaro'. Missione compiuta". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 12 settembre 2003)

"E' un bel film d'azione, amore, mistero 'Piccoli affari sporchi' di Stephen Frears, il regista britannico che ha saputo trarre una lezione positiva dall'esperienza hollywoodiana. Anziché restare, come molti colleghi, vittima di uno sdoppiamento di personalità, Frears ha imparato a combinare lo stile più personale del cinema europeo con la lezione spettacolare di quello americano, dirigendo film ('Alta fedeltà') graditi al largo pubblico. (...) Manca forse, a 'Piccoli affari sporchi', quella marcia in più che fa il film d'autore; ma usare l'argomento come un rimprovero contro Frears sarebbe veramente da ingrati". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 13 settembre 2003)

"Tra festival e dopofestival le cose si svolgono a volte in maniera incomprensibile, tanto che uno dei titoli più apprezzati dal pubblico della mostra di Venezia 2002, 'Piccoli affari sporchi' dell'inglese Stephen Frears, esce sui nostri schermi con un anno di ritardo. (...) Partito come un film di denuncia, si trasforma strada facendo in un romanzone truculento e accattivante. Però è bene ambientato, narrato in modo appassionante e ottimamente recitato". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 13 settembre 2003)