Picco

GERMANIA 2010
Kevin è un nuovo arrivato in un carcere minorile tedesco ed è stato assegnato nella stessa cella di Tommy, Andy e Marc. I quattro ragazzi sono costretti a vivere in un ambiente in cui vige la legge del più forte e il nuovo arrivato stenta a farsi rispettare. Dietro consiglio di Tommy, però, Kevin capisce che all'interno del carcere o si è vittime o si è carnefici. Questa sua nuova consapevolezza lo porterà a fare delle scelte che condizioneranno per sempre non solo la sua vita ma anche le esistenze degli altri compagni di cella.
SCHEDA FILM

Regia: Philip Koch

Attori: Constantin von Jascheroff - Kevin, Joel Basman - Tommy, Frederick Lau - Marc, Martin Kiefer - Andy, Jule Gartzke

Sceneggiatura: Philip Koch

Fotografia: Markus Eckert

Montaggio: André Bendocchi-Alves

Scenografia: Jan Jericho

Durata: 110

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: HD

Produzione: WALKER+WORM FILM, 40° FILMPRODUKTION, PHILIP KOCH FILMPRODUKTION

NOTE
- PRESENTATO ALLA 42. 'QUINZAINE DES RÉALISATEURS' (CANNES, 2010).
CRITICA
"Pensiamo così che mai si dovrebbe mostrare un film come 'Picco' del tedesco Philip Koch chiuso nella claustrofobia asfissiante di un carcere minorile in Germania. Nel quale il meccanismo è quello comune a qualsiasi istituzione totale, sopraffazione degli altri e assoluta mancanza di complicità tra i detenuti le cui relazioni sono determinate da un codice immutabile. Chi finisce sottotiro è perduto. Omosessuale è l'accusa più atroce, subirla significa smettere di vivere. (...) Koch si fa prendere dall'ansia di esibire la 'realtà', tratto da una storia vera è scritto all'inizio, e inizia a collezionare una sequela di torture come mai se ne sono viste sullo schermo, innescando anche un rapporto sgradevolissimo col pubblico, come se questo garantisse la verità. Mentre questa provocazione sembra solo puro sensazionalismo. C'è a proposito un enorme malinteso. La ricerca di un'immagine 'vera' che ricorre in molti film risolvendosi in interni squallidi, nella scelta di toni recitativi nel modo di filmare i personaggi 'documentaristico' è il contrario della verità." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 23 maggio 2010)

"Se l'anno scorso Cannes ha incoronato 'Il profeta' di Jacques Audiard, in questa edizione è ancora una volta un film carcerario ad aver attirato l'attenzione del pubblico festivaliero. O meglio ad averlo scioccato. E' 'Picco', ospite della Quinzaine des réalisateurs, il vero pugno nello stomaco assestato dal festival. Opera prima del tedesco Philip Koch, il film è un violentissimo atto d'accusa contro l'istituzione carceraria. In questo caso quella minorile. Basato su recenti fatti di cronaca avvenuti in Germania, una serie di suicidi di giovani detenuti, 'Picco' ci accompagna nell'inferno degli istituti per minori dimostrando, in modo implacabile, come questi luoghi destinati alla 'rieducazione' siano in realtà fabbriche di violenza e omicidio. La violenza la vediamo passo passo crescere all'interno di una cella, tra piccole angherie, sigarette rubate, lo spazzolino dei denti sporcato con le feci, schiaffetti in faccia dati con insistenza, fino allo stupro e, forse, all'omicidio." (Gabriella Gallozzi, 'Unità', 23 maggio 2010)