Proprio nel corso del suo ultimo giorno di lavoro prima del pensionamento, il Procuratore della Repubblica di Siena, Saracini, viene avvicinato da uno sconosciuto che gli consegna una bobina. Si tratta di un filmato amatoriale in Super8 girato nel marzo del 1978 da un palazzo di via Fani, la mattina del rapimento di Aldo Moro. Turbato dalla sconvolgente documentazione, il procuratore avvia un'indagine su quei fatti che coinvolge il capo della sua scorta, Branco, e Fernando, giovane Pubblico Ministero. La pellicola è liberamente tratta dalla vicenda del sequestro e dell'omicidio del leader della Democrazia Cristiana, Aldo Moro.
SCHEDA FILM
Regia: Renzo Martinelli
Attori: Donald Sutherland - Saracini, procuratore capo di Siena, Giancarlo Giannini - Branco, il caposcorta, Stefania Rocca - Fernanda, sostituto procuratore, F. Murray Abraham - Entità, Aisha Cerami - Ombretta, Greg Wise - Francesco Doni, Nicola Di Pinto - Antiquario/Sconosciuto, Federica Martinelli - Tecnico informatico, Pino Calabrese - Marini
Soggetto: Renzo Martinelli
Sceneggiatura: Renzo Martinelli, Fabio Campus
Fotografia: Blasco Giurato
Musiche: Paolo Buonvino
Montaggio: Massimo Quaglia
Scenografia: Francesco Vanorio
Costumi: Luigi Bonanno
Altri titoli:
Five Moons Plaza
Five Moons Square
Durata: 123
Colore: B/N-C
Genere: THRILLER DRAMMATICO DOCUMENTARIO
Produzione: MARTINELLI FILM COMPANY INT., ISTITUTO LUCE, SPYCE BLUE STAR LTD., BOX! FILM
Distribuzione: ISTITUTO LUCE
Data uscita: 2003-05-09
NOTE
- CONSULENZA: SERGIO FLAMIGNI.
CRITICA
"L'invenzione è ridotta a pochi ingredienti (...) E tuttavia, a caldo, non può non dare i brividi l'assunto iniziale: la sorte di Moro fu decisa dalla Cia perché nel 1978 era inaccettabile l'ingresso nel governo del più grande partito comunista del mondo occidentale, e Mario Moretti era uno strumento di questo disegno. Ma, subito dopo, viene un'altra reazione. A) Se tutto questo è la verità vogliamo che ce la dica la sentenza di un tribunale. B) Se nessuno può o vuole dircela e dimostrarcela, stiamo perdendo tempo in chiacchiere. E non è bello che qualcosa di così enorme e terribile sia, alla fine dei conti, il pretesto per imbastire un rebus. Anzi, come schiamazzano i manifesti, un 'thriller' (e stendiamo un velo pietoso sul colpo di scena finale). Non è un thriller, è la nostra vita". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 10 maggio 2003)
"Sul caso Moro si sono fatti processi, indagini, libri, film: tutto è arrivato dove arriva adesso 'Piazza delle Cinque lune': ossia non alla verità, ma a moltiplicare oscurità, ipotesi, interrogativi senza risposte, a porsi soprattutto una domanda: perché i componenti delle Brigate Rosse mentirono e seguitano a mentire? Il film sostiene la tesi non nuova che a volere la morte di Moro siano stati i servizi segreti e gli americani, che le Brigate Rosse fossero infiltrate. Con un ex Brigatista che manda un filmato a un magistrato di Siena comincia il film, un docu-drama più accurato che appassionante: le indagini del magistrato, assistito da una giovane collega e dal proprio capo-scorta, lasciano intatto il mistero". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 16 maggio 2003)
"La commistione fra finzione e realtà è ardua, lo sfondo senese ornamentale, ma rievocare gli spettri di Gladio e della P2 è sempre istruttivo". (Claudio Carabba, 'Sette', 22 maggio 2003)
"Il sempre curioso Renzo Martinelli di 'Porzus' e 'Vajont' si arma di impegno civile e impugna la patata bollente con l'aiuto delle facce giuste (Sutherland, Giannini, la Rocca, Murray Abraham) e di interrogativi da sempre in cerca di sepoltura nelle coscienze. Il tubero della verità (??) risulta scivoloso da maneggiare e - crudezze a parte - abbastanza arduo da digerire". (Alessio Guzzano, 'City', 22 maggio 2003)