Eve, un procuratore di successo al punto tale che il governatore ha intenzione di proporla alla carica di giudice, vive tuttavia una forte crisi d'identità. Ha un'amante, John, ma lascia andare la fantasia ad altre situazioni e cerca di iniziare una relazione con Renee, una psichiatra che ha uno studio nel suo stesso edificio. La sorella Madelyn, che sta lavorando alla tesi, viene arrestata per cleptomania e Eve si dà da fare per difenderla ma in questa occasione fa conoscenza con Emma, padrona di casa di Madelyn, donna insoddisfatta sempre in cerca dell'uomo giusto, e con la figlioletta Ed, chiusa e introversa. Eve a questo punto cade in totale confusione, viene respinta da John, ha un altro rapporto con Renee, ha il colloquio decisivo con il governatore e, quando il discorso si sposta sui temi del matrimonio e della famiglia, Eve si scopre del tutto vulnerabile. Torna alla casa della sorella, vede la piccola Ed e la stringe in braccio, piena di paura.
SCHEDA FILM
Regia: Susan Streitfeld
Attori: Lisa Jane Persky - Margot, Dale Shuger - Ed, Paulina Porizkova - Langley, Clancy Brown - John, Laila Robins - Emma, Karen Sillas - Renee, Amy Madigan - Madelyn, Tilda Swinton - Eve, Frances Fisher - Annunciata
Soggetto: Susan Streitfeld, Julie Hebert
Sceneggiatura: Julie Hebert, Susan Streitfeld
Fotografia: Teresa Medina
Musiche: Debbie Wiseman
Montaggio: Curtiss Clayton, Leo Trombetta
Scenografia: Missy Stewart
Durata: 116
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Tratto da: LIBERAMENTE TRATTO DAL LIBRO "FEMALE PERVERSIONS: THE TEMPTATIONS OF EMMA BOVARY" DI LOUISE J. KAPLAN
Produzione: MINDY AFFRIME PRODUCTIONS
Distribuzione: LUCKY RED - LUCKY RED HOME VIDEO
NOTE
REVISIONE MINISTERO SETTEMBRE 1997.
FILM PRESENTATO AL SUNDANCE FILM FESTIVAL 1996
DURATA: 2972
CRITICA
E se "Perversioni femminili", coprodotto dal re del porno soft Zalman King, induce in tentazione le platee pomeridiane di uomini, soli, la regista meriterebbe invece almeno una platea di femministe di impostazione freudiana. Il suo raffinato incubo viaggia sull'onda della follia, ancora fortunatamente non organizzato narrativamente, non furbo, e approda alle ferite aperte della sessualità con i relativi disagi. (Corriere della Sera, Maurizio Porro, 2/6/1997) Lo stile che s'affida a immaginazioni oniriche elementari, a una estenuante lentezza, a musiche di violoncello, a inquadrature fisse lungamente contemplate, presenta quel poeticismo insopportabile spesso tipico del cinema femminista. Il film è bislacco, sconcertante, anche irritante: ma sempre meglio della cinestandardizzazione di film ripetitivi e tutti uguali. (La Stampa, Lietta Tornabuoni,