Personal velocity - Il momento giusto

Personal Velocity: Three Portraits

USA 2002
Film in tre episodi, che raccontano tre storie di donne: ognuna di loro fugge da un uomo che limita la sua libertà.
SCHEDA FILM

Regia: Rebecca Miller

Attori: Kyra Sedgwick - Delia, Parker Posey - Greta, Fairuza Balk - Paula, David Warshofsky - Kurt, Brian Tarantina - Pete, Mara Hobel - Fay, Leo Fitzpatrick - Mylert, Tim Guinee - Lee, Patti D'Arbanville - Celia, Ben Shenkman - Max, Joel de la Fuente - Thavi, Seth Gilliam - Vincent, Josh Philip Weinstein - Oscar, Lou Taylor Pucci - Kevin, David Patrick Kelly - Peter, Ron Liebman - Avram, Wallace Shawn - Mr. Gelb

Soggetto: Rebecca Miller - racconti

Sceneggiatura: Rebecca Miller

Fotografia: Ellen Kuras

Musiche: Michael Rohatyn

Montaggio: Sabine Hoffman

Scenografia: Judy Becker

Arredamento: Maus Drechsler, Heather Loeffler

Costumi: Marie Abma

Altri titoli:

Intimidades

Enter Fleeing

Durata: 86

Colore: C

Genere: DRAMMATICO ROMANTICO

Specifiche tecniche: SONY DSR-PD150P/SONY HDCAM, 35 MM (1:1.85)

Tratto da: raccolta di racconti omonima di Rebecca Miller

Produzione: BLUE MAGIC PICTURES, GOLDHEART PICTURES, IFC PRODUCTIONS, INDIGENT

Distribuzione: MIKADO (2003)

Data uscita: 2003-05-16

NOTE
- GRAN PREMIO DELLA GIURIA ALLA 18MA EDIZIONE DEL SUNDANCE FILM FESTIVAL (2002).

- PREMIO JOHN CASSAVETES ALLA 18MA EDIZIONE DEGLI INDEPENDENT SPIRIT AWARDS (2003).

- PRESENTATO, IN CONCORSO, AL 55MA EDIZIONE DEL FESTIVAL DI LOCARNO (2002).
CRITICA
"Secondo film per Rebecca Miller, figlia del drammaturgo Arthur e moglie di Daniel Day-Lewis, 'Personal velocity', tratto dal suo romanzo, è un'opera di vibrante sincerità. La voce off è forse troppo invadente rischiando a volte la letterarietà, ma è difficile dimenticare le tre protagoniste. L'episodio migliore è il secondo con una folgorante Parker Posey. Premio della giuria al Sundance Film Festival". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 16 maggio 2003)

"Rebecca Miller, figlia del drammaturgo americano Arthur Miller, moglie dell'attore inglese Daniel Day Lewis, ha fatto l'attrice, poi ha scritto un libro di racconti. Da alcuni di questi racconti ha tratto i tre ritratti femminili che costituiscono il film (...) Narrazione di molta sensibilità, film attraente, interessante, nonostante un sospetto di sentimentalismo". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 16 maggio 2003)

"Per dimostrare di non essere solo la figlia del celebre Arthur che seppellì Marilyn, la Rebecca Miller sceglie tre delle sette figure femminili protagoniste dei racconti da lei stessa scritti e ne porta sullo schermo le vicende amorose intese come segnali di svolta: (...) Missione compiuta: Rebecca partorisce se stessa scrivendo con efficacia e dirigendo con sensibilità". (Alessio Guzzano, 'City', 22 maggio 2003)

"Rebecca Miller, figlia del grande drammaturgo Arthur, moglie di Daniel Day-Lewis, ha evidentemente lo spettacolo nel sangue. In questo primo film racconta rispettando gli incroci narrativi e spendendo un po' di ovvietà socio-psicologica storie di donne, infelici come tante (...) La migliore delle tre, l'unica che ci emoziona, è l'ultima, Paula, ma vanno viste, captate e ricordate insieme, in una regia-diario di piccole annotazioni alla ricerca delle tre donne di Altman. Il coraggio quotidiano dell'animo femminile, quello nascosto, un poco manicheo verso il genere maschile. Le attrici, Parker Posey in testa, sono brave, giochiamo a crederci: perché vale sempre la lotta contro il nulla iperreale della società Usa". (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 24 maggio 2003)