Nel sud della Francia Marie, vedova con due figlie piccole, vive giornate all'apparenza serene. La notte infatti, quando si addormenta, eccola assumere le sembianze di Marty, che vive a New York dove è un'agente letteraria dal carattere forte e aggressivo. Anche lì, in America, Marty sogna di essere una Marie che vive in Francia. E così le due vite scorrono parallele. In Francia una mattina al supermercato Marie incontra William, uno scrittore americano che la invita a cena. Lei confessa di non uscire più da due anni, da dopo la morte del marito. In America Marty accetta la compagnia di Aron, uomo d'affari. Ognuna delle due donne rivela al partner l'esistenza dell'altra e questo rende i rapporti incerti e disturbati. In una serie di intrecci sempre più aggrovigliati, Marty mostra alcune foto di lei piccola: sono uguali a quelle delle figlie di Marie. Allo stesso tempo l'amica che conforta Marie ha le sembianze della mamma morta quando Marie aveva 11 anni. "Non tutti siamo la stessa persona" dice Marie. E a New York Martie dà ad Aron oggetti preso dalla casa in Francia. "Sono sempre stati destinati a te" gli dice.
SCHEDA FILM
Regia: Alain Berliner
Attori: Demi Moore - Marty/Marie, Stellan Skarsgård - William Leeds, Morgan Hasson - Danny, Gerry Bamman - Edward Youngerman, Julianne Nicholson - Kim, Chaya Cuenot - Sarah, Sinéad Cusack - Jessie, Peter Riegert - Dottor Peters, Eloise Eonnet - Jennifer, Daniel Hanssens - Commesso, Matthew Beisner, William Fichtner - Aaron Reilly, Joss Ackland - Dott. Langer
Soggetto: Ronald Bass, David Field (II)
Sceneggiatura: David Field (II), Ronald Bass
Fotografia: Eduardo Serra
Musiche: Randy Edelman
Montaggio: Anne V. Coates
Durata: 105
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: CAROLE SCOTTA, TOM ROSENBERG, RON BASS
Distribuzione: MEDUSA FILM (2000)
CRITICA
"Un regista europeo fa un esordio fulminante e improvvisamente tutti lo vogliono, a cominciare dalla diva strapagata in cerca di legittimità artistica. Risultato: una rovina. Berliner è stato messo a dirigere una sceneggiatura ai limiti dell'improbabile". (Paola Jacobbi, 'Panorama', 20 gennaio 2000)
"Il belga Alain Berliner aveva finora al suo attivo un curioso ed eccentrico film di tre anni fa, 'Ma vie en rose', che prometteva cose interessanti. Qui, passato oltre oceano, deve essersi detto, complici i due sceneggiatori Roland Bass e David Field, che una semplice storia d'amore per Demi Moore era troppo poco, e che bisognava complicare un po' le cose. Il risultato è un patinato e levigato pasticcio che cerca di dare una logica a una storia insensata, che non coinvolge per un attimo. Non vi diremo come si conclude questo mystery onirico-psicoanalitico. Possiamo anticipare che la forza dissolutrice e rigeneratrice è l'amore. Quanto a Demi Moore ci prova disperatamente: ma è Demi Moore". (Irene Bignardi, 'la Repubblica', 9 gennaio 2000)
"Il compianto Kieslowski colpisce ancora, perfino in America dove sta uscendo il 'Decalogo' in cassetta. C'è da scommettere che lo sceneggiatore Roland Bass, Oscar per 'Rain Man', ha imbastito con David Field il copione di 'Passion of Mind' dopo aver visto 'La doppia vita di Veronica' (1991) (…). La vicenda è tanto assurda quanto quella delle due Veroniche, ma com'è che il film di Kieslowski era suggestivo e intrigante e questo è solo stupido? Sarà perché il maestro polacco rinunciava saggiamente a qualsiasi spiegazione mentre 'Passion of Mind' è congegnato come un giallo: tutto teso a una spiegazione, ha la pretesa di lasciare Marty-Marie guarita dalla schizofrenia onirica. È imbarazzante la dedizione che ci mette Demi Moore, impegnata come se dietro la macchina da presa ci fosse davvero Kieslowski. Chissà la sua delusione nel leggere le critiche". (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 8 gennaio