Passeri

Wróble

DANIMARCA 2015
Il 16enne Ari, che vive con la madre a Reykjavik, viene improvvisamente rispedito nel remoto villaggio islandese di Westfjords, per vivere con il padre Gunnar. Mentre cercherà di stabilire un nuovo rapporto con il padre e ambientarsi con gli amici d'infanzia ormai cambiati, costretti a vivere un'esistenza in cui l'isolamento si accompagna alla violenza e all'abbruttimento di giovani e adulti, spesso legati all'alcool, Ari cercherà di trovare la sua strada...
SCHEDA FILM

Regia: Rúnar Rúnarsson

Attori: Atli Óskar Fjalarsson - Ari, Ingvar E. Sigurðsson - Gunnar, Rakel Björk Björnsdóttir - Lára, Rade Serbedzija - Tomislav, Kristbjörg Kjeld - Nonna, Nanna Kristín Magnúsdóttir - Kristjana, Pálmi Gestsson - Diddi, Víkingur Kristjánsson - Dagur, Arndís Hrönn Egilsdóttir - Vera, Valgeir Skagfjörð - Bassi, Benedikt Benediktson - Einar, Elín Árnadóttir - María, Júlíus Þorfinnsson - Kormákur, Jarkko Lahti - Darijo

Sceneggiatura: Rúnar Rúnarsson

Fotografia: Sophia Olsson

Musiche: Kjartan Sveinsson

Montaggio: Jacob Secher Schulsinger

Scenografia: Marta Luiza Macuga

Costumi: Helga Rós Hannam

Altri titoli:

Sparrows

Durata: 99

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: SUPER 16 (1:1.85)

Produzione: MIKKEL JERSIN, RÚNAR RÚNARSSON PER NIMBUS FILM, HALIBUT IN CO-PRODUZIONE CON PEGASUS PICTURES, MP FILMS

Distribuzione: LAB 80 FILM (2017)

Data uscita: 2017-03-02

TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DI: ICELANDIC FILM CENTRE, DANISH FILM INSTITUTE, DANISH FILM FUND, NORDISK FILM & TV FOND, CROATIAN AUDIOVISUAL CENTRE.
CRITICA
"Delicato e ruvido il ritratto islandese che il regista Rúnar Rúnarsson, al suo secondo film, ha voluto intitolare 'Passeri', forse alludendo alla fragilità dell' adolescenza che racconta attraverso il protagonista Ari. (...) La delicatezza di tocco è così tanta che se ne farebbe almeno un po' volentieri a meno in cambio di un andamento più incisivo e incalzante. Comunque merita attenzione." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 2 marzo 2017)

"È attraverso gli sguardi che Rúnarsson costruisce la storia di formazione di Ari (...) manca però il pathos di 'Volcano', dove il regista ci rendeva più partecipi della lotta di un uomo la cui storia era già scritta." (Giovanna Branca, 'Il Manifesto', 2 marzo 2017)

"Delicato, quasi poetico, almeno nelle intenzioni più che nella crudissima sostanza, dramma islandese. Con un titolo per ornitologi. (...) Ma c'era davvero bisogno di rendere tanto esplicita la scoperta dell'amore? Tu quoque Islanda..." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 2 marzo 2017)