Alain è un rispettato uomo d'affari e un brillante oratore, sempre in corsa contro il tempo. Nella vita, non concede alcuno spazio alle distrazioni e alla famiglia. Un giorno, viene colpito da un ictus che interrompe la sua corsa e gli lascia come conseguenza una grave difficoltà nell'espressione verbale e una perdita della memoria. La sua rieducazione è affidata a Jeanne, giovane logopedista. Con grande impegno e pazienza, Jeanne e Alain impareranno a conoscersi e alla fine ciascuno, a modo suo, tenterà di ricostruire se stesso e di concedersi il tempo di vivere.
SCHEDA FILM
Regia: Hervé Mimran
Attori: Fabrice Luchini - Alain Wapler, Leïla Bekhti - Jeanne, Rebecca Marder - Julia, Igor Gotesman - Vincent Houbloup, Clémence Massart - Violette, Yves Jacques - Eric, Micha Lescot - Igor, Frederique Tirmont - Aurore, Evelyne Didi - Annie, madre di Jeanne, Baya Rehaz - Assistente sociale
Sceneggiatura: Hervé Mimran, Hélène Fillières
Fotografia: Jérôme Alméras
Musiche: Balmorhea
Montaggio: Célia Lafitedupont
Scenografia: Nicolas de Boiscuillé
Costumi: Emmanuelle Youchnovski
Effetti: Stephane Dittoo, Alain Carsoux
Suono: Rémi Daru, Gael Nicolas, François-Joseph Hors
Durata: 100
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: SIDONIE DUMAS, MATTHIEU TAROT PER LBERTINE PRODUCTIONS, IN COPRODUZIONE CON GAUMONT, FRANCE 2 CINEMA
Distribuzione: BIM DISTRIBUZIONE
Data uscita: 2018-02-21
TRAILER
CRITICA
"Il gioco è fin troppo facile: far sorridere lo spettatore con parole buffe e storpiate che cambiano il significato delle frasi. Quasi come affrontare da spericolati una lingua straniera. Il tema del film 'Parlami di te' è però coraggioso: la riabilitazione di un manager di successo dopo che un ictus gli ha colpito l'area del cervello della memoria e del linguaggio. Bella impresa rimparare a parlare. Lui è Fabrice Luchini, attore con cui si va sempre sul sicuro. Il regista Hervé Mimran firma una commedia che conferma ancora una volta come la capacità di affrontare temi ultra delicati sia diventata una prerogativa tutta francese, un'arte affrontata con grazia e soprattutto ironia. Perché sì, quest'ultima può aiutarci anche nelle peggiori tragedie." (Claudia Ferrero, 'La Stampa', 21 febbraio 2019)