Lo spettacolo, scritto da Maurizio Costanzo e Enrico Vaime, è un assolo in forma di musical di Christian De Sica. Protagonisti sono i ricordi e le nostalgie familiari, brani di Garinei e Giovannini, monologhi personali, omaggi al grande cinema e allo showbiz italiano.
SCHEDA FILM
Regia: Brando De Sica
Attori: Christian De Sica - Prizzi, Paolo Conticini - Palli, Laura Di Mauro, Stefania Caracciolo, Fabio De Filippis, Alex La Rosa, Davide Marrone, Mara Mazzei, Chiara Monteforte, Zheren Pan, Laurence Patris, Giorgio Raucci, Simone Tuttobene, Gioia Vicari
Sceneggiatura: Enrico Vaime, Maurizio Costanzo
Fotografia: Gianni Mastropietro
Musiche: Manuel De Sica, Marco Tiso
Montaggio: Edoardo Brizio
Scenografia: Mario Catalano
Costumi: Laura Costantini
Durata: 95
Colore: C
Genere: BIOGRAFICO DOCUMENTARIO MUSICALE
Produzione: SILVIA VERDONE PER VITTORIA CINE
NOTE
- ESORDIO ALLA REGIA DI BRANDO DE SICA, FIGLIO DI CHRISTIAN.
- IN CONCORSO AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (III EDIZIONE, 2008).
CRITICA
"Candidato di slancio al titolo di film più edipico della storia tre generazioni di De Sica, due padri, due figli e un sacco di nonni e di zii, almeno in senso ideale 'Parlami di me' di Brando De Sica è un oggetto bizzarro e abbastanza inconsueto per il nostro cinema. È la ripresa tecnicamente brillante di un musical già portato a teatro, con tanto di pubblico in platea e poche licenze cinematografiche all'inizio e alla fine. (...) È insomma un esordio tutto d'occasione e dichiaratamente "di sponda", quasi che il giovane Brando volesse dimostrare il suo già buon mestiere e insieme affrontare l'ingombrante bagaglio parentale che si porta addosso a meno che non voglia liberarsene una volta per tutte. È anche un buon film? Dipende. I fans di Christian andranno in visibilio, ma 'Parlami di me' è godibile anche e forse soprattutto, strano a dirsi, per tutto ciò che esula da casa De Sica. Ovvero per i duetti cui Christian dà vita insieme alla soubrette negata (per finta) Laura Di Mauro e all'altro boy Paolo Conticini, pronto a prendersi a sua volta in giro, perché in fondo tutto lo spettacolo è un gioco a rincorrere modelli impossibili, ed ecco che il confronto con gli antenati ridiventa centrale. Altro che mammoni insomma: continuiamo così e l'Italia diventerà il paese dei papà. Un dubbio per finire: va bene le licenze poetiche, Ma perché Christian dice che Cary Grant ha fatto solo 16 film?" (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 25 ottobre 2008)