Parlami d'amore

Ipermercato d'emozioni per l'esordio alla regia di Muccino jr., che festeggia San Valentino trasformando il suo libro in un film

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ITALIA 2007
Il 25enne Sasha, figlio di due drogati, è cresciuto a Borgo Fiorito in una comunità di recupero per tossicodipendenti. Suo padre è morto presto, sua madre l'ha abbandonato lì ed il ragazzo, unico sano tra i malati, ha imparato a prendersi cura degli altri, senza alcuna cognizione del mondo al di fuori della comunità. Fino ad ora, il suo unico legame con l'esterno è stata la figlia di un benefattore, Benedetta, che ogni domenica veniva portata in visita. Sasha si è innamorato di Benedetta e, una volta uscito da Borgo Fiorito, è lei la prima persona con cui vuole entrare in contatto. Nicole è un'affascinante quarantenne francese. Si è trasferita in Italia alla morte del suo grande amore e ha trovato conforto sposando Lorenzo, ma i tragici avvenimenti che si è lasciata alle spalle le hanno tolto la spontaneità e l'amore per le sorprese che la vita riserva, fino a volerle far controllare ogni attimo della sua esistenza. Tuttavia, l'imprevisto è sempre in agguato. Le anime solitarie di Nicole e Sasha, infatti, dopo uno scontro d'auto in cui entrambi si salvano per miracolo, si riconoscono e i due, complice una cagnetta coinvolta suo malgrado nell'incidente, iniziano a frequentarsi. Da quel momento per Nicole e Sasha la vita comincia a scorrere con prepotenza, fuori dal loro controllo.
SCHEDA FILM

Regia: Silvio Muccino

Attori: Silvio Muccino - Sasha, Aitana Sánchez-Gijón - Nicole, Carolina Crescentini - Benedetta, Andrea Renzi - Lorenzo, Flavio Parenti - Tancredi, Max Mazzotta - Fabrizio, Geraldine Chaplin - Amelie, Giorgio Colangeli - Riccardo

Soggetto: Carla Vangelista, Silvio Muccino

Sceneggiatura: Carla Vangelista, Silvio Muccino

Fotografia: Arnaldo Catinari

Musiche: Andrea Guerra

Montaggio: Patrizio Marone

Scenografia: Tonino Zera

Costumi: Maurizio Millenotti

Effetti: Marco Ruggieri

Suono: Gilberto Martinelli

Durata: 115

Colore: C

Genere: DRAMMATICO COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM

Tratto da: omonimo romanzo scritto da Silvio Muccino e Carla Vangelista (ediz. Rizzoli, 2006)

Produzione: RICCARDO TOZZI, GIOVANNI STABILINI, MARCO CHIMENZ PER CATTLEYA

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION (2008)

Data uscita: 2008-02-14

TRAILER
NOTE
- VINCITORE DEL DAVID GIOVANI 2008. ERA STATO CANDIDATO DAVID DI DONATELLO 2008 PER: MIGLIOR REGISTA ESORDIENTE, ATTRICE NON PROTAGONISTA (CAROLINA CRESCENTINI), FOTOGRAFIA, CANZONE ORIGINALE E COSTUMI. - NASTRO D'ARGENTO 2008 AD ARNALDO CATINARI PER LA MIGLIOR FOTOGRAFIA. IL FILM ERA CANDIDATO ANCHE PER: MIGLIOR REGISTA ESORDIENTE E SCENOGRAFIA.
CRITICA
"Muccino non è riuscito sempre a padroneggiare, come sceneggiatore, questo aggrovigliarsi di fatti, anche perché i climi dei vari episodi mutando di continuo non gli consentivano di conferire alla sua esposizione una unità di climi. La sua regia, però, nonostante qualche inesperienza tecnica, lo aveva aiutato ad evocare su quasi tutta la sua storia delle atmosfere plausibili, dando, sul piano degli effetti, gli spazi giusti ai sentimenti e il rilievo necessario ai risvolti tesi e sospesi di un'azione dalle molte facce." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 15 febbraio 2008) "Muccino jr. cita qua e là, ha fiuto per le atmosfere anche interiori, a volte s'arrabbatta e confonde, ingolfa la seconda parte di troppi giochi d'azzardo, certo si piace e non si nega nulla, specie lo status di vittima delle emozioni del cuore. Ma la storia, scritta con Carla Vangelista si discosta per forma e sostanza dai film per teen ager mocciosi (etimologicamente da Moccia)." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 15 febbraio 2008) "Una strada spianata. Professionalmente Silvio Muccino - classe 1982 - deve infatti parecchio anche alla fortuna, lanciato come fu dalla partecipazione al secondo lungometraggio del fratello Gabriele, capostipite del redditizio filone giovanile attraversato poi altre volte, di nuovo in veste di attore e sceneggiatore. Viene da sé che il romanzo 'Parlami d'amore' - firmato da lui e Carla Vangelista, come pure l'adattamento per il grande schermo - sia stato molto pubblicizzato, abbia venduto 300mila copie e Muccino junior consideri il passaggio dal libro alla pellicola 'estremamente naturale' ed esserne regista un 'destino inappellabile', per un lavoro in cui sostiene di aver messo tutto se stesso. Il film è quindi una macchina da soldi-giocattolo generosamente finanziata, con cast di qualità e distribuzione in oltre 500 sale. Il ragazzo protagonista, orfano di genitori tossicodipendenti, grazie all'amicizia con una donna matura impara a sedurre una coetanea di cui è innamorato dall'infanzia. Tanta l'enfasi, ma l'educazione sentimentale risulta artificiosa quanto il delineamento dei personaggi e dei loro tormenti, l'argomento dipendenza viene affrontato con esteriorità e per bilanciare la mancanza di personalità il debuttante cineasta appena può mette in mostra compiaciuto il fisico." (Francesco Raponi, 'Liberazione', 15 febbraio2008) "Un fotoromanzo (finto)giovinastro/sentimentale senza eccessive pretese e drammi troppo concentrati: l'apprendistato passionale tra un 25enne e una 40enne. (...) Crede di desiderare la gallinella che nidifica in orge stile 'Eyes Wide Shut' di noialtri, ma la rivoluzionaria scelta fisico/mentale sarà tuffarsi nel buon vecchio brodo. Invece è un compiaciuto collage di pacchiani siparietti recitati allo specchio. Musicati, montati e diretti a zonzo tra i videoclip. Silvio Muccino, che ha studiato dizione e da sex symbol, adatta il best seller suo e di Carla Evangelista, ché oggi la gloria è autodidatta. Finale identico a 'Le regole del gioco', dopo tanto ombelico, 'L'Atalante' e Chet Baker tinteggiati di Rugantino e tutta la struggente saggezza dei cioccolatini. Se straincassa anche questo, si proclami il lutto nazionale." (Alessio Guzzano, 'City', 15 febbraio 2008) "D'amore si parla in 'Parlami d'amore', ma se ne parla tanto, troppo, mentre per la vera storia d'amore bisogna attendere quasi la fine del film, lungo e a tratti estenuante. (...) Il film è punitivo perché: vuole essere un film sentimentale, ma è infarcito di elucubrazioni filosofico-esistenzialiste; vuole essere impegnato, ma si perde nel tentativo di rimanere popolare e accattivante. Silvio Muccino vuole cambiare status: non più bamboccione simpatico con la zeppa in bocca, ma sex simbol con canottiera sdrucita. Ne ha facoltà, ma a noi rimane più simpatico nelle vesti di un semplice ragazzo alle prese con il suo tempo e non quando cita il Kubrick di 'Eyes Wide Shut'." (Dario Zonta, 'L'Unità', 15 febbraio 2008) "Silvio è dotato ma strafa. Realizza un prodotto patinato ma che sembra un collage, scolastico ancorché lussuoso, di esercitazioni brillanti eppure poco personali, dimostrazioni perfezionistiche eppure di seconda mano. Quanto è ovvio che l'affascinante Nicole sia cento volte meglio dell'isterica e viziata ragazzina di cui Sacha crede per tutto quel tempo di essere innamorato? Come mai un produttore avveduto come Cattleya è stato tanto prodigo di mezzi laddove forse avrebbe fatto bene a usare la bacchettata sulle mani? Proprio per il bene futuro di una promessa." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 15 febbraio 2008) "Parlami d'amore' non risulta particolarmente seducente o divertente, è troppo affastellato, fitto, con momenti un po' melensi, retorici: la cagnolina coinvolta in un incidente d'auto, 'La vita è prepotente', 'Vivi, vivi', eccetera. Il protagonista è attraente; Carolina Crescentini porta le bretelle sul petto nudo come Charlotte Rampling ne 'Il portiere di notte'". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 15 febbraio 2008) "Per il suo esordio nella regia Silvio Muccino ha adattato - con qualche correzione in direzione del punto di vista femminile più radicale - il suo romanzo 'Parlami d'amore', scritto come la sceneggiatura con Carla Vangelista. (...) Coraggiosa la scelta di Muccino di spostare in un'altra direzione l'immagine di sex symbol bello e dannato che si è conquistato presso le teenager con le sue commedie generazionali, ma per raccontare la paura di amare, le fragilità sentimentali, i tormenti esistenziali ha preso troppo sul serio il nuovo ruolo autoriale. Troppo preoccupato, forse, di prendere le distanze dal popolo di Moccia e di ammiccare agli intellettuali, appesantisce la storia con il collaudato repertorio del maledettismo. Tra citazioni di 'Harold e Maude' e 'Eyes Wide Shut' e vuoti narrativi e alcuni dialoghi imbarazzanti, l'opera prima di Muccino riserva un flashforward finale che stimola una visione supplementare per percepire più correttamente o eventualmente rivedere i limiti e difetti." (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 16 febbraio 2008)