Norvegia, 709 d.C. Gli abitanti del villaggio di Herot sono in cerca del successore del proprio re, da poco deceduto, quando una misteriosa navicella cade dal cielo. A bordo del velivolo c'è Kainan, un guerriero umanoide in fuga da un altro mondo. Ma lo straniero non è solo. Infatti, a sua insaputa, si è portato dietro il Moorwen, una creatura selvaggia in cerca di vendetta che inizia a seminare morte e distruzione. Con l'aiuto di Kainan i Vichinghi cercheranno di sconfiggere il mostro in una serie di epiche gesta che entreranno nella leggenda.
SCHEDA FILM
Regia: Howard McCain
Attori: James Caviezel - Kainan, Sophia Myles - Freya, Jack Huston - Wulfric, Ron Perlman - Gunnar, John Hurt - Rothgar, Cliff Saunders - Boromir, John Nelles - Donal, Liam McNamara - Finn, Bailey Maughan - Erick, Scott Owen - Aethril, Owen Pattison - Galen, Petra Prazak - Mara, John Beale - Edmund, Katie Bergin - Sonja, Aidan Devine - Einar, Ricardo Hoyos - Jon, Ted Ludzik - Olaf
Soggetto: Howard McCain, Dirk Blackman
Sceneggiatura: Howard McCain, Dirk Blackman
Fotografia: Pierre Gill
Musiche: Geoff Zanelli
Montaggio: David Dodson
Scenografia: David Hackl
Arredamento: Ian Greig
Costumi: Debra Hanson
Effetti: David Kuklish, Patrick Tatopoulos Design Inc., Invisible Pictures, SPIN VFX
Durata: 115
Colore: C
Genere: AZIONE FANTASCIENZA
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: THE WEINSTEIN COMPANY, OUTLANDER PRODUCTIONS, ASCENDANT PICTURES, FILM & ENTERTAINMENT VIP MEDIENFONDS 4 GMBH & CO. KG
Distribuzione: EAGLE PICTURES (2009)
Data uscita: 2009-07-03
TRAILER
NOTE
- PRESENTATO IN PIAZZA GRANDE AL 61° FESTIVAL DI LOCARNO (2008).
CRITICA
"Film a lunga gestazione, sette anni fra scrittura, realizzazione e uscita, 'Outlander - L'ultimo vichingo' di Howard Mc Cain appare un'estate dopo quella della sua non memorabile presentazione al Festival di Locamo. Girato nel 2006-2007 in Canada, il film di Mc Cain ha trovato stentatamente i fondi necessari e questo solo grazie al successo della trilogia del 'Signore degli Anelli', di cui Outlander riprende l'ambientazione medievale. Causa l'esiguità dell'investimento, e quindi causa le logiche limitazioni nella spettacolarità, 'Outlander' punta non sul pubblico che vuole un'imitazione, se di un certo calibro, ma sul pubblico misto della fantasy e della fantascienza. Eppure questi due generi sono antagonisti: il primo vivendo di magia, il secondo di scienza, seppur immaginaria. Ne è derivato un film sui vichinghi, contaminato da elementi di Predator. Messo in circolazione in questi giorni, appena prima dell'ultimo film della serie di Harry Potter, 'Outlander - L'ultimo vichingo' vuol inserirsi nella scia di 'Transfonners - La vendetta del caduto', ma potrà farlo solo nella gara a chi è peggiore. (...) Jim Caviezel cerca di dare un minimo di spessore al suo personaggio di uomo caduto sulla Terra. John Hurt, che è invecchiato senza più trovare parti degne di lui, si accontenta di aggiungere un altro brutto film alla sua bella carriera." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 3 luglio 2009)
"Comincia come 'Il pianeta delle scimmie' , continua come' Alien', poi prosegue spudoratamente con richiami a 'Predator', a 'Conan il barbaro', a Highlander' e a 'L'uomo chiamato cavallo' mentre la trama assomiglia sempre di più a quella di 'Pathfinder', l'ultima pellicola a portare i vichinghi sullo schermo. Ciononostante è un bel film, una cineavventura a pieni poimoni, dove la parodia è sempre in agguato, ma sempre dribblata da sceneggiatori che sanno il fatto loro. (...) Piacerà a un buon numero penso di spettatori rimasti in città. Le premesse per un flop sanguinoso c'erano apparentemente tutte. A cominciare dalla spudorata commistione di vari generi, dalla martellante serie di allusioni al classici del fantasy. Spesso, anche su queste colonne m'è capitato di rilevare come, a forza di strizzate d'occhio, un regista non fa mai un film divertente, ma solo schizofrenico. Non è il caso però dell'esordiente Howard Mc Cain. Sa raccontare, il giovane. Dirigere e anche scrivere (il copione è suo). Niente da stupirsi se all'indomani dell'uscita di 'Outlander' in Usa, i produttori gli offrivano il contratto per il rifacimento di 'Conan il barbaro' . A meno di 40 anni Howard ha imparato parecchie cose basilari. 1) Che in un film d'avventura la prima cosa è far correre l'avventura senza pause, senza digressioni 2) 2) Che non si può fare fantasy senza ricorrere a maghi del digitale che riescano a dare l'idea del kolossal anche a chi colosso non è (Outiander è costato 50 milioni di dollari) 3) che quello dei cinéphiles è un popolo da accontentare ma non a scapito del divertimento dello spettatore pagante. 4) Che la grande avventura non funziona se non metti in scena personaggi nei quali lo spettatore possa facilmente identificarsi qui accanto al sempre stoico Caviezel abbiano un gobiissimo Ron "Hellboy" Perlman e un simpaticissimo ragazzino, al quale volentieri assegnano subito un avvenire di leggendario scopritore di mondi)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 3 luglio 2009)
"E' una buona metafora di ciò che in effetti è questa trama fantascientifico/preistorica che tutto ingloba in nome del riciclaggio fantasy: la 'Spada Fatale', 'Conan', quella gran faccia da Merlino di John Hurt, Beowulf, Tolkien, il piccolo Erik, il grande Thor, i King Kong del 1933 (lotta sui dirupi) e del 1976 (lotta fuori dalla palizzata). Con l'aggravante di ririutilizzare materiale epico in gran parte già danneggiato da Antonio Banderas ne 'Il 13° guerriero'. E non è che magari la figlia del re - ribelle e contesa - s'innamora del consolabile paladino dell'altro mondo? Ma certo..." (Alessio Guzzano, 'City', 17 luglio 2009)