L'affermato giornalista di "Paris Matin" Yves Dorget e la popolarissima speaker televisiva Catherine Carrè si sono amati in passato e poi lasciati. Un fatto nuovo li riavvicina. Dorget, preso in ostaggio da un soggetto braccato dalla polizia, ritorna libero grazie al proprio intuito psicologico e al sangue freddo che dimostra nel trattare con il sequestratore, Xavier Marèche, che ritiene a conoscenza di uno spinoso segreto politico. Dorget tace con la polizia e viene arrestato per reticenza. L'accanita ricerca di Marèche da parte della polizia appare collegata al ritrovamento del cadavere di un oppositore al governo di un imprecisato paese del terzo mondo, nei cui fatti politici il Governo francese potrebbe essere implicato. Dopo una visita in carcere a Dorget, che le fa notare le maggiori possibilità di sfida ai politici che il giornalismo scritto presenta in confronto con quello televisivo, Catherine Carrè ha l'ardire di mettere in onda, nella sua rubrica televisiva "Ore 20", un filmato segreto dell'incontro di quell'oppositore con il primo ministro, proprio subito dopo le altezzose smentite del suo portavoce circa le sospettate implicazioni politiche del Governo con i fatti di quel paese. " lo "scandalo in diretta" che scatena una dura reazione da parte del primo ministro, nuove smentite che intaccano la credibilità di Catherine, unite all'ingiunzione, al responsabile della rete televisiva, di sostituire la giovane giornalista. Nel frattempo Marèche è stato ucciso dalla polizia all'areoporto mentre tentava di lasciare Parigi con un passaporto falso. Subito dopo Dorget viene scarcerato. Insieme a Catherine riesce a scoprire la prova visiva delle responsabilità del Governo. Quando però si tratta di mettere in onda il particolare che inchioderebbe i politici, Catherine rompe definitivamente con Dorget e si piega a ritrattare ogni cosa per non perdere la propria celebrità.
SCHEDA FILM
Regia: Serge R. Leroy
Attori: Jean-Claude Brialy - Resp. Rete Televisiva, Toni Cecchinato, Mireille Delcroix, Bernard Freyd - Il Ministro, Nicole Garcia - Catherine Carre', Philippe Noiret - Yves Dorget, Jean Lescot, François-Eric Gendron, Michel Subor - Xavier Mareche, Roland Blanche - Andre' Villechaise
Sceneggiatura: Serge R. Leroy, Françoise Giroud, Yonnick Flot
Fotografia: André Domage
Musiche: Alain Bashung
Montaggio: François Ceppi
Durata: 100
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Tratto da: DA UNA STORIA ORIGINALE DI YONNICK FLOT E SERGE LEROY
Produzione: CONSORTIUM FINANCIER DE PRODUCTION DE FILMS, COMPAGNIE FRANCOISE CIN. / JEAN KERCHNER/CYRIL DE ROUVRE
Distribuzione: ACTA (1986)
NOTE
DIALOGHI: FRANCOISE GIROUD.
CRITICA
"Una conclusione alquanto sbrigativa, che lascia irrisolti i problemi di fondo tra le frange dell'aneddoto e delle divagazioni sentimentali. Senza poi contare taluni personaggi (il servile presidente della rete tv e lo stesso primo ministro) ridotti a semplici caricature, nonché la banalità dei dialoghi spesso intramezzati da sentenze, come è quella che fa appello al coraggio della vigliaccheria. Il regista Leroy, al quale si devono alcune opere ('Viaggio di paura', 'Lo sconosciuto') di minori pretese ma almeno più oneste di questa, non è andato oltre una confezione pulitina ma del tutto anonima. Solo apporto di rilievo quello dei due principali interpreti: un Philippe Noiret che fa del suo meglio per sfumare la rigida quadratura del personaggio e una Nicole Garcia che, poco credibile come carismatica star del giornalismo televisivo, è invece convincente, al suo solito, nel disegno privato della donna dai sentimenti fragili e vulnerabili." (Leonardo Autera, 'Il Corriere della Sera', 29 Novembre 1986)
"Per ragioni di forza maggiore, ho visto soltanto la prima parte di 'Ore 20, scandalo in diretta' ('Quadrième pouvoir', 1986). Questa è una recensione a staffetta. Regista francese di terza fila, specialista di thriller, e polar ('Viaggio di paura', 'Lo sconosciuto'), Serge Leroy si cimenta col giallo politico: corruzione del potere ragion di Stato, intrighi dei servizi segreti, traffico d armi e di centrali atomiche. Noto subito che lo stile del film è corretto, piatto, sciolto, convenzionale. Insignificante a livello espressivo, la comunicazione è, però, efficace, e non posso non ammirare la scorrevolezza descrittiva, la stringatezza narrativa. Cinema medio, d' accordo, ma chi sa più farlo oggi in Italia? Aiutati da un dialogo che brilla di aguzze battute, Noiret e Garcia tengono banco. Dopo mezz'ora m'interessa soltanto il loro duetto, il loro rapporto di ex amanti che i casi della vita (anzi: della cronaca) hanno riavvicinato. (…) Scritto da due giornalisti della carta stampata 'Ore 20, scandalo in diretta' tradisce l'astio latente degli autori verso i più popolari conduttori del video. La tesi che la seduzione della propria immagine, stampata negli occhi di milioni di persone, sia infallibilmente corruttrice ha certamente un robusto fondamento; ma non si può certo dire che Leroy l'abbia messa in immagini arricchendola di molte sfumature." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 28 Novembre 1986)
"La storia è tortuosa sullo schermo e difficile da raccontare, basti sapere che il primo ministro, dopo avere smentito le accuse, fa pressioni sulla giornalista televisiva per obbligarla a ritrattare. Ed ecco Nicole Garcia al bivio: rinunciare al successo per servire la verità, o adattarsi al volere dei potenti affermando la menzogna. L' ambizione non è acqua, e nel film, beffardamente, la protagonista fa marcia indietro e salva il successo sacrificando l'ex amante. Che il giornalista della carta stampata si dimostri più coerente e onesto di quello televisivo può riempirci d'orgoglio per solidarietà di mestiere; ma è chiaro come questi problemi non si risolvano con la simpatia o l'antipatia suscitata dai protagonisti. All'astio latente verso i popolari conduttori del video contribuiscono gli sceneggiatori (due giornalisti di un quotidiano parigino), e forse qualche delusione professionale del regista Leroy reporter televisivo prima d' arrivare al cinema. E la conclusione sbrigativa si adatta alla costruzione del film condotta seguendo le regole del thrilling, a ritmi incalzanti, commentato da dialoghi sentenziosamente banali. Malgrado la carenza di sfumature i due interpreti si fanno ammirare, in particolare Noiret, prodigo di simpatia umana, mentre la Garcia supplisce con classe alla poca credibilità del suo personaggio." (Alfio Cantelli, 'Il Giornale', 30 Novembre 1986)