Nel giorno della nascita di sua figlia e senza apparente motivo, Joe viene catturato e imprigionato in una stanza di hotel per due decenni. Quando all'improvviso viene rilasciato, gli viene detto che ha solo quattro giorni a disposizione per scoprire il motivo della sua prigionia. Se non riuscirà a risolvere il mistero entro i tempi stabiliti, sua figlia verrà uccisa.
SCHEDA FILM
Regia: Spike Lee
Attori: Josh Brolin - Joe Doucett, Elizabeth Olsen - Marie Sebastian, Sharlto Copley - Adrian / Lo Straniero, Samuel L. Jackson - Chaney, Michael Imperioli - Chucky, Linda Emond - Edwina Burke, James Ransone - Dott. Tom Melby, Pom Klementieff - Haeng-Bok, Richard Portnow - Bernie Sharkey, Lance Reddick - Daniel Newcombe, Max Casella - Jake Preston, Hannah Ware - Donna Hawthorne, Grey Damon - Joe Doucett Giovane, Caitlin Dulany - Emma Pryce, Joe Chrest - Johnny, Ciera Payton - Capri, Brett Lapeyrouse - Chucky giovane, Victoria Geil - Donna giovane, Cinqué Lee - Bellhop, Ilfenesh Hadera - Judy, Gralen Bryant Banks - Capitano Lionel, Steven Hauck - Arthur Pryce, Lizzy DeClement - Amanda Pryce, Elvis Nolasco - Cortez, Erik Gersovitz - Adrian Pryce giovane, Jordan Salloum - Anthony, Carol Sutton - Vera, Douglas M. Griffin - Ken Roos, Kerry Cahill - Shirley Roos, Phyllis Montana Leblanc - Grace, Rami Malek - Browning, Hannah Simone - Stephanie Lee
Soggetto: Nobuaki Minegishi - manga, Garon Tsuchiya - manga
Sceneggiatura: Mark Protosevich
Fotografia: Sean Bobbitt
Musiche: Roque Baños
Montaggio: Barry Alexander Brown
Scenografia: Sharon Seymour
Arredamento: Maggie Martin
Costumi: Ruth E. Carter
Effetti: Wildfire VFX
Durata: 104
Colore: C
Genere: THRILLER
Specifiche tecniche: ARRICAM LT/ARRICAM ST/ARRIFLEX 416, 16 MM/35 MM/ 8 MM, (2K)/SUPER 16/SUPER 35 (3-PERF)/SUPER 8/TECHNISCOPE, 35 MM/D-CINEMA (1:2.35)
Tratto da: manga omonimo di Nobuaki Minegishi e Garon Tsuchiya (Ed. Coconino Press)
Produzione: VERTIGO ENTERTAINMENT 40 ACRES & A MULE
Distribuzione: UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY
Data uscita: 2013-12-05
TRAILER
NOTE
- REMAKE DEL FILM 'OLD BOY' (2004) DIRETTO DA PARK CHAN-WOOK.
- COORDINATORE DEI COMBATTIMENTI: JJ PERRY.
CRITICA
"Spike Lee ha riproposto in versione americana l'omonimo film del coreano Park Chan-wook (a sua volta radicato nell'omonimo manga) che dieci anni fa siglava il secondo capitolo della sua trilogia superviolenta affermandosi come planetaria icona pop. Si tratta di vendetta. Nella nuova variazione un tipaccio poco raccomandabile in ogni manifestazione della sua vita viene di punto in bianco rapito e imprigionato. Per venti anni. Senza sapere da chi e perché. Impazzisce quando la tv (ma fa parte anche questo della macchinazione) dice che sua moglie è stata assassinata sotto gli occhi della figlioletta e che lui è l'assassino. (...) Film di non grande personalità, della bidimensionalità fumettistica Spike Lee prende solo una parte giustapponendola ad elementi psicologici e sentimentali realistici. Un ibrido." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 5 dicembre 2013)
"Stesso titolo, stessa trama, altri toni. L''Old Boy' del coreano Park Chan-wook, un capolavoro, creava un mondo di cieca e assoluta violenza. Quello di Spike Lee si concede le più folli inverosimiglianze ma fa di tutto per spruzzare storia e personaggi di realtà. Così Josh Brolin diventa un pubblicitario alcolizzato che 'merita' i suoi vent'anni di carcerazione. La sua prigionia un viaggio (via etere) nella storia e nei fantasmi degli Usa (sesso, guerra, tecnologia). La sua solitudine, immedicabile anche quando torna libero, una metafora così ampia da esser vana. Ne esce un catalogo di prodezze stilistiche che però non sfiora nemmeno il mistero e la forza selvaggia dell'originale (...). Il colpevole? I quattrini. Per rifare il già fatto servono pochi soldi e molte idee. Ma Hollywood non funziona così." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 5 dicembre 2013)
"Realizzando il remake di 'Oldboy' (...) Spike Lee si è messo a rischio. Trasferita l'ambientazione dal Giappone in Usa, nella cornice di una non identificata metropoli (in realtà New Orleans), il cineasta ha cercato di ripartire dal fumetto, ma avrebbe dovuto imboccare con maggior decisione la strada, di certo a lui più congeniale, del noir all'antica americana o del melò alla Dumas. (...) Tutto questo nel film coreano era raccontato in uno stilizzato smalto formale e con una postmoderna ironia che ne rendevano accettabili le iperboli narrative e gli eccessi di violenza: ma Spike ha un altro temperamento, è un anti-Tarantino, un regista di piglio realista come l'attore protagonista, il bravo Josh Brolin, che però quando stende con un martello una trentina di uomini non fa ridere per niente. Inquieta, e basta." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 5 dicembre 2013)
"Delirante, violentissimo pasticcio giallo, inutile rifacimento di un film coreano. (...) Spike Lee tiene in serbo un' agghiacciante sorpresa. Prima però, che sofferenza per lo spettatore, che fa sua la domanda del protagonista: «Perché sono qui?»." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 5 dicembre 2013)
"Piacerà a coloro che si chiedevano dove fosse finito Spike Lee (inattivo da 5 anni dopo il flop di 'Il miracolo di Sant'Anna'). Bene, Spike è tornato, e in ottima forma. 'Oldboy' forse è un lavoro su commissione (è il remake di un film coreano diretto da Park Chan-wook) ma non fa rimpiangere l'originale e in genere non fa rimpiangere il cine biglietto." (Giorgio Carbone, 'Libero', 5 dicembre 2013)
"Con eccesso di fiducia nella diseguale sceneggiatura di Mark Protosevich ('Thor'), che riscrive il celebre manga (significa 'immagini libere', ma sta per il fumetto giapponese di tinte forti) che ispirò il premiato 'Oldboy' (2004) di Park Chan-wook, Spike Lee sconfina in un genere improprio, il film di vendetta, cruenta, accanita e punita. Si sale sulla cinepresa, perché Lee gira trascinando, ma si scende a volte dalla storia, per mancanza di ironia ed eccesso di strazio. Brolin non aiuta. Immagini forti." (Silvio Danese, 'Nazione - Carlino - Giorno', 6 dicembre 2013)
"Remake di un film omonimo di Park Chan-wook che, dieci anni fa, aveva il suo perché. Ora, invece, confronto alla mano perso su tutta la linea, si smarrisce il senso dell'operazione. Non c'è ironia, la violenza è fin troppo gratuita, le incongruenze abbondano (come i personaggi che, a distanza di decenni, mutano poco nell'aspetto)." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 12 dicembre 2013)