Tornata dalle vacanze a Parigi, Chloe riceve dalla vicina la notizia che il suo gatto, da lei tenuto in custodia, è scappato e non si trova più. Chloe - che è una ragazza introversa portata più a nascondersi che a valorizzarsi - comincia una ricerca a tappeto in tutto il quartiere e scopre un mondo a lei estraneo, fatto di vecchiette che si riuniscono a prendere il tè e sanno tutto di tutti, di uomini che trascorrono la loro esistenza per strada o perdendo tempo nelle bettole, personaggi caricature con un abisso di solitudine dentro. Quando tutto sembra ormai perduto e ogni ricerca vana ecco che, da dietro una cucina a gas, spunta fuori il gatto. Chloe riprende fiducia nella vita e finalmente intreccia una storia d'amore con un vicino.
SCHEDA FILM
Regia: Cédric Klapisch
Attori: Garance Clavel - Chloe, Zinedine Soualem - Djamel, Renée Le Calm - Renee, Olivier Py - Michel, Simon Abkarian - Carlos, Camille Japy - Victorie, Denis Falgoux - Denis, Danielle Hoisnard - Madame Verligodin, Gisele Laquit - Gisele, Estelle Larrivaz - Flo, Suzanne Plasson - Odile, Frederic Aufray - Fotografo
Soggetto: Cédric Klapisch
Sceneggiatura: Cédric Klapisch
Fotografia: Benoît Delhomme
Montaggio: Francine Sandberg
Scenografia: François Emmanuelli
Costumi: Pierre-Yves Gayraud
Durata: 85
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICO
Produzione: VERTIGO PROD., FRANCE 2 CINEMA, LE STUDIO CANAL+
Distribuzione: COLUMBIA TRISTAR FILM ITALIA (1996)
NOTE
- TRA GLI INTERPRETI, IL GATTO ARAPIMOU (GRIS GRIS) E IL GATTO RAMBO.
- REVISIONE MINISTERO NOVEMBRE 1996.
CRITICA
"Cédric Klapisch vince la partita evitando sia l'annotazione commovente che lo spunto umoristico. Fa del minimalismo, ma un minimalismo non sentimentale, controllato dalla misura realistica che il suo film è venuto assumendo. Presentandolo il regista ha parlato di 'scrittura in diretta'. (...) Un cinema che non si accontenta di disegnare tipi buffi. Senza dubbio, sono un po' eccentrici, un po' bizzarri gli uomini e le donne che, mentre andiamo cercando un gatto, il regista - senza eccessi, senza esagerazioni, con leggerezza - ci presenta. E, dato che li lascia parlare, li lascia muovere secondo la loro natura e il passato che portano in sé, ci accorgiamo che ognuno di quegli sconosciuti coabita con la sua solitudine che, spesso, si nasconde sotto la maschera dell'aggressività. L'una e l'altra non sono gridate. Non esibite. E, per questo, risultano vere". (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 22 novembre 1996)
"Che meraviglia: una commedia fatta di nulla che parla di tutto e cioè d'amore e solitudine, di malinconia e desiderio, di sogni e di equivoci, insomma la stoffa di cui son fatte le vere commedie. Che allegria: un film con attori ignoti e bravissimi mescolati a una folla di 'tipi' presi dalla strada ma pronti a recitare come se non avessero mai fatto altro. Che rarità: un 'corto' che diventa lungo ma senza perdere in tensione o in divertimento, e coinvolgendo nelle riprese un intero quartiere parigino. Ovvero quella parte dell'undicesimo arrondissement che sta dietro la Bastiglia. Per la cronaca è anche la zona dei Cahiers du Cinéma, ma non cercate ammicchi cinèfili nel terzo film di Klapisch: non ce n'è (per fortuna)". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 28 novembre 1996)
"Nato come cortometraggio, Ognuno cerca il suo gatto mostra meglio di tante chiacchiere come si possa far buon cinema con pochi soldi e parecchie idee. Ma non alla maniera di 'Clerks' o del nostro 'Cresceranno i carciofi a Mimongo'. Meno modaiolo e leggero, il film, di Klapisch porta sullo schermo il piacere di coinvolgere nelle riprese un intero quartiere: estraendo dalla realtà quotidiana umanissime macchiette e abissali solitudini, secondo un'idea di commedia realista che nessuno in Italia pratica più. Sicché dopo un po' diventa difficile individuare gli attori e le comparse, potendo contare il regista su una verità in presa diretta, scaturita da una sorta di work in progress collettivo". (Michele Anselmi, 'L'Unità', 23 novembre 1996)