Alex, un ragazzo americano di religione ebraica, un giorno, dopo aver ascoltato tante volte suo nonno raccontare storie della guerra e della follia nazista, decide di partire per l'Ucraina per andare a cercare l'uomo che un giorno di sessanta anni prima ha salvato la vita a suo nonno. Cosa succede se le sole persone in grado di capirlo un po' nel villaggio - un suo quasi coetaneo e suo nonno "cieco vedente" accompagnato da un cane psicopatico - parlano un inglese bislacco e incomprensibile? Alex intraprende il viaggio che lo porterà a comprendere l'importanza della memoria e l'assurdità dell'olocausto, la funzione dell'amicizia e il valore dell'amore...
SCHEDA FILM
Regia: Liev Schreiber
Attori: Elijah Wood - Jonathan, Eugene Hutz - Alex, Laryssa Lauret - Lista, Jonathan Safran Foer, Stephen Samudovsky - Nonno Di Jonathan, Zuzana Hodkova - Mamma Di Alex, Boris Leskin - Nonno Di Alex
Soggetto: Jonathan Safran Foer
Sceneggiatura: Liev Schreiber
Fotografia: Matthew Libatique
Musiche: Paul Cantelon
Montaggio: Craig McKay, Andrew Marcus
Scenografia: Mark Geraghty
Costumi: Michael Clancy
Effetti: Jim Rider
Durata: 102
Colore: C
Genere: AVVENTURA COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM
Tratto da: ROMANZO DI JONATHAN SAFRAN FOER
Produzione: WARNER INDEPENDENT PICTURES, TELEGRAPH FILMS, STILLKING FILMS
Distribuzione: WARNER BROS. PICTURES ITALIA
Data uscita: 2005-11-11
NOTE
- IN CONCORSO ALLA 62MA MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2005) NELLA SEZIONE "ORIZZONTI".
CRITICA
"Chi ha letto il romanzo picaresco di Safran Foer, del quale l'esordiente Liev Schreiber adatta una parte minima, ritroverà il singolarissimo mix di comicità e pathos che ne faceva la forza (più riuscita la prima del secondo, forse). E anche chi non l'ha letto capirà ben presto dove ci porta Schreiber col suo stile indiavolato ed eclettico a cavallo fra i Coen e Kusturica. A differenza di tanti film sulla Shoah, però, 'Ogni cosa è illuminata' mette a fuoco soprattutto il presente, il debito di chi c'è nei confronti di chi non c'è più, la ricchezza inestimabile che ogni memoria, anche la più straziante, racchiude. Girato nelle campagne cèche, con attori strepitosi ed ignoti (tranne Elijah 'Frodo' Wood), ha il tocco, l'energia, la generosità, che solo le opere prime degli attori hanno, quali che siano le sue imperfezioni. Il suo budget (ridicolo per gli Usa) lo condanna a una carriera marginale. Ma perderlo sarebbe un vero peccato." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 11 novembre 2005)
"Il titolo del bel libro-caso autobiografico di Safran Foer e del commovente film di Schreiber dice che dobbiamo essere illuminati dal passato, ritrovare le radici e lo spirito di appartenenza, morale e materiale: l' importanza della Memoria, la collezione degli oggetti e degli affetti. E' così che un giovane americano miope e imbranato parte per Odessa alla ricerca di un paesino scomparso della misteriosa donna che in guerra salvò la vita al nonno ebreo. (...) Il film parte con brio alla Kusturica, stupisce, si fa struggente ricordo del male e del bene, omaggia la Madre terra, mixa allegria e tristezza, con due ragazzi fantastici, l'ex hobbit Elijah Wood e Eugene Hutz, irresistibile musico punk." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 12 novembre 2005)
"Storia e geografia dei sentimenti, incrocio bello e commosso di età e affetti, i valori della memoria: ogni cosa è illuminata dal passato. Mix perfetto di dramma e commedia, compreso il cane: travolgente primo tempo alla Kusturica, secondo alla Spielberg. Cast di all mini star, Elijah Wood passa da hobbit a uomo. Da vedere." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 3 marzo 2006)