Odessa

FRANCIA 2006
L'avventura della nave da crociera Odessa che la società armatrice ucraina Blasco in crisi ha abbandonato dal 1995 nel porto di Napoli. Nel 1997 un equipaggio di dieci uomini di nazionalità ucraina è arrivato per occuparsi della sicurezza della nave, ma dopo pochi mesi, la Blasco ha smesso di pagarli. In un braccio morto del porto i marinai sono stati lasciati privi di acqua e viveri, senza luce e riscaldamento. Rimasti in sette, i marinai hanno vissuto una serie di vicissitudini tra tribunali e ospedali, restando sulla nave senza cessare di prendersene cura nonostante le condizioni estreme. La nave poi è stata messa in vendita e i marinai, che speravano di ricevere i pagamenti arretrati, sono stati allontanati dalla nave e sostituiti da un altro equipaggio.
SCHEDA FILM

Regia: Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero

Attori: Vladimir Lobanov, Andrej Irlikov, Serghej Gurbov, Innocenti Sokolenko, Anatoly Val', Nicolaj Shevstov, Aleskej Drumov, Romana Murji

Soggetto: Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero

Fotografia: Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero

Montaggio: Aurelie Ricard, Cathrine Zinz

Altri titoli:

I sette marinai di Costanzo

Durata: 67

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Specifiche tecniche: DV

Produzione: NICOLA GIULIANO, LUC MARTIN-GOUSSET PER INDIGO FILM, POINT DU JOUR

NOTE
- PREMIO PER LA MIGLIOR REGIA ALL' EDIZIONE 2006 DELL'ALBA INTERNATIONAL FILM FESTIVAL NELLA SEZIONE 'UNO SGUARDO NUOVO'.
CRITICA
Dalle note di regia: " All'inizio eravamo andati sulla nave per raccontare l'assurda vicenda di un pugno di uomini vittime della spietatezza delle leggi economiche. (...) Poi ci è sembrato che paradossalmente non ci trovassimo solo di fronte a una storia di marinai, ma soprattutto di fronte a una storia radicata nella loro terra d'origine. In quel non-luogo che era l'Odessa, in un braccio morto del porto di Napoli, si stava svolgendo una vicenda legata alla fine dell'impero sovietico, alle fortune immense di pochi oligarchi, ma soprattutto alle 'vittime necessarie' della trasformazione, troppo facilmente e silenziosamente scomparse dalla nostra coscienza di vincitori."