Dopo aver perso la memoria, Graham è un uomo senza passato. Chi lo ha amato ieri, oggi non conta più niente. Graham ha dimenticato tutto, i suoi ricordi non durano che pochi minuti. Non riconosce nè la moglie Isabelle, nè suo figlio Antoine, nè il suo migliore amico Fred. Lavora come addetto alle fotocopie in stretto contatto con il suo affascinante capo, Sabine, che lo usa sessualmente. Mentre la sua collega Irene, una giovane e bella ragazza, s'innamora di lui pur sapendo che Graham non può amarla perchè semplicemente non ha memoria.
SCHEDA FILM
Regia: Jean-Pierre Limosin
Attori: Eduardo Noriega (II) - Graham, Anna Mouglalis - Irene, Nathalie Richard - Sabine, Éric Caravaca - Fred, Paz Vega - Isabelle, Catherine Bidaut - Nadine, André S. Labarthe - L'Uomo Del Museo, Dominic Gould - Gilles, Pascal Tokatlian - Gerard, Stephanie Picard - La Cameriera, Vincent Dissez - Simon, Bernard Bloch - Dott. Sagem, Agathe Dronne - Celine, Julie Gayet - Julie, Leny Bueno - Antoine
Soggetto: Christophe Honoré, Jean-Pierre Limosin
Sceneggiatura: Christophe Honoré, Jean-Pierre Limosin
Fotografia: Julien Hirsch
Musiche: Zend Avesta, Loïc Dury, Kouz-1
Montaggio: Cristina Otero
Scenografia: Jimmy Vansteenkiste
Costumi: Maripol
Durata: 98
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 1:1,85
Produzione: ALTA FILMS S.A., AMKA FILMS PRODUCTIONS S.A., LUMEN FILMS
Distribuzione: BIM DISTRIBUZIONE
Data uscita: 2003-04-11
NOTE
REVISIONE MINISTERO FEBBRRAIO/APRILE 2003
CRITICA
"Una commedia lieve, erotica, con un piccolo sottofondo per pensare. (…) Il protagonista è uno dei maggiori divi spagnoli, Eduardo Noriega, e appena possibile (o anche quando non sarebbe logico), il film lo denuda: magari perché sia chiaro a tutti che non soltanto è bravo, ma è anche ben fatto e bello. Il gruppo degli attori francesi e spagnoli è capace, piacevole. Naturalmente la storia non è realistica né credibile ma, dice il regista francese Jean-Pierre Limosin (e non ha torto), 'ci sono giorni in cui ne abbiamo abbastanza di storie plausibili e di bugie vere'". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 12 aprile 2003)