Jean ha 30 anni, vive con Laura, 17 anni, una storia d'amore violenta e movimentata. Egli si immerge nella vita senza saper scegliere, senza saper dire di no. Si è bruciato le ali: è sieropositivo. La romantica passione di Laura e la minaccia che la sovrasta lo aprono verso il mondo e verso gli altri. Jean impara ad amare.
SCHEDA FILM
Regia: Cyril Collard
Attori: Cyril Collard - Jean, Romane Bohringer - Laura, Carlos López (III) - Samy, Corine Blue - La Madre Di Laura, Claude Winter - La Madre Di Jean, Nella Banfi - La Padrona, René-Marc Bini - Marc, Rosa Castro - Donna Delle Pulizie, Clémentine Célarié - Marianne, Christophe Chantre - Martial, Olivier Chavarot - Olivier, Denis D'Archangelo - Il Cantante Realista, Marine Delterme - Sylvie, Regine Arniaud - Vero, Dominique Figaro - Camille, Claudio Zaccai - Il Dottore, Samir Guesmi - Jamel, Aissa Jabri - Kader, Stephan Lakatos - Jime, Anna Lopez Villanua - La Madre Di Samy, Olivier Pajot - L'Imperatore, Diego Porres - Jaime, Olivia Reynaud - L'Amica Di Laura, Maria Schneider - Noira, Yannick Tolila - L'Infermiera, Michel Voletti - Mr. Andre', Laura Favali - Karine, Francisco Gimenez - Paco, Jheanjacques Jauffret - Pierre Ollivier
Soggetto: Cyril Collard
Sceneggiatura: Cyril Collard
Fotografia: Manuel Teran
Musiche: Cyril Collard, René-Marc Bini
Montaggio: Lise Beaulieu
Scenografia: Jacky Macchi
Durata: 106
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Tratto da: TRATTO DAL ROMANZO "LES NUITS FAUVES" DI CYRIL COLLARD
Produzione: BANFILM TER, LA SEPT CINEMA, ERRE PRODUZIONI, S.N.C.
Distribuzione: CHANCE FILM (1993) - MINERVA VIDEO, PANARECORD
NOTE
REVISIONE MINISTERO MAGGIO 1993.
PREMIO CESAR PER MIGLIOR REGIA (1993).
CRITICA
Un'operazione sfacciata, cinematograficamente fluida, perfino nevropatica, ma ripetitiva. Il Collard regista conosce fin troppo bene il Collard uomo e lo manovra giocando volentieri il jolly dell'autodistruzione. In cambio non sopporta alcun peso simbolico e non è un grande attore anche se soffre in prima persona. Somiglia, in bello al Tom Hulce di "Amadeus", mentre il suo film ricorda, in brutto, "Niente baci sulla bocca" di Techinè. A ben guardare "Notti selvagge" non è un film sull'AIDS (ne usciranno molti e fra breve) ma un notturno grido di rivolta contro le convenzioni sessuali borghesi, girato però con le convinzioni accattivanti degli spot. Rimane all'attivo del film, oggi più struggente di ieri, la prova della Bohringer che racconta la sua discesa agli inferi in un mondo nascosto da cui poi risale alla "normalità". (Maurizio Porro, Il Corriere della Sera)
Il film è assai retorico nell'idea base (febbre di vivere nel timore di morire) in molti dialoghi e situazioni, nel compiacimento vitalistico, ed è un'antologia di cose alla moda 1992: bisessualità voga della Spagna, naziskin, patetismo famigliare, sadomasochismo, body building cocaina, narcisismo. La sovrapposizione filmbiografia (esagerando: artevita) non basta per arrivare all'autenticià espressiva. (Lietta Tornabuoni, La Stampa)