La 45enne Ylva, da molti anni legata a Henrick, si sente ora vuota e depressa. Decisa a risolvere la propria crisi, decide di affiancarsi ad un cugino, sin dall'infanzia soprannominato "zio Dan". Questi apatico, e introverso, essendo stato fornito di una grande eredità dai genitori defunti, passa il suo tempo a leggere lo stesso libro, a dormicchiare e a rimpinzarsi di paste. Dan, per nulla convinto delle proposte dell'irruente Ylva, viene trascinato a Stoccolma, a Copenaghen, in una splendida isola scandinava. Piano piano, Dan si trova costretto ad ammettere che Ylva è entrata nel suo animo. Ma quando la donna incontra per caso Sten, un vecchio amico, e trascorre qualche ora con lui, "zio Dan" diventa cattivo e inavvicinabile. Ylva è costretta a lasciarlo perdere e deve prendere atto che, senza avere ottenuto nulla per se stessa, ha condannato il cugino ad uscire da un mondo che, nonostante la sua vacuità, era stato sin da allora l'unica sua ragione di vita.
SCHEDA FILM
Regia: Sven Nykvist, Ingrid Thulin, Erland Josephson
Attori: Ingrid Thulin - Ylva, Erland Josephson - Zio Dan, Björn Gustafson - Henrick, Jonas Bergström - Sixten, Torsten Lilliecrona - Gustav, Sven Lindberg - Nisse, Fillie Lyckow - Malin, Dora Söderberg - Zia Berta, Torsten Wahlund - Sten
Soggetto: Erland Josephson
Sceneggiatura: Erland Josephson
Fotografia: Sven Nykvist
Montaggio: Peter Emanuel Falck
Altri titoli:
One and One
One on One
Durata: 95
Colore: C
Genere: PSICOLOGICO DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA, EASTMANCOLOR
Produzione: JOSEPHSON & NYKVIST HB, SANDREWS, SVENSKA FILMINSTITUTET (SFI)
Distribuzione: FILM 2 MEDUSA (1978)
CRITICA
"Il film incuriosisce prima di tutto perché è opera di un terzetto da molto tempo legato alle opere di Ingmar Bergman e, del grande maestro, risente parecchio: le indagini sull'esistenza, sui rapporti tra uomo e donna, le domande sui valori delle varie arti e sulla loro efficacia nella vita, le ricercatezze letterarie nei dialoghi, l'uso raffinato dei mezzi espressivi tipici del teatro (come le validissime interpretazioni), la sconfinata passione per la natura. Ma quest'opera più che dire, suggerisce; più che risolvere, imposta i problemi. Gli spunti sono molti, ma lo spettatore è costretto a camminare per la propria strada, frastornato e anche un po' deluso: l'incomunicabilità tra il mondo dei tre personaggi finisce per essere anche, in un certo senso, incomunicabilità tra il mondo dei tre registi e quello del recettore. (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 86, 1979)