Maria Sarti, una giovane romana che recita in piccoli teatri all'aperto, sogna di diventare una vera attrice di prosa. Dopo alcune infelici esperienze - dapprima con un attore di varietà poi in una compagnia di napoletani che recitano Shakespeare in dialetto - è costretta dalla fame a improvvisarsi cantante in un cabaret di Napoli. Inventrice della "mossa" - un movimento d'anca che manda in visibilio un pubblico di provinciali - Maria scandalizza i benpensanti e subisce un processo per oscenità dal quale esce assolta. Trasferitasi poi a Torino, diventa il richiamo della "buona società", fa innamorare di sé un giovane ufficiale e sfida a duello una dama dell'aristocrazia. Sempre in cerca del vero amore - s'era innamorata al principio della carriera di Antonio, un povero pianista di idee socialiste, poi emigrato in America - Maria si unisce infine a un gruppo di futuristi, salvo abbandonarli, delusa, per ripetere, di fronte ai soldati in partenza per il fronte, la "mossa" che l'a resa celebre.
SCHEDA FILM
Regia: Marcello Fondato
Attori: Monica Vitti - Maria Sarti / Ninì Tirabusciò, Pierre Clémenti - Poeta futurista, Peppino De Filippo - Commissario di Polizia, Gastone Moschin - Delegato di Polizia, Carlo Giuffré - Antonio, il musicista, Sylva Koscina - Baronessa Val d'Arno, Salvo Randone - Baby Marini, Nino Taranto - Ciccio, l'illusionista, Ennio Balbo, Lino Banfi, Marisa Merlini, Claude Rich, Fanfulla
Soggetto: Marcello Fondato
Sceneggiatura: Marcello Fondato
Fotografia: Carlo Di Palma
Musiche: Carlo Rustichelli
Montaggio: Sergio Montanari
Scenografia: Flavio Mogherini
Costumi: Adriana Berselli
Durata: 126
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICA TECHNICOLOR
Produzione: SILVIO CLEMENTELLI PER CLESI CINEMATOGRAFICA
Distribuzione: EURO INTERNATIONAL FILMS - GOLDEN VIDEO
NOTE
- DAVID DI DONATELLO 1971 PER MIGLIORE ATTRICE A MONICA VITTI.
- AIUTO REGISTA; STEFANO ROLLA.
CRITICA
"La commedia se non è sempre tesa nelle situazioni e nel dialogo decade dalla propria funzione o di satira o di divertimento, o da entrambe, come in questo caso. Le ripetizioni e la monotonia predominano, nella stanchezza della sceneggiatura e della regia." (Giacomo Gambetti, "Bianco e Nero", 11/12 1970)
"Ispirandosi alle tragicomiche vicende dell'autentica sciantosa Maria Campi, l'elegante Marcello Fondato disegna un divertente e garbato ritratto dell'Italia del primo novecento, lasciando timidamente sullo sfondo le lotte di classe. Monica Vitti, divincolatasi dalle spire mortali di Michelangelo Antonioni, dà sfogo con eccessivo brio alla ritrovata libertà". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 2 luglio 2002)