A Belfast nel 1975, l'ennesima bomba in una birreria provoca l'incontro tra Cecil, leader dei nazionalisti cattolici, e Leonard, leader dei lealisti protestanti, per eliminare le barricate. Leonard lamenta l'attentato indiscriminato e Cecil l'attività di un molestatore. Kenny, che guida una banda paramilitare lealista, dopo aver visitato la moglie Ann, da cui è separato ed ha due figli, si reca con Ginger, un killer fanatico, ed Eddie, l'autista, a punire il molestatore, che viene gambizzato. La notte stessa scoppia una rivolta: nel lancio di molotov Liam, cattolico neutrale, già testimone della strage iniziale, separato con due figli, esce a soccorrere i feriti, ma viene pestato selvaggiamente da due protestanti. Ann lo vede e lo porta in casa per curarlo mentre la figlia maggiore di Liam, Kathleen, esce con l'amichetto Michael, a cercare il padre. Frattanto la rivolta degenera e Ginger dà fuoco ad un giovane, che Kenny elimina per pietà. Leonard, che ha stabilito una tregua con Cecil, chiede l'elimimazione di Ginger a Kenny, mentre Kathleen si avventura in una birreria protestante, dove non le accade nulla. Nel club Kenny determina l'ammirazione di Tommy, un ragazzo che picchia un ubriaco che molesta una giovane, che poi viene inseguito da Ginger che lo spoglia e gli spara a vuoto, colpendo però l'automobile degli uomini di Leonard, che lo insultano. Frattanto Liam e Ann fanno amicizia, ma l'uomo deve tornare dai figli. Kenny e la banda insieme a Tommy partono per un raid: catturano Liam e lo torturano per strappargli i nomi dei seguaci dell'IRA. Ginger vorrebbe farlo uccidere da Tommy ma questi si ribella. Kenny riconosce in lui un vecchio amico e lo riporta a casa. Kathleen corre verso il padre: Ginger vorrebbe ucciderlo, ma Kenny lo ferma sparandogli alle gambe. Kathleen, per disarmare Michael, accorso per difendere Liam, viene uccisa accidentalmente. I lealisti fuggono, ma incappano in un blindato dell'esercito (avvertito da Leonard dopo la notizia del rapimento di Liam) e vengono uccisi. Ai funerali Ann e Liam si incontrano e si abbracciano tristemente.
SCHEDA FILM
Regia: Thaddeus O'Sullivan
Attori: Ian Hart - Ginger, John Lynch - Liam, James Frain - Kenny, Michael Gambon - Leonard, Gary Lyndon - Eddie, Gerard McSorley - Cecil, Amanda Maguire - Susan, Anthony Brophy - Malachy, Ciarán Fitzgerald - Liam Da Giovane, Gareth O'Hare - Michael, Jeni Courtney - Kethleen, Maria Doyle Kennedy - Ann, Rúaidhrí Conroy - Tommy
Soggetto: Daniel Mornin
Sceneggiatura: Daniel Mornin
Fotografia: Dick Pope
Musiche: Philip Appleby
Montaggio: Michael Parker
Scenografia: Mark Geraghty
Durata: 85
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Tratto da: LIBERAMENTE ISPIRATO AL ROMANZO "ALL OUR FAULT" DI DANIEL MORNIN
Produzione: LITTLE BIRD VENTURES NINE, BRITISH SCREEN, BORD SCANNAN NA HEIREANN, CHANNEL FOUR FILMS
Distribuzione: MIKADO FILM - MONDADORI VIDEO
NOTE
COPPA VOLPI 1995 A IAN HART COME MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA.
REVISIONE MINISTERO FEBBRAIO 1996.
COSTUMI CONSOLATA BOYLE.
CRITICA
Niente di personale non è solo un film politico e allarmante: O'Sullivan concepisce un set apocalittico, brechtiano e allucinatorio, dove vagabondano personaggi comuni intrisi di tragica epicità e dove interagiscono il melò, il noir, il genere gangster, il western spirituale dell'irlandese John Ford. Qualcuno, a torto, ha avuto a che ridire sul finale troppo peripatetico, la bimba che muore tra le braccia del padre. Ma cosa sarebbe stata Roma città aperta senza quella disperata corsa verso la morte di Anna Magnani? (Il Messaggero, Fabio Bo, 20/2/95 Girato a Dublino, tratto dal romanzo di Daniel Mornin "All Our Faults" (Tutti i nostri errori), pervaso da un'aria di autenticità, il film allude nel titolo sarcastico a un odio politico-religioso che travolge anche le vecchie amicizie e gli affetti personali; ed è recitato benissimo, nella parte dell'estremista protestante più temibile, da Ian Hart, già protagonista di Terra e libertà di Ken Loach. (La Stampa, Lietta Tornabuoni, 3/3/96 Quando Niente di personale (Nothing Personal) venne proiettato alla mostra di Venezia, la morte delle ragazzina che, dopo avere ricercato per l'intera notte il padre disperso nei quartieri caldi di Belfast, è ammazzata, parve un espediente narrativo troppo scontato. Il sacrificio di un innocente getta sempre un sospetto di retorica su una ricostruzione bene eseguita e dettata da serie intenzioni. Quasi che elementi melodrammatici non aiutino un quadro che già parla di sé e, tutto sommato, non ha bisogno di aggiunte o sottolineature. Le prime sequenze del film, infatti, ricostruiscono efficacemente le sommosse popolari che incendiarono Belfast nel 1975 e fanno capire come una pazienza a lungo contenuta possa sfociare nella violenza, dar luogo a un massacro. Quale sia il costo che dovranno pagare due comunità in lotta (costo che perdura anche allorché gli scontri armati cessano) è rappresentato da O'Sullivan, bravo cameraman passato alla regia con l'estroso December Bride, in modo indiretto. Con la descrizione di Belfast di notte. Una città spenta. Immobili le case squadrate. Prive di passanti le strette strade. Coprifuoco. Un agitarsi frenetico all'interno dei "pubs". Nei locali presidiati dai "vigilantes" entri soltanto se sei dei nostri, resti fuori - in uno spazio riservato agli agguati - se appartieni al gruppo avverso. (Avvenire, Francesco Bolzoni, 1/3/96) "(...) O'Sullivan con linguaggio efficace anche se a volte artificioso, mostra di voler adottare il distacco di chi sa forse di rappresentare emblematicamente qualcosa di intrigante e aspro e intende farlo dal di fuori di una ventura così assurda e tragica, raccontando i due incontri, più descrittivo il primo e più succinto il secondo, con un'intonazione lirico-drammatica (...)".(Alberto Pesce da Rivista del Cinematografo)